Una rassegna di articoli, video e comunicati per spiegare da dove deriva il "No alle Grandi navi" di comitati, movimenti e associazioni di Venezia che da diversi anni scendono in "piazza" e in "acqua" per protestare contro le politiche territoriali locali e nazionali.
Il mondo non lo sa, ma Venezia e la sua laguna stanno scomparendo. La tacita alleanza tra i gestori delle grandi navi e dello sfruttamento turistico, i forti poteri economici, l'Autorità Portuale e un'amministrazione locale impegnata a dilapidare il patrimonio accumulato con sapienza nei corso dei secoli dalla Repubblica Serenissima stanno distruggendo una città e un territorio che sono unici al mondo.
Non ancora proporzionate alla posta in gioco, ma lungimiranti e determinate, le forze sociali e culturali di Venezia sono impegnate a contrastare i poteri e le scelte responsabili di questa devastazione. Queste forze dopo la grande "Marcia per la dignità di Venezia" del 10 giugno scorso scendono di nuovo in acqua il 29-30 settembre (qui il link al programma), per difendere la laguna non solo dalle grandi navi, ma anche dalle grandi opere come il Mose, in favore di una giustizia ambientale capace di instaurare una gestione dei territori equa e rispettosa dell'ambiente e non al servizio degli interessi della rendita e del profitto. Ad organizzare l'evento il Comitato NOGrandiNavi, protagonista dal 2006 di numerose manifestazioni, mobilitazioni ed eventi.
Qui sono raccolti alcuni articoli per illustrare la devastazione causata dalle grandi navi. I primi due testi, di Tantucci e Favarato riportano i dati numerici delle navi e dei visitatori croceristi mordi e fuggi che entrano a Venezia in un anno e in un week end, emblematici di come viene scelleratamente gestita questa fetta di turismo. Qui il link ad un articolo di Clara Zanardi sul turismo generato dalle grandi navi, che non è il solo responsabile, ma è certamente quello con più evidenti negatività.
Il terzo testo, un comunicato dell'Associazione AmbienteVenezia, introduce le distruzioni previste dai progetti in cantiere per allargare e scavare nuovi canali in laguna e quindi far continuare a passare le navi in questo fragile ecosistema. Ci sono link ad alcuni filmati interessanti, a un Dossier con immagini e un articolo sulle devastanti conseguenze del progetto di portare le grandi navi a Marghera. Sulla delibera nefasta del Comitatone - il Comitato interministeriale per la salvaguardia di Venezia - del 7 novembre 2017 si legga anche l'articolo di Lidia Fersuoch.
Il quarto testo è una lettera inviata il 25 giugno 2018 dal Comitato NOGrandiNavi – Laguna Bene Comune ai Nuovi Ministri competenti dove sono sintetizzati le analisi condotte, i problemi riscontrati e le proposte avanzate dal Comitato per togliere le navi da crociera dalla laguna e ricominciare a pensare alla sua salvaguardia.
Infine, un brevissimo articolo sull'Assemblea cittadina che si è tenuta il 22 settembre 2018 in preparazione delle mobilitazioni del 29-30 settembre, con indicazione anche di come partecipare alla manifestazione per terra e per acqua di domenica 30 settembre. (i.b. e e.s.)
La Nuova Venezia, 23 settembre 2018
di Enrico Tantucci
Pienone in Marittima, ieri calli ingolfate da comitive e guide Van der Borg: «Questi visitatori non servono a Venezia»
Venezia invasa dai crocieristi nel penultimo weekend di settembre, con un “carico” aggiuntivo di circa trentamila turisti che si aggiunge alla già consistente presenza di quelli pernottanti e soprattutto dei “giornalieri”.
Sono complessivamente ben quattordici le navi da crociera, in base al calendario reso noto dalla Venezia Terminal Passeggeri, presenti in Marittima da ieri fino a domani mattina, per una presenza potenziale complessiva che sfiora appunto le trentamila presenze. Si va infatti dagli oltre 4 mila crocieristi della Norwegian Star o dai quasi 3.500 della Rhapsody of The Seas - con i «colossi» di Costa Crociere anch’essi intorno ai 3 mila passeggeri, ai 120 della Marella Celebration, che si fermerà lunedì solo per una decina di ore.
In tempo, però, per “scaricare” la sua pattuglia di turisti giornalieri sulla città storica. Già ieri, soprattutto nella prima parte della giornata, nelle calli intorno a Rialto e San Marco erano intasate dalle comitive di crocieristi preceduti dalla loro guida, che talvolta anche si incrociavano nei due sensi di circolazione pedonale.
Un fenomeno che si acuisce in questo periodo dell’anno e non a caso per domenica prossima, quando è attesa un’altra invasione di croceristi, è prevista la manifestazione di protesta in acqua del Comitato No Grandi Navi, che ieri ha tenuto la sua assemblea preparatoria (ne riferiamo a parte). Un’invasione che non produce neppure particolari beneficio economici per la città, almeno ad ascoltare un esperto come il docente di Economia del Turismo di Ca’ Foscari Jan Van Der Borg.
Secondo i dati dell’Autorità portuale veneziana, infatti, nel primo semestre i passeggeri sono cresciuti del 16 per cento: in valore assoluto una crescita di più di 80 mila crocieristi più, dai 480 mila del 2017 ai 561 mila del primo semestre dell’anno in corso. Un fenomeno però che preoccupa anche una parte consistente dei residenti, anche sulla base di quanto il presidente della Municipalità di Venezia Giovanni Andrea Martini (ne riferiamo a parte) è andato a riferire nella sua relazione al Congresso del Wto (l’Organizzazione mondiale del commercio) che si è svolto a Seoul, in Corea, in riferimento soprattutto all’inquinamento dei fumi e quello acustico.
La stessa Autorità Portuale ha deciso di recente di mettere sotto controllo i livelli di inquinamento acustico provocati nel Porto di Venezia dalle Grandi Navi, soprattutto nelle ore notturne, con l’uso di altoparlanti o amplificatori in occasione, ad esempio, di feste a bordo delle navi da crociera. Avviato infatti per la stagione in corso il monitoraggio acustico delle navi all’ormeggio nella banchine di Santa Marta e San Basilio nella Stazione Marittima, per la stagione crocieristica in corso.
L’incarico è già stato assegnato allo Studio Pro.Tecno srl. Previsti monitoraggi di lunga durata, per capire quanto rumore viene prodotto mediamente da una nave crociera che attracca e sosta alla Marittima. Ma anche di breve durata, relativi ad esempio ai periodi di imbarco e sbarco dei passeggeri o ad altri eventi legati alla presenza delle navi, sarà infine stilato un rapporto per valutare che i limiti di decibel nelle aree confinanti al Porto siano effettivamente rispettati, anche se non è mai stato emesso, come previsto dalla legge, un decreto che regola le emissioni acustiche nelle aree portuali.
Non è la prima volta che il Porto si occupa di questo problema, perché già quattro anni fa, l’allora presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa aveva emesso un’ordinanza per il contenimento e la riduzione delle emissioni sonore, anche in seguito alle reiterate le proteste e in qualche caso anche gli esposti presentati dagli abitanti di Santa Marta e San Basilio.
CROCIERE,2019 DA RECORD PREVISTO BOOM DEL 5,5%
di Gianni Favarato
Nel 2017 le grandi navi hanno portato in città ben 1.466.635 passeggeri con un calo dell'11 % rispetto all'anno precedente.
Ma è poi vero che la crocieristica a Venezia è in grave pericolo per le eccessive regole che limiterebbe l'accesso delle grandi navi, a discapito degli operatori e dei lavoratori coinvolti?
18 settembre 2018
COMUNICATO DI AMBIENTEVENEZIA E LINK A VIDEO
In particolare abbiamo dimostrato quali devastazioni e distruzioni avrebbero causato i vari folli progetti presentati in questi anni dal cosiddetto “Partito Trasversale che vuole mantenere le grandi navi da crociera in Laguna” facendole entrare in Laguna dalla Bocca di Porto di Malamocco e facendole transitare attraverso il canale dei Petroli…
... c’è chi le vuole a Fusina, chi le vuole a Porto Marghera, chi le vuole portare in Marittima attraverso il canale Contorta o attraverso l’isola delle Tresse, o attraverso il canale Vittorio Emanuele.
Per realizzare qualsiasi di questi devastanti e folli progetti si dovrebbero scavare diversi milioni di metri cubi di fanghi più o meno contaminati.
Lo scavo del canale dei Petroli e il passaggio delle navi commerciali e industriali in questi anni ha creato danni irreversibili a tutta la Laguna centrale…. Allargare il canale dei Petroli e scavare vecchi e nuovi canali per far transitare anche le grandi navi da crociera porterebbe negli anni alla totale distruzione di quanto è rimasto nella Laguna centrale e farla diventare un braccio di mare con profondità di diversi metri.
Qui il link a un'interessante critica del prof. Gianni Fabbri sul progetto di portare le maxi navi a Marghera e del relativo scavo del canale dei petroli.
Qui alcuni video interessanti su onde e danni causati dal passaggio di navi nel canale dei Petroli:
"Ship Traffic and shoreline erosion in the Lagoon of Venice"
"Grande nave MSC in Canale dei Petroli"
Realizzato da Venezia Viva
"Onde: provocate dal passaggio di una nave mercantile dal porto di Marghera al canale dei petroli"
Realizzato da Loredana Spadon
Venezia 25 giugno 2018
LE GRANDI NAVI DA CROCIERA A VENEZIA: TEMPO DI CAMBIAMENTO
Lettera inviata dal Comitato NOGrandiNavi – Laguna Bene Comune ai Ministri Competenti
Mentre continuano le mobilitazioni popolari che pretendono l’estromissione definitiva dalla laguna di Venezia delle grandi navi crociera si auspica che su tale questione sia condotta una reale azione di cambiamento rispetto al governo precedente, con particolare riferimento all’azione ostativa del ministro delle Infrastrutture, che ha dimostrato subordinarietà agli interessi delle lobby crocieristiche.
Richiamiamo il nuovo Governo alla piena applicazione del decreto Clini-Passera (2012) al fine di garantire la tutela ambientale e la sicurezza della navigazione nella Laguna di Venezia.
Sollecitiamo in particolare il Presidente del Consiglio, che presiede il Comitato dei Ministri per Venezia, e il Ministro delle Infrastrutture:
a individuare il Progetto con Valutazione di Impatto Ambientale positiva (VIA positiva), come la soluzione alternativa al transito della Grandi Navi per il Bacino di San Marco, estromettendo del tutto le Grandi Navi dalla Laguna,
a dare seguito all’esito delle procedure attivate secondo la normativa vigente, (CS LL.PP. -Conferenza dei Servizi - CIPE)
ad autorizzare la rapida realizzazione della soluzione individuata , secondo l’Intesa Stato Regione dell’ 14 aprile 2014 e la Delibera del Comitato dei Ministri per Venezia del 8 agosto 2014.
Va radicalmente cambiato l’andazzo della situazione che si è venuta a creare con il vecchio governo tramite la Autorità Portuale con l’aver messo in campo sempre nuove irrealistiche proposte (scavo del canale Contorta, poi del canale delle Tresse, poi del terminala Marghera e scavo del Canale Vittorio Emanuele) per mantenere nel frattempo il transito delle grandi navi crociera attraverso il bacino di San Marco ed il canale della Giudecca.
Segnaliamo che il vecchio governo non ha tenuto in nessun conto la salute dei cittadini, esposti alle emissioni atmosferiche e al rumore delle navi a ridosso del centro abitato; nessuna cura è stata posta alla tutela dell’ inestimabile valore storico-artistico e del paesaggio della Città di Venezia; sul lato ambientale invece del ripristino della morfologia lagunare si è previsto lo sconquasso della Laguna e la stessa sicurezza della navigazione è stata messa a dura prova, mentre con l’ipotesi del terminal a Marghera si è attivata l’aspirazione ad una gigantesca speculazione immobiliare dalle aree industriali dismesse di proprietà dei privati all’area dei Pili.
IL CAMBIAMENTO ATTESO E AUSPICATO va collocato nel contesto normativo speciale vigente di tutela e salvaguardia di Venezia e della sua laguna, e nella cornice della forza di resistenza della popolazione che ha reagito fermamente con la protesta popolare tenendo conto:
-del decreto Clini-Passera, emesso nel 2012 subito dopo la tragedia del Concordia, che protegge la particolarissima sensibilità e vulnerabilità ambientale della Laguna di Venezia, laddove dispone il divieto di transito delle grandi navi crociera del bacino di S. Marco e di individuare una soluzione alternativa per poter garantire elevate condizioni di sicurezza marittima e la tutela dell’ecosistema lagunare;
- della mobilitazione di migliaia di cittadini, delle petizioni, del referendum popolare autogestito con oltre 18.000 firme, delle interrogazioni parlamentari, delle prese di posizione di osservatori mondiali, di Associazioni nazionali e dell’Organismo internazionale UNESCO, che chiede all’Italia di allontanare le grandi navi da crociera e da trasporto dall’intera laguna.
Per ultimo vanno respinte le indicazioni (peraltro non assunte e non deliberate, emerse nel corso dell’ultimo inconcludente Comitato dei Ministri per Venezia del 7 novembre 2017) di spostare il transito delle Grandi Navi alla Bocca di Malamocco verso Marghera e il Canale Vittorio Emanuele per i molteplici aspetti negativi già evidenziati dalle valutazioni del Ministero dell’Ambiente e della Capitaneria di Porto :
-un impatto ambientale devastante per le dimensioni ed il dislocamento delle grandi navi crociera che comporterebbe l’ulteriore erosione dei canali di accesso portuali con la mobilitazione di milioni di metri cubi di fanghi, per lo più inquinati, mettendo a rischio il già delicato equilibrio idrodinamico e morfologico della laguna. Recenti ricerche evidenziano una drammatica erosione del canale Malamocco-Marghera per il passaggio delle navi mercantili, di cui la Autorità Portuale ipotizza e persegue dimensioni sempre maggiori che sarebbe ancora più aggravata se si dovessero sommare anche le grandi navi crociera. Problematica peraltro, questa dell’erosione, che deve costituire comunque parte fondamentale del piano morfologico.
- una commistione di traffici diversi, crocieristici, commerciali, petroliferi attraverso la navigazione del canale dei Petroli (canale Malamocco-Marghera), con conseguenze negative per la sicurezza della navigazione e per gli stessi milioni di passeggeri obbligati ad attraversare il polo chimico di Marghera, dichiarata sito a Rischio di Incidenti Rilevanti ( RIR).
- aspettative speculative legate al cambio di destinazione d’uso delle aree dismesse: da industriale a turistico-commerciale, che rischiano di pregiudicare il futuro e lo sviluppo di attività industriali e manifatturiere della prima zona industriale (es. Fincantieri e bio-raffineria Eni) mettendo a rischio l’occupazione che ha già visto la perdita di migliaia di posti di lavoro; tutto ciò in aperto contrasto con il riconoscimento legislativo di Porto Marghera come “ area di crisi complessa “
Va invece preso formalmente atto, nel prossimo Comitato dei Ministri per Venezia ( vulgo Comitatone) che, a seguito della comparazione di diversi ipotesi progettuali e della procedura di valutazione dei Progetti presentati da parte della Commissione Nazionale di Valutazione di Impatto Ambientale, un unico progetto (denominato, Venis Cruise 2.0 , Duferco DP Consulting) ha superato la valutazione di impatto ambientale ed è pronto , dal punto di vista tecnico e giuridico, per essere individuato, in base al Clini Passera, quale soluzione alternativa subito realizzabile.
Il progetto è stato bloccato arbitrariamente dal ministro delle infrastrutture del precedente Governo e ha impedito l’avanzamento della procedura prevista dalle norme vigenti. Nel maggio di quest’anno il progetto Venis Cruise 2.0 ha ottenuto la sentenza favorevole del Tar in cui i giudici hanno respinto tutti i profili di illegittimità sollevati dal ricorso dell’Autorità Portuale ,( ricorso presentato dall’Autorità Portuale contro il Ministero dell’Ambiente e contro il Ministero delle Infrastrutture suo stesso Ministero di appartenenza!) e dal comune di Cavallino sugli aspetti procedurali, autorizzativi e progettuali.
Il Progetto denominato, Venis Cruise 2.0, soddisfa tutti i requisiti del Clini Passera come specificati e confermati anche dall’ODG del Senato ( 6 02 2014 Endrizzi, Casson ed altri): sposta il terminal delle grandi navi crociera alla bocca di Lido, è dichiarato dalla VIA positiva, del tutto compatibile con le esigenze di salvaguardia e tutela della laguna, non interferisce con il Mose, è a distanza di sicurezza dai centri abitati, utilizza la Marittima come home-port, conferma la tutela dell’occupazione e risponde pienamente alle raccomandazioni dell’Unesco votate dall’assemblea generale di Istanbul ( luglio 2016).
Alla luce di quanto sopra considerato si ritiene realistico poter affermare che per una forza politica di maggioranza esistono tutte le condizioni “di cambiamento” per realizzare in breve tempo quella soluzione alternativa praticabile che garantisce l’estromissione definitiva delle grandi navi crociera dalla laguna e che assicura nel contempo l’occupazione ed il mantenimento della crocieristica a Venezia.
Una rappresentanza del Comitato No Grandi Navi riterrebbe opportuno, e richiede al Presidente del Consiglio e ai Ministri competenti, un incontro da tenersi quanto prima.
La Nuova Venezia, 23 settembre 2018
DOMENICA UN NUOVO CORTEO ACQUEO IN BACINO