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Il governo e la camorra a Fondi: omissioni e protezioni
6 Agosto 2009
Articoli del 2009
Una storia dell’Italia di oggi: i nuovi poteri criminali sul territorio. Un servizio di Claudia Fusani e un’intervista di Jolanda Bufalini. L’Unità, 5 agosto 2009

La solitudine del Prefetto

che volle «sciogliere» Fondi

di C. F.

Un prefetto «abbandonato» nel suo territorio dal suo governo. Altri prefetti che solidarizzano con il collega. Una bella fetta della città - dal Pd all’Idv passando per tutta la sinistra radicale (Sl,Comunisti), la Fondazione antimafia Caponnetto e Murales - che chiede l’intervento del Presidente della Repubblica in quanto «ultimo e unico garante delle istituzioni a cui è possibile rivolgersi». Succede a Fondi,agro pontino,il basso Lazio terra di mare e frutta e verdura. La conca d’oro, una volta,per via di quelle arance succose che prima della guerra prendevano il treno e finivano inGermania. Terra di mafia,oggi, dicono le inchieste della procura antimafia, del prefetto e del ministro dell’Interno. Brutta storia questa di Fondi. E urgente,a cui certo non giovano le ferie estive.

Iatituzioni lasciate sole. Il prefetto «abbandonato» è Bruno Frattasi,il rappresentante del governo nella provincia di Latina che a settembre2008ha chiesto lo scioglimento del comune perché «sono emersi elementi su collegamenti diretti degli amministratori con la criminalità organizzata talida compromettere la libera determinazione degli organi elettivi e il regolare funzionamento dei servizi». La sua richiesta di scioglimento,che significa decadenza di tutte le cariche dal sindaco in giù,è stata ribadita nel febbraio 2009 ministro dell’Interno. In genere,quando il ministro dell’Interno chiede lo scioglimento il Consiglio dei ministri accoglie e dispone nel giro di quindici giorni. Per Fondi la prassi è rivoluzionata. Non solo il comune non è stato ancora sciolto. Ma venerdì scorso il Consiglio dei ministri se n’è uscito con una giravolta tanto inattesa quando ambigua: «La decisione rinviata in attesa che il ministro dell’Interno presenti un’altra relazione alla luce della nuova legge». Nel multiforme pacchetto sicurezza,infatti,quello che introduce il reato di clandestinità e le ronde,c’è anche la revisione della norma antimafia che riguarda gli enti locali.

Uno choc. Il prefetto Frattasi è stato contattato solo dall’ufficio di gabinetto del ministro. Che fare? Boh, non si sa,«bisogna vedere come calare nella realtà il comunicato di palazzo Chigi».Da qui la rivolta. Silenziosa ma decisa quella dei prefetti. tra mille difficoltà si batte per il rispetto della legalità e la tutela dei valori costituzionali» dice il viceprefetto Maria Rosaria Ingenito segretario nazionale di Unadir. Punta al Quirinale quella fetta di città che non ne può più di negozi che «aprono e chiudono»,di speculazioni e abusi edilizi. Per non parlare del Mercato dell’ortofrutta. «Ci rivolgiamo al Presidente – spiega Bruno Fiore, coordinatore del Pd di Fondi – perché non ci resta che il Quirinale. Questo rinvio è una vergogna, un’operazione di smaccato salvataggio politico nonché una forzatura dell’applicazione di una legge dello Stato». Salvataggio del sindaco Luigi Parisella (Pdl) e del plenipotenziario locale il senatore Claudio Fazzone (Pdl). Durissima la Fondazione Caponnetto. «Ormai nell’agro pontino è radicato un sistema criminale mafioso” dicono Elvio Di Cesare e Vincenzo Trani . E questo è un governo che fa antimafia solo a parole ».

Dal MOF all’edilizia

gli affari delle cosche nel comune pontino

di Claudia Fusani

Felice attraversa in bicicletta il cortile del mercato ortofrutticolo di Fondi, anima e motore dell’economia del paese, 400 ettari di depositi di frutta e verdura, 800 milioni di fatturato l’anno che danno da vivere a migliaia di famiglie. Si chiama MOF,è il più grande d’Europa. Da qualche anno, dicono le inchieste della magistratura, «snodo di affari di ‘ndrangheta e camorra». La mafia? «Qui – ragiona Felice - i problemi sono gli scoperti delle ditte,crediti che andiamo a riscuotere anche dopo 120 giorni,se va bene...». E quando non va bene, si deve ricorrere a chi è esperto nel recupero dei crediti. La famiglia Tripodo, ad esempio, un pezzo importante di ‘ndrangheta,contanti subito che significano salvezza ma anche diventare schiavi. La direzione delMof,spa a maggioranza pubblica, presidente Giuseppe La Rocca (Pd),amministratore delegato Vincenzo Addessi,calcola che siano «intorno al 25 per cento del fatturato gli scoperti delle aziende».

Montagne di cocomerie meloni, cataste di pesche gialle e bianche, insalata, pomodori, peperoni giganti,susine e albicocche, bilici di limoni e uva. Le mafie sanno nascondersi anche in questo paradiso di odori e sapori. Soprattutto qua. Ma non solo qua. A leggere la lettera con cui il prefetto Frattasi nel settembre 2008 chiese,ma ancora non ha ottenuto,lo scioglimento del consiglio comunale di questa cittadina dell’agro pontino,vengono i brividi. All’inizio degli anni settanta qui furono mandati al confino una decina di famiglie di ‘ndrangheta e camorra, una mappa che parla da sola: i casalesi a Minturno,i Bardellino a Formia, Tripodo e Galluzzo a Fondi, Ciarelli,Di Silvio e Baldascini a Latina e poi Alvaro e Nitta- Strangio. La serie A della criminalità organizzata. «Appaiono altamente significative – scrive il prefetto - le connessioni,emerse chiaramente tra la famiglia Tripodo e soggetti legati,per via parentale, anche a figure di vertice del comune di Fondi,nonché a titolari di attività commerciali pienamente inserite nel mercato ortofrutticolo». Segnati in rosso sono poi «i rapporti tra Tripodo Antonio Venanzio,fratello di Carmelo,Peppe Franco, titolare di attività ortofrutticola nell’ambito del Mof,Luigi Parisella,sindaco del comune di Fondi e cugino di Peppe Franco».

Tutto questoera stato scritto nell’ottobre 2008. Il 6 luglio l’operazione della Dda Damasco conferma lo schema arrestando17persone: i fratelli Tripodo,l’imprenditore della frutta Peppe Franco,un vero boss al Mof ,e poi il direttore dei Lavori Pubblici Gianfranco Mariorenzi,il direttore delle Attività produttive e del Bilancio Tommasina Biondino, il comandante dei vigili urbani e il suo vice. Insomma,mezza città quella che,secondo l’accusa del gip Cecilia Demma,«si muove intorno al sodalizio costituito dai fratelli Tripodo,dai Peppe e dai Trani e dai loro prestanome». Sodalizio che da almeno due anni «ha in mano gli appalti pubblici,i servizi funebri, le pulizie, l’edilizia». Per Gemma Peppe,invece, la figlia di Franco che cerca di lavorare al box 5 dell’ultimo corridoio del Mof mentre gli uomini di casa sono in cella o latitanti,«sono tutte storie»: «A Fondi ci sono solo ladri di polli».

È più o meno, questa,la stessa posizione del sindaco Luigi Parisella e del suo sponsor politico,il senatore Claudio Fazzone,48 anni, ex poliziotto,autista di Mancino quando era ministro dell’Interno. Una carriera fulminante,la sua: nel Duemila,esordio nelle liste di Fi alle regionali,risulta il più votato d’Italia dopo Berlusconi. Diventa presidente del consiglio regionale, e da allora non l’ha fermato più nessuno.È lui che a novembre sale al Viminale e la pratica Fondi,in qualche modo,si ferma. Uomo potente, Fazzone. Mai un’inchiesta, eppure è ancora avviata presso la procura di Latina quella che riguarda alcuni suoi presunti beneficiati alla Asl di Latina,dai portantini agli infermieri. «Basta con questa storia della mafia a Fondi» ripete il senatore. «Ormai possiamo stare tranquilli» fa eco il sindaco. Certo lo scioglimento sarebbe una tragedia,per lui e per la sua giunta: appalti, urbanizzazioni, oltre cinque mila nuovi alloggi,la nuova Casa comunale e il centro commerciale. Appalti,spiega Bruno Fiore,coordinatore del Pd,«in mano a prestanome».

L’ex assessore ai Lavori Pubblici Riccardo Izzi che ha dato il via alle inchieste ha parlato di «un accordo perchè i clan Tripodo,Zizzo e Bouzan si spartiscano la provincia di Latina». Un sistema criminale, raccontato e svelato. Ma il governo prende tempo.

LE TAPPE DELLA VICENDA

FEBBRAIO 2008

Il prefetto di Latina Bruno Frattasi invia una commissione d’accesso al Comune di Fondi per verificarne probabili infiltrazioni mafiose.

SETTEMBRE 2008

La commissione termina il proprio lavoro. E consegna al ministro dell’Interno Roberto Maroni una relazione in cui chiede lo scioglimento.

OTTOBRE 2008

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni insedia una nuova Commissione d’inchiesta che lavora fino al mese di dicembre.

FEBBRAIO 2009

Il ministro dell’Interno,dopo le dovute verifiche della Commissione,chiede lo scioglimento del Consiglio comunale di Fondi.

6 LUGLIO 2009

La Dda arresta diciassette persone tra boss,ex assessori, consiglieri e funzionari comunali del comune del basso Lazio.

24 LUGLIO 2009

In Consiglio dei Ministri delibera lo scioglimento dei comuni di Fabrizia e Vallelunga Pratameno ma non quello di Fondi.

Intervista ad Achille Serra

“Su Fondi il governo ha il dovere di assumere una decisione”

di Jolanda Bufalini

Ecco lo spot di Maroni, dice che i reati sono diminuiti dell’8%. Ma quello che è diminuito è lo spazio nelle Tv. Sulla povera signora Reggiani fu costruita un’intera campagna elettorale. Ora, una violenza carnale scompare subito dai primi titoli dei notiziari».

Senatore Serra, qual è lo stato della sicurezza?

«Facciamo un esame tecnico, non politico: perché dovrebbe essere migliorata la sicurezza? Il “pacchetto” appena pubblicato sulla Gazzetta ufficiale non può aver esplicato i suoi effetti. L’utilizzo sparso dei militari? Le ronde? Non cadiamo nella farsa. Gli sbarchi? Fino alla fine di maggio mai se ne erano verificati tanti. I nomadi? Quando con Veltroni dicevamo che italiani e rumeni non si possono mandare via, che il problema va gestito, ci si scagliarono contro. Non solo non sono riusciti a mandarne via nemmeno uno, ma non hanno governato il problema, con l’allestimento dei nuovi campi come stavamo facendo noi».

Ma i reati sono diminuiti?

«Da anni i reati diminuiscono grazie a un lavoro straordinario delle forze dell’ordine, che però hanno subito un ulteriore fortissimo taglio alle risorse, tanto da unificare sindacati di destra e di sinistra nella contestazione al governo».

Il Consiglio dei ministri ha rinviato la decisione sullo scioglimento del comune di Fondi. Cosa ne pensa?

«C’è una relazione eccellente del prefetto Frattasi, c’è la richiesta del ministro Maroni di scioglimento per infiltrazione mafiosa. Il comportamento del governo è da biasimare, deve pronunciarsi. Da prefetto io ho chiesto lo scioglimento di alcuni comuni, il ministro Amato si prese il tempo necessario ma poi la sua richiesta fu accolta dal consiglio dei ministri».

Il ministro Maroni ha, per due volte, confermato la richiesta.

«Do atto al ministro, che stimo, di aver fatto ciò che doveva. In commissione antimafia abbiamo chiesto gli atti e li abbiamo avuti. C’è stato un intervento della capogruppo Pd Laura Garavini. Il prefetto Frattasi ha fatto un’istruttoria eccellente. Ed se lui dice che c’è un pericolo di mafia non se lo sogna. Il suo lavoro è il terminale di una commissione di cui fanno parte finanzieri, carabinieri, poliziotti, ragionieri. Il ministro ha valutato come corretta la relazione del prefetto. Se il governo ha un parere diverso deve dirlo, ma non può non pronunciarsi. Poi discuteremo. Se c’èun pericolo di mafia quel consiglio comunale va sciolto».

Il prefetto Frattasi è un funzionario dello Stato,potrebbe trovarsi in una situazione esposta...

«Neanche mi sfiora l’idea. Guai se in Italia si arrivasse a questo. Io da prefetto di Roma o di Palermo ho fatto proposte di scioglimento dei comuni. Mai ho pensato a ritorsioni e nessuno Mi ha mai dato adito, ci fossero governi di destra e di sinistra, a pensieri di questo tipo. Veramente sarebbe di estrema di gravità se si verificasse anche solo un sospetto.

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