Sandro Roggio: l’apparizione
Eccolo il sogno che si avvera: tridimensionale e opulento. Ma neppure grandissimo. Un ettaro e mezzo più parcheggi di negozi esclusivi, di vestiti e profumi firmati a Porto Cervo, con vista sul mare della Gallura e sulla selva di barche più grandi e più costose che a ferragosto impediscono la vista dell’orizzonte. La struttura sarà pronta, promette il proprietario Tom Barrack, fra qualche mese. Macché “rotonda sul mare, il nostro disco che suona…”. I tempi sono cambiati. La Promenade du port ( attenzione al nome ammiccante come sempre ma con una nota in più) sarà al passo coi tempi del consumo d’elite.
Proprio qui l’immaginazione più audace si realizza, perentoriamente. Il turista-consumatore di prima fascia è ormai maturo per un’ emozione grande come questa. Qui, nel villaggio-vacanze tra i più acclamati e più finti del mondo si rilancia in grande. E si decide di sfruttare il suo connotato pluriforme che echeggia diversi stili di luoghi conglobati: Venezia-Miami- Capri- Disneyland (la catena di immagini che il mercato delle vacanze adotta dappertutto). Altre cittàmercato devono farlo da capo il contesto: qui è tutto pronto. Altro che borghi ‘anticati’ e senza mare.
La sinergia, come si dice, turismo & commercio è decisa a sperimentare qui un tassello un po’ speciale del mercato globale.
Le nuove città del commercio, come ci insegna Fabrizio Bottini, sono un’attrattiva senza pari che consente di mangiare, dormire, eccetera dentro un grande negozio. Ma gli outlet sono per tutti, prescrivono la miscela di media e bassa gente. Qui a Porto Cervo sarà un’altra cosa: non l’invenduto degli stilisti ma prodotti di primissima mano. Pensate. Il villaggio vacanze billionaire che accoglie i volti più noti della televisione che si vestono e si profumano come dice la pubblicità; che addirittura ospita gli stilisti che li firmano quei vestiti e quei profumi; e addirittura quelli/e che li pubblicizzano. È proprio il massimo. La stessa moltitudine che ama gli outlet, che d’estate si apposta qui nelle banchine assolate per vedere un vip, potrà avere emozioni irripetibili all’ingresso ombreggiato della Promenade. Anche se difficilmente potrà acquistarci qualcosa. Niente di meglio per accentuare la separazione di questo luogo dal resto del territorio ( a un’ora di macchina da questo luccichio tanti paesi veri si spopolano progressivamente).
Berlusconi sarà presente all’inaugurazione – assicurano –, Baget Bozzo benedirà, forse.
Antonietta Mazzette : credenti e agnostici
Che il consumo anche in Sardegna sia ormai diventato la ragione centrale per la quale gli individui costruiscono la loro identità, i gruppi sociali si formano o si rompono, la complessiva vita quotidiana si organizza, i luoghi urbani si costituiscono, è ormai cosa nota anche ai ‘non addetti ai lavori’. E che il consumo sia da molti visto come la condizione ‘naturale’ del vivere sociale, è cosa altrettanto nota. Sotto questo profilo, il fatto che Porto Cervo si voglia ‘trasformare’ in una grande vetrina con prodotti di consumo (ovviamente) griffati, non è che l’esito finale di un insediamento artificioso nato per l’appunto per essere consumato (come simbolo per i più, come bene materiale per pochi). In questo contesto, ben si inquadra la richiesta del sindaco di Arzachena di definire Porto Cervo zona urbana, solo per poter aggirare l’ostacolo del decreto salva-coste e poter disporre così di tante ‘belle’ volumetrie. Ciò che invece in questo momento appare anomalo - e non solo per la Sardegna -, è il fatto che il Presidente Soru non perda occasione per manifestare a parole e con decreti che il consumo (non solo del territorio) è contrario allo sviluppo dell’Isola, o che comunque deve essere governato con regole chiare: dalle coste alle megastrutture commerciali. Lo ha fatto nelle dichiarazioni programmatiche, lo ha ripetuto in primavera all’indomani del suo insediamento, lo ha ridetto recentemente in occasione dell’inaugurazione del 443° anno accademico dell’Università di Sassari.
Il presidente Soru sta conducendo una battaglia donchisciottesca? Sì, se pensiamo che ha aperto un conflitto tra un piccolo governo regionale (la cui influenza non oltrepassa i confini del mare) e i grandi interessi (nazionali e sovranazionali) che stanno dietro gli insediamenti commerciali e turistici. Ma il modo eclatante (seppure dai toni lenti e sussurrati) con cui ha messo in discussione l’idea ‘scontata’ che il consumo equivalga a sviluppo, ha avuto l’effetto dirompente di rendere manifesto il conflitto tra due opposte concezioni: dello sviluppo economico, della città, del turismo, e così via.
Oggi non possiamo prevedere quali saranno i risultati di questa battaglia, che è certamente combattuta con armi impari e che, se il governo sardo vuole davvero vincere, abbisogna di concrete e articolate ipotesi di sviluppo che appaiano convincenti alla maggioranza della popolazione. Ma è certo che in questo momento il caso della Sardegna è diventato paradigmatico di una concezione più generale riguardante l’uso del territorio e la costruzione di una qualità della vita compatibile con le risorse naturali.
Guido Piga , Il lusso in vetrina dietro il molo vecchio. È pronta la “ Promenade du port” con i più noti marchi della moda, da La Nuova Sardegna, 17 febbraio 2005
PORTO CERVO - La location è gallurese, il nome è francese, i marchi saranno internazionali. Locale e globale si incontreranno a giugno in quindicimila metri quadrati, fra cinquanta negozi, con vista sul mare di Porto Cervo. Si chiama “ Promenade du Port”, è una struttura su tre livelli, sorge dietro il molo vecchio, e dentro saranno ospitati i migliori marchi al mondo, da quelli dell’abbigliamento ai profumi. Come via Montenapoleone a Milano o via Condotti a Roma, o come King’s Road a Londra, sarà la passeggiata del lusso. E nel lusso.
L’idea è venuta alla Colony Capital di Tom Barrack. Obiettivo: rendere più glamour la Costa, allungare la stagione turistica, fare di Porto Cervo un centro vivo tutto l’anno.
Per l’operazione, la Colony ha scelto un partner di rilievo: la compagnia americana di consulenza Cushman & Wakefield Healey & Baker. Un nome lunghissimo, dietro cui c’è la società leader mondiale nella commercializzazione di questo tipo di strutture.
“Abbiamo lavorato a progetti simili a Londra e Parigi, New York e Milano - dice Thomas Casolo, che rappresenta in Italia il retail della società - Quello di Porto Cervo, una volta ultimato, sarà un grande polo del lusso”.
Barrack ha affidato l’incarico alla C&W a ottobre del 2004. Allora, Casolo aveva in mano una costruzione appena realizzata: è quella messa su dalla società Gocil, controllata dall’avvocato Renzo Persico, dietro il Cafè du Port, accanto al Tennis Club, di fronte alla caserma dei carabinieri. Un grande e prolungato cantiere che, se tutto andrà bene, a giugno sarà liberato dalle impalcature in ferro e consegnato ai più prestigiosi marchi della moda internazionale.
“Speriamo di essere pronti per l’inizio della stagione - spiega Casolo - ma non abbiamo messo fretta ai nostri clienti. Proprio in questi giorni stiamo definendo alcuni accordi commerciali”.
Del resto, la “ Promenade du Port” è solo il primo tassello di un mosaico di opere che, alla fine, se verrà approvato dal consiglio comunale di Arzachena (legge salvacoste permettendo, appunto), trasformerà Porto Cervo. Il cuore pulsante del borgo passerà dalla vecchia Passeggiata alla nuova struttura. Ammette Casolo: “Porto Cervo è una centro di prestigio, e oggi le grandi firme hanno qualche difficoltà ad adattare le proprie esigenze agli spazi ristretti del vecchio nucleo storico”.
Una svolta che, esattamente come è accaduto per la presentazione del piano di restilyng affidato ai passeggiasti Usa dell’Hart Howerton, da una parte propone una versione innovativa di Porto Cervo, “una sfida per il nuovo turismo” come dice Barrack, e dall’altra da’ da riflettere a chi, in un modo o nell’altro, è legato alla tradizione.
La “ Promenade du port” si svilupperà su tre livelli, il primo dei quali a pelo dell’acqua. Avrà una dimensione imponente: 15 mila metri quadri lordi, 10 mila puliti. Ci sarà un parcheggio sotterraneo, capienza 300 posti auto. Ciascun negozio avrà a disposizione, in media, 80 metri quadri. “E tanta libertà” evidenza Casolo. Perché nella nuova “passeggiata del lusso”, tutti i marchi avranno la possibilità di mettere bene in risalto i propri simboli, senza “per questo danneggiare lo stile architettonico della Costa Smeralda”.
Indiscrezioni sui nomi? Nessuna. È ipotizzabile che ci siano Versace e Tod’s, Bulgari e Dolce & Gabbana, Gucci e Prada. Solo per restare a quelli già presenti.
Nota: Antonietta Mazzette è professore ordinario di Sociologia Urbana all’Università di Sassari. Il suo contributo, come quello di Sandro Roggio, era privo di titolo (ne ho scelto uno io per ciascuno). Qui il link al pezzo di Eddyburg sul disegno di legge sardo per la regolamentazione dell’insediamento commerciale. In allegato qui sotto anche un PDF che spiega meglio i progetti di Tom Barrack per la Sardegna (f.b.)