il manifesto
Intervista. L'avvocata dei 'civici' del Brancaccio: non abbiamo tradito il mandato, ora chiediamo regole democratiche per l’assemblea del 2 dicembre e i suoi delegati. Rifondazione è dentro questo percorso perché noi abbiamo detto no ai veti
Mdp, Sinistra italiana e Possibile hanno convocato l’assemblea della lista unitaria per il 2 dicembre, il 24 e il 25 novembre eleggono i delegati. Avvocata Anna Falcone, voi civici dell’area del «Brancaccio» siete della partita?
«Abbiamo la nostra assemblea il 18 novembre, consegneremo la lettera di intenti (il documento-base unitario, ndr), lì stabiliremo i criteri di partecipazione alla lista unitaria. Io e Montanari abbiamo contribuito a lavorare a questa lettera che è una proposta. Chiediamo garanzie democratiche sull’assemblea del 2 e su tutto il percorso comune. Ci hanno garantito che sarà così. Lavoriamo perché lo sia davvero».
Il Prc obietta che non avevate mandato per quel testo.
«La lettera è stata pubblicata prematuramente, ha sorpreso anche noi. Non abbiamo fatto in tempo a condividerla con tanti altri soggetti civici. Ma avevamo avvisato Acerbo, il segretario del Prc. Che sul manifesto ha ammesso di averla ricevuta da noi. Ci ha anche risposto».
Condividerla significa comunicarla?
«Comunicarla e sapere gli altri cosa ne pensavano. Ma abbiamo sempre detto che l’obiettivo più importante è la lista unitaria. Sarebbe stato sciocco dire di no. Quel testo contiene tutte le condizioni che abbiamo chiesto nel nostro appello al Brancaccio. È evidente che non contiene tutto, non è ancora un programma».
Quindi non è vero che non avevate il mandato per stare al tavolo con le forze politiche?
«Lo avevamo, avevamo fatto anche una conferenza stampa per dire con trasparenza che iniziavamo una serie di incontri per verificare la possibilità di fare la lista unica. Oggi avere quel documento è una garanzia per noi: è nero su bianco quello che si va a fare».
Non avete consegnato il Brancaccio a Bersani e D’Alema, come dice Acerbo?
«Assolutamente no, è o il contrario. In democrazia non si possono fare liste di proscrizione. Il rinnovamento si fa tutti insieme con regole comuni. Acerbo è sempre stato d’accordo. Certo, dobbiamo avere garanzie su come sarà convocata l’assemblea e come saranno scelti i delegati, quanto sarà democratica e aperta alla società civile. Felici per l’elezione al parlamento regionale di Fava in Sicilia, ma lì si è capito che se una lista non prevede un percorso con la società civile poi non raggiunge i risultati sperati. Ma sono fiduciosa. E non fa bene dare addosso a chi ha lavorato per non escludere il Prc: abbiamo detto sempre no ai veti. Rifondazione è a questo tavolo delle regole anche grazie a questo. L’impressione di aver disatteso gli impegni è falsata e sbagliata. Proseguiamo nel mandato che abbiamo ricevuto».
Ma vi aggiungerete all’assemblea del 2 dicembre?
«Lo valuteremo in assemblea. Faremo tutti gli sforzi possibili per fare la lista unica di sinistra, su un programma radicale e con un metodo democratico. I nostri sforzi nascono da questo intento. Non abbiamo una subordinata».
O una lista unitaria o niente?
«O c’è una lista unitario oppure il Brancaccio non si spaccherà sulle posizioni di uno o di un altro partito. Non consentiremo che diventi un ring. Se il partiti volessero farne un terreno di scontro, andremo avanti con i cittadini, le associazioni, i movimenti di base e la società civile».
O alla lista arrivate tutti insieme o non ci arrivate?
«Noi abbiamo chiesto a tutti di aderire a una lista unica. Faremo tutti gli sforzi per arrivarci, se la sinistra dovesse andare al voto di nuovo frantumata sarebbe l’ennesimo esempio di poca credibilità. E comunque per altre determinazioni ci vorrebbe un mandato diverso».
Deciderete a maggioranza?
«Non abbiamo un regolamento, ma certo le posizioni si scelgono a maggioranza assoluta».
Chi voterà il 18?
«Le nostre assemblee sono aperte. Ma per evitare che qualcuno pensi di fare una scalata dal Brancaccio voteranno online tutti quelli che hanno fatto l’iscrizione certificata e che hanno aderito all’appello».
Fino a che terrete aperte le iscrizioni?
«Immagino fino al 17 per una minima esigenza di ordine. Dobbiamo evitare lo spettacolo che ha dato la sinistra di polemiche e divisioni e uno dei motivi per cui alcuni partiti, compreso il Prc, non supererebbero da soli la soglia del 3 per cento. Davvero, concentriamoci sulle regole dell’assemblea unitaria».
È sicura che i vostri futuri alleati non le abbiano già scelte?
«Voglio essere fiduciosa: penso di no. Sanno che noi dobbiamo prima decidere nella nostra assemblea. Guardi, litigare sarebbe facile. Noi siamo seri e costruttivi. A conferma, non partecipiamo alla convocazione dell’assemblea del 2 perché abbiamo il passaggio del 18 e perché prima devono essere chiare e garantite le regole di democrazia, partecipazione e deliberazione. È lì la vera sfida. Eviteremo in tutti i modi che succeda come nelle volte precedenti, e soprattutto in Rivoluzione civile, dove si sono fatte assemblee dal basso e invece alla fine i candidati sono stati scelti in una riunione di notte fra i capi delle segreterie. Dobbiamo fare tutti uno sforzo per evitare gli errori del passato. Ma nessuno può dare lezioni agli altri».
Pisapia potrebbe tornare nella vostra lista unitaria?
«Pisapia continua ad avere un obiettivo diverso dal nostro: costruire il centrosinistra e fare alleanza anche con il Pd».
Se non ci fosse il problema delle elezioni (e con quel vergognoso Rosatellum) la soluzione del problema delle alleanze potrebbe essere fedele al manifesto del Brancaccio con una regola molto semplice: all’Assemblea popolare Democrazia e Uguaglianza si iscrive chi vuole, ma, se ha la tessera di un partito la lascia nel cassetto dei ricordi. Ma oggi, alla vigilia di elezioni nazionale si presenterebbero da una parte Assemblea Popolare, dall’altro i vecchi partitini allontanatisi da Renzi, il M5s e in fondo in fondo il PD di Renzi e il resto. A questo punto le scelte sembrano solo due: o si fa un accordo tattico col meno lontano degli altri, oppure si concorre ad accrescere ancora il numero degli astenuti. (e.s.)