Pgt in aula, tre mesi per la Milano del futuro
di Alessia Gallione
Un anno dopo, Milano ci riprova. Un’altra maratona, un’altra battaglia per approvare il nuovo Pgt rivisto e corretto dalla giunta Pisapia che oggi torna in Consiglio comunale. E un traguardo che, realisticamente, Palazzo Marino ha tracciato: fare in modo che le regole dell’urbanistica diventino legge entro l’estate. Tre, al massimo quattro mesi di tempo considerando che a marzo l’aula dovrà affrontare il dibattito sul bilancio, già annunciato ad alta tensione.
Sarà una seduta importante quella del Consiglio di oggi: prima la discussione sulla delibera che permetterà alla giunta di concludere l’accordo con le banche per i derivati. Subito dopo, l’esigenza - per rispettare tempi e scadenze - di dare avvio al percorso del Pgt con la relazione all’aula dell’assessore all’Urbanistica, Ada Lucia De Cesaris.
Era il 4 febbraio del 2011 quando la giunta Moratti riuscì ad approvare il suo Piano di governo del territorio. Un documento mai pubblicato che il nuovo esecutivo ha revocato per riaprire la rilettura delle 5mila osservazioni di cittadini, associazioni, operatori. Oltre 2mila sono state accolte ed è così che molti punti sono cambiati: le quantità di cemento sono state ridotte così come le previsioni di nuovi abitanti; le volumetrie che avrebbe generato il Parco Sud cancellate; il tunnel Expo-Linate eliminato. Adesso l’imperativo del centrosinistra è fare in fretta. Senza stravolgere, con il passaggio in aula, le nuove regole. Con appelli che partono in direzione centrodestra: «Ci daremo un programma e la possibilità di approfondire anche in altre sedute di commissione - dice la capogruppo del Pd, Carmela Rozza - Ci auguriamo però che le opposizioni abbiano la consapevolezza di quanto sia importante dare alla città regole urbanistiche, e che abbandonino lo strumento dell’ostruzionismo».
Per il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli, tuttavia, il dibattito di oggi non dovrebbe neppure cominciare: «Non è stato possibile - dice - affrontare nel merito molte questioni: sembra che la maggioranza abbia paura». Le critiche piovono anche sul metodo: «Il Piano è stato modificato in modo sostanziale e dovrà essere ripubblicato per riaprire una nuova fase di ascolto della gente». Se no scatterà un ricorso? «Spero di non essere messo nelle condizioni di doverlo fare - dice l’ex assessore all’Urbanistica - perché politicamente non è la partita che vorrei giocare. Temo però che i ricorsi saranno moltissimi». Le osservazioni sono state divise in 99 gruppi. Sarà il Consiglio, adesso, a stabilire come impostare il dibattito. Anche se il presidente Basilio Rizzo si augura che non siano necessarie «maratone notturne dettate solo dalla volontà di fare ostruzionismo. Pensiamo piuttosto a lunghe sessioni di lavoro durante il giorno».
"Troppi cantieri sono arenati alla città servono regole subito" (intervista all’assessore De Cesaris)
«Questa amministrazione l’aveva promesso: avrebbe chiuso il lavoro delle osservazioni e portato in Consiglio la sua proposta di Pgt all’inizio del 2012. Adesso chiediamo a tutti di partecipare a un lavoro che deve essere di confronto e approfondimento, con un obiettivo: fare presto». Eccolo, l’appello dell’assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris.
Perché è importante che il Pgt sia approvato velocemente?
«Perché Milano ha bisogno di nuove regole. E perché, se si supera questo momento di conflitto politico sulla pianificazione, si può cominciare a occuparsi in modo serio di quale disegno si voglia dare alla città, tenendo conto del numero e dell’impatto di interventi ancora in corso e delle forti criticità che molti presentano, soprattutto in periferia».
Si riferisce a quartieri come Santa Giulia?
«A Santa Giulia, ma anche a piani come Rubattino, Marelli, Porta Vittoria... C’è un’enormità di progetti che vanno avanti a singhiozzo e che vanno reinseriti in un contesto generale. Dobbiamo riannodare i fili di interventi avviati che vanno ripensati per essere portati a termine garantendo, però, infrastrutture e verde».
Qual è il disegno di città che viene fuori da questo Pgt?
«Questo Piano ha in sé un’idea di città in cui lo sviluppo non può coincidere con un’incondizionata crescita edilizia. Al centro di ogni trasformazione urbana deve esserci l’interesse collettivo, il miglioramento della qualità della vita».
Non teme l’opposizione dei costruttori?
«Parlare di indici in un momento di crisi del mercato non ha molto senso. Quello che il Pgt mette in gioco è la possibilità di costruire rispondendo alle effettive esigenze dell’abitare, di rimettere in comunicazione domanda e offerta reali».
A cosa si riferisce, all’housing sociale?
«Sicuramente la residenza sociale, in tutte le sue declinazioni, è la vera scommessa. Ma penso anche alla possibilità di realizzare trasformazioni che poi non rischino di morire ancora prima di essere terminate o che siano prive di collegamenti, parchi, strutture pubbliche».
Questo Pgt non è stato scritto ex novo dalla giunta. Qual è il cambiamento di cui è più orgogliosa e quale, invece, quello che non è riuscita a fare?
«Sicuramente questo non è il mio Piano. Ma sono molto contenta delle scelte fatte per il Parco Sud, di aver limitato una pioggia di volumetrie che difficilmente avremmo gestito. Attraverso la rilettura delle osservazioni, poi, abbiamo ridato, non in modo ideologico, una funzione alla regìa pubblica. So, invece, che tutta la parte relativa alla mobilità e alle infrastrutture è rimasta debole: dovremo occuparci quanto prima del Piano urbano della mobilità».
L’opposizione vi accusa di aver stravolto il Pgt.
«Non è stato stravolto. Abbiamo ascoltato la città, recepito i pareri dei vari enti, tenuto conto dell’esito dei referendum ambientali. Un Pgt è sempre la sintesi della proposta che fa un’amministrazione e delle osservazioni dei cittadini, che comportano inevitabilmente modifiche e aggiornamenti».
Crede che, economicamente, l’impianto stia in piedi?
«Per noi i conti tornano. Certo, a chi consuma un bene come il suolo chiediamo di partecipare alla costruzione della città pubblica con case di edilizia sociale, con servizi».
Teme ricorsi?
«Un ricorso non si nega a nessuno. Il vecchio Piano è stato impugnato ancora prima di essere pubblicato e, nella mia storia professionale di avvocato, non ho notizie di Pgt che non lo siano stati. L’importante è aver lavorato nel rispetto della legge».