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Monza, La Cascinazza: uno scandalo a molte dimensioni
25 Maggio 2006
I tempi del cavalier B.
Un articolo de la Repubblica, una lettera dell’assessore monzese Albero Viganò, un appello delle associazioni ambientaliste, e un antico servizio di Report, documentano uno scandalo eccezionale

Una storia italiana

Una legge regionale per un solo comune (forse due), un canale di 7 km, una modifica del Piano di assetto idrogeologico: solo per favorire un’operazione immobiliare di Paolo Berlusconi, fratello del più noto Silvio, già Presidente del consiglio della Repubblica italiana.

I giornali di questi giorni parlano della legge che la Regione Lombardia sta approvando:una legge che, riducendo da 5 a 3 anni la durata della norme di salvaguardia sugli strumenti urbanistici adottati, consente di realizzare una grossa operazione immobiliare (Monza Due) su terreni di Paolo Berlusconi. È una prassi italiana, che il Parlamento nazionale ha dismesso da quando è stato rinnovato ma che nella Regione Lombardia ancora vige: la prassi delle leggi

ad personam.

Leggendo la cronaca de la Repubblica, e poi la lettera dell’assessore all’urbanistica di Monza Alfredo Vigano, e poi l’appello ai consiglieri regionali delle associazioni ambientaliste, ci siamo ricordati un servizio bellissimo di Report, l’ottima trasmissione di Rai Tre diretta da Milena Gabanelli. Raccontava come un canale di 7 km a spese della collettività (progettato ma non realizzato) e una modifica del Piano di assetto idrogeologico avessero reso edificabile un’area di proprietà del fratello dell’allora Premier.

È difficile trattenere il sentimento di disgusto e d’indignazione, di rabbia. Aiuta a farlo ricordare le parole del poeta Paul Éluard, “il nous faut drainer la colère”, dobbiamo incanalare la collera (nella poesia Les sept poèmes d'amour en guerre): tradurla in denuncia, protesta, azione e proposta culturale e politica. Intanto, documentare: è ciò che facciamo, e continueremo a fare.

Per ora, inseriamo qui sotto l'articolo più recente, che inquadra la vicenda. Poi alleghiamo in formato .pdf una lettera dell'assessore Viganò e l'appello delle associazioni ambientaliste, e infine lo stralcio dal servizio di Report (qui il link al testo integrale).

La Repubblica, 23 maggio 2006

Urbanistica, Pronta la legge a favore di Paolo Berlusconi

di Andrea Montanari

La Regione impone la modifica della legge urbanistica per favorire a Monza il progetto edilizio di Paolo Berlusconi alla Cascinazza, l’opposizione insorge e fa saltare il consiglio regionale, che rinvia la seduta alla prossima settimana. Protesta il sindaco di Monza Michele Faglia, che ieri ha scritto al governatore Roberto Formigoni. «Se non bloccherà tutto - spiega - dimostrerà di essere succube non solo di Paolo Berlusconi, ma di tutti gli interessi che vogliono mettere le mani su un’area protetta. Non sarò mai il sindaco del sacco edilizio di Monza. Se i monzesi non sono d’accordo l’anno prossimo si scelgano un altro sindaco».

Il presidente della commissione Territorio di Forza Italia Marcello Raimondi si difende: «È solo una modifica tecnica, non c’è nessun interesse in gioco». Ma i Ds in Regione insistono. «Per l’ennesima curiosa coincidenza - denuncia il consigliere regionale della Quercia monzese Pippo Civati - un provvedimento apparentemente tecnico apre la strada alla costruzione di quasi 400mila metri cubi in un’area ora considerata sicura dalle esondazioni del Lambro solo perché è stata ipotizzata la realizzazione di un canale scolmatore che costerà 170 milioni di euro».

La vicenda è al centro di un’annosa polemica. La società Istedin di Paolo Berlusconi, fratello dell’ex presidente del Consiglio, ha presentato anni fa un piano di lottizzazione su un’area di 388mila metri cubi. Il progetto di legge presentato ora della maggioranza chiede di ridurre da cinque a tre gli anni entro i quali non si può costruire, in contrasto con un piano regolatore già adottato. Tecnicamente questo periodo, oggi di cinque anni, si definisce salvaguardia. Se passasse, la modifica di fatto annullerebbe gli effetti della variante al piano regolatore approvata nel 2002 dalla giunta monzese, allora di centrodestra, che riduceva a soli 200mila metri cubi l’area edificabile. Mentre a Monza rimarrebbe in vigore solo il vecchio piano regolatore del 1971, che non prevede limiti. In questo modo, la Istedin di Paolo Berlusconi non avrebbe più ostacoli e potrebbe lottizzare tutti i 388mila metri cubi del terreno della Cascinazza ora destinato al verde. E con lei altre società in altre aree, per un totale di un milione di metri cubi. Il provvedimento, che ha ottenuto l’avvallo anche dall’assessore regionale al Territorio leghista Davide Boni, dopo lo stop di ieri slitterà alla prossima settimana. Per questo, l’Unione, che ha già presentato oltre ottocento emendamenti, sottolinea che al momento «il pericolo è solo rinviato».

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