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«Non possiamo restare a guardare, chiudere i porti significa soltanto una cosa: lasciare morire ogni giorno persone nel Mediterraneo. “Proponiamo un piccolo segno visibile, pubblico: un digiuno a staffetta con un presidio davanti al parlamento italiano per dire che non possiamo accettare questa politica delle porte chiuse…”: un appello di Alex Zanotelli, Alessandro Santoro, suor Rita Giaretta e altri, rivolto non solo ai credenti, mostra un pezzo di società che si ostina a ribellarsi»
Appello e presidio contro i porti chiusi
«Avete mai pianto, quando avete visto affondare un barcone di migranti?» così papa Francesco ci interpellava durante la Messa da lui celebrata a Lampedusa per le33.000 vittime accertate (secondo il giornale inglese The Guardian che ne ha pubblicato i nomi) perite nel Mediterraneo per le politiche restrittive della “Fortezza Europa”.
È il naufragio dei migranti, dei poveri, dei disperati, ma è anche il naufragio dell’Europa, e dei suoi ideali di essere la «patria dei diritti umani». La Carta dell’Unione Europa afferma: «La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata».
È un crimine contro l’umanità, un’umanità impoverita e disperata, perpetrato dall’opulenta Europa che rifiuta chi bussa alla sua porta.
Un rifiuto che è diventato ancora più brutale con lo scorso vertice della UE dove i capi di governo hanno deciso una politica di non accoglienza. Anche l’Italia, decide ora di non accogliere, di chiudere i porti alle navi delle Ong e affida invece tale compito alla Guardia Costiera libica, che se salverà i migranti, li riporterà nell’inferno che è la Libia. Perfino la Commissione Europea ha detto: «Non riportate i profughi in Libia, lì ci sono condizioni inumane».
Per questo stiamo di nuovo assistendo a continui naufragi. L’Onu parla di oltre mille morti in questi mesi.
Papa Francesco ha fatto sue le parole dell’arcivescovo Hyeronymous di Grecia pronunciate nel campo profughi di Lesbos: «Chi vede gli occhi dei bambini che incontriamo nei campi profughi, è in grado di riconoscere immediatamente la ‘bancarotta dell’umanità».
È il sangue degli impoveriti, degli ultimi che interpella tutti noi, in particolare noi cristiani che saremo giudicati su: «Ero straniero… e non mi avete accolto”. Noi chiediamo a tutti i credenti, di reagire, di gridare il proprio dissenso davanti a queste politiche disumane.
Noi proponiamo un piccolo segno visibile, pubblico: un digiuno a staffetta con un presidio davanti al Parlamento italiano per dire che non possiamo accettare questa politica delle porte chiuse che provoca la morte nel deserto e nel Mediterraneo di migliaia di migranti.
«Il digiuno che voglio – dice il profeta Isaia in nome di Dio – non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo senza trascurare i tuoi parenti?».
Alex Zanotelli a nome dei Missionari Comboniani.
Raffaele Nogaro, vescovo Emerito di Caserta
Alessandro Santoro a nome della Comunità delle Piagge di Firenze.
Rita Giaretta, suora della Casa Ruth di Caserta
Giorgio Ghezzi, Religioso Sacramentino.
«La Comunità del Sacro Convento aderisce e partecipa nella preghiera» è quanto riferisce padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi.
Martedì 10 luglio 2018 alle ore 12 ci ritroviamo a Roma, in piazza San Pietro, per una giornata di digiuno. Da lì proseguiremo a Montecitorio per testimoniare con il digiuno contro le politiche migratorie di questo governo. E continueremo a digiunare per altri dieci giorni con un presidio davanti a Montecitorio dalle ore 8 alle 14.
Per adesioni al digiuno e partecipazione scrivere a questa email: digiunodigiustizia@hotmail.com
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