Nel nostro paese c’è un opera di cui si parla da alcune decine di anni: la Nuova Romea; la discussione periodicamente si accende sulla stampa locale dei vari territori interessati, che sono vasti. Quest’opera nasce per fornire un’alternativa all’attuale collegamento Ravenna-Mestre costituito dalla S.S. 309 Romea, una delle “peggiori” strade d’Italia; l’esigenza di questo collegamento viene recepito sia nel Piano Generale dei Trasporti che nel Piano Regionale. A Ravenna, fin dall’ apparire delle prime ipotesi, il progetto incontra l’opposizione, a dire la verità tiepida, di alcune Associazioni ambientaliste e di alcuni partiti (Rifondazione Comunista e Verdi) che contestano il tracciato di quella che, in quel momento, doveva essere una super strada. I motivi della temperatura bassa della contestazione erano dovuti a due motivazioni: la prima è legata all’incontestabile esigenza di un miglioramento delle connessioni fra il nostro territorio con l’area veneta, la seconda è dovuta al fatto che nel territorio ravennate l’opera coincide con i progetti di rifunzionalizzazione della viabilità statale esistente; i veri problemi si incontrano subito a Nord quando la strada esce dal corridoio della viabilità esistente andando ad interessare ambiti importanti dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, in fregio alle valli di Comacchio.
Negli ultimi anni lo scenario ha subito una modificazione sostanziale dovuto al nuovo quadro legislativo nazionale, in particolare con l’introduzione dei Project Financing.Il CIPE in coincidenza con la pubblicazione della Legge Obiettivo (443/2001) approvò, con delibera 121 del 21 dicembre 2001, il programma delle infrastrutture strategiche che prevedeva, tra le altre opere, la realizzazione dell’autostrada E 55 Nuova Romea. Per la realizzazione di tale infrastruttura, il Governo individuò quale strumento attuatore dell’appalto il “project financing”. Si presentarono diversi soggetti interessati alla realizzazione dell’opera, ottenne la meglio il gruppo capitanato dall’ ineffabile On. Vito Bonsignore. Ma il nuovo “Corridoio di viabilità” raddoppia la lunghezza, diventa Orte-Mestre, in quanto gli viene appiccicato il tratto Orte-Ravenna, per il quale si propone l’adeguamento dell’attuale E45; e questo è dovuto alla sua nuova natura: il collegamento sarebbe interamente autostradadale, e quindi ovviamente a pedaggio. Il prolungamento diventa così fondamentale per far crescere gli introiti, così come è necessario che il sistema sia quanto più possibile “chiuso”, e quindi si riducono le relazioni con i territori che attraversa e si propongono nuovi tratti funzionali atti esclusivamente a garantire continuità al sistema chiuso, quale ad esempio la bretella Ovest di Ravenna o l’ulteriore sovrapposizione a tratti di viabilità di cui è già previsto l’adeguamento. Nonostante tutte queste attenzioni i flussi di traffico (riportati nel progetto) che potrebbero essere interessati dall’opera sono bassissimi, a dimostrazione che non è questo l’intervento che il territorio attende; ma al tempo stesso la dice lunga sulla logica economica dei “progetti di finanza” (in italiano rende meglio), modalità spacciate quali sostegni del mercato alle difficoltà della finanza pubblica, ma che in realtà spesso non sono altro che esempi di ulteriore sciacallaggio, con operazioni che possono trovare convenienze indipendentemente dall’utilità dell’opera e a prescindere dalla sua realizzazione, dove i costi e gli eventuali rischi economici dell’operazione vengono completamente garantiti dal Pubblico; alla faccia del mercato! Il caso del Ponte sullo Stretto è emblematico.
Riteniamo quindi utile il dibattito sul tema della Programmazione delle opere Pubbliche (al riguardo ci permettiamo di segnalare l’interessante l’articolo di Marco Ponti sul Sole24 ore del 9 agosto) così come crediamo ci si debba impegnare per cambiare la cultura che sta alla base della loro progettazione. Questo nostro intervento non ha la pretesa di affrontare questi temi ma di attirare attenzione su di una delle opere più vaste del nostro paese: attraversa 6 regioni, 12 Provincie, 49 Comuni; tutti legati, e vincolati, da un Progetto Preliminare che potrebbe essere approvato nei prossimi mesi, con una discussione che nel migliore dei casi si è risolta in qualche Assemblea pubblica organizzata dalle Amministrazioni interessate. Forse l’opera non ha l’appeal del Ponte sullo Stretto ma dovremmo cercare di evitare di trovarci a discutere quando si aprono i cantieri, come purtroppo spesso succede.
Gino Maioli, Assessore ai Trasporti della Provincia di Ravenna
Fabio Poggioli, Assessore all’Urbanistica del Comune di Ravenna