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Gianni Gianassi
Stadio della Roma e Stadio della Fiorentina. 
Grandi opere, interesse collettivo e una sinistra nuova.
24 Febbraio 2017
Per comprendere
Con meno clamore rispetto a Roma, anche a Firenze si decide del nuovo stadio. In questo caso, il comune sceglie l'area e assume l'iniziativa dell'operazione. Tutto bene, quindi? Decisamente no, spiega l'ex sindaco di Sesto Fiorentino sulla sua pagine facebook (m.b.)
Con meno clamore rispetto a Roma, anche a Firenze si decide del nuovo stadio. In questo caso, il comune sceglie l'area e assume l'iniziativa dell'operazione. Tutto bene, quindi? Decisamente no, spiega l'ex sindaco di Sesto Fiorentino sulla sua pagine facebook (m.b.)

In questi giorni tutti i tg sparlano della querelle sul nuovo stadio della Roma e ci dicono di cosa pensa Grillo e delle dimissioni di Berdini, senza dirci di cosa si tratta.
 Io ho capito questo:

- L’Associazione Sportiva Roma spa (valutata da Forbes con un valore di 307 milioni di dollari) chiede di aver un impianto proprio per evitare e di collegare al calcio nuove e redditizie attività quali centri commerciali, show room, ristoranti,ecc. il tutto immerso in un ambiente gradevole con cosiddette “attività di pregio”, viabilità adatta e gli immancabili enormi parcheggi;

- l’ex sindaco Marino rivendica di avere dichiarato il progetto di pubblica utilità e di averlo subordinato ad un tale numero di opere pubbliche di carattere ambientale e viario da rendere la zona degradata di Tor di Valle un nuovo e ridente quartiere di Roma a spese del privato;

- giungono notizie dalla sovraintendenza di aver, ex post, bloccato la demolizione della tribuna dell’ippodromo di Tor di Valle, quello della mitica “mandrakata” di Gigi Proietti;

- la Giunta Raggi come al solito non sa cosa fare e si affida alla Casaleggio ed eredi.

Finite le favole, alla beneficienza dei privati oramai non ci credono più neanche i bambini. La storia ci insegna che l’urbanistica contrattata, dopo aver raccontato una bella novella, dieci, venti anni dopo “fatta la festa, gabbato lo santo, lascia ai posteri traffico, inquinamento, concorrenza commerciale, consumi energivori, congestione urbana e spesso qualche fallimento. È la storia dell’urbanistica di questi ultimi 60 anni. La sinistra in alcuni casi ha creduto di essere più furba del mercato per poi accorgersi, nella migliore delle ipotesi, di non avercela fatta.

Veniamo a Firenze. Domenici a fine mandato, consentì ai Della Valle di annunciare la volontà, tramite un progetto fatto per altre società, di realizzare un nuovo impianto per il gioco del calcio diverso dal monumentale Artemio Franchi. La famosa “nuvola” dell’archistar Fuksas. Tutto ciò in piena redazione del regolamento urbanistico, con i lavori della Stazione Foster e della tramvia in corso e con ancora aperta la questione del Pue di Castello. Senza un’idea delle funzioni della Firenze Grande intesa come area vasta più complessa della Grande Firenze asfittica e chiusa nelle mura.

All’epoca, ero sindaco di Sesto Fiorentino, convinto che l’idea di un nuovo, più piccolo ma più moderno impianto fosse positiva suggerii alla Fiorentina e all’inesistente Città Metropolitana di individuare un’area in località Osmannoro dove il piano strutturale prevedeva già insediamenti commerciali e direzionali, attività per lo svago e dove insistevano una serie di attività economiche in palese affanno.
 La proposta che avrebbe visto la realizzazione di un nuovo casello autostradale a servizio di una delle aree produttive più vivaci della Toscana, la riconversione di un’area degradata e la risistemazione idrogeologica dell’intero quadrante trovò l’opposizione del comune di Firenze (Renzi sindaco) perché afflitta dalla maledizione del 50019 (il cap di Sesto Fiorentino): nessuna funzione pregiata doveva essere fatto al di fuori dell’asfittico e congestionato confine del capoluogo. 
La Piana, nei desideri di Renzi, ma anche di Rossi, doveva essere il contenitore delle cose brutte: impianti per i rifiuti, grande viabilità, centri commerciali, ecc. Tant’è che si è preferito far sviluppare con risorse pubbliche un aeroporto privato a spese dell’espansione del Polo Scientifico dell’Università di Firenze. 
Dimenticavo: la famiglia Della Valle da gran signori quali sono manco rispose “no grazie”.

La cronaca di questi anni ci racconta della volontà di insediare il nuovo stadio in uno dei quartieri più popolosi di Firenze, con una viabilità congestionata e un antico problema nella ricerca della sosta di superficie. Per fare il nuovo stadio dunque si devono trasferire i Mercati Ortofrutticoli di Firenze. Vi domanderete dove, pensando sicuramente che quell’attività che non richiama televisione e trasmissioni via satellite dei sindaci in tribuna, potesse essere decentrata in un’area produttiva limitrofa a Firenze, un’area industriale dismessa dello sprawl urbano fiorentino. Giammai! Perdere l’ICI di questa grande impresa sarebbe un problema, poco importa se ci saranno problemi di viabilità e d’ambiente, l’importante è che tutto rimanga nella firenzina bella e dorata. Quella con il cap 50100.


Quale sarà dunque l’incastro? 
E qui viene il bello. Qualche lettore più anziano si ricorderà la querelle “Fiat-Fondiaria” della fine degli anni '80 con la famosa frase “sentivo puzza di bruciato” di Achille Occhetto. Dopo il completo fallimento del Piano urbanistico di Castello, dopo lo sfregio della nuova Scuola Marescialli dei Carabinieri, l’area, funestata da numerose inchieste giudiziarie è recentemente passata di mano da Fondiaria al gruppo Unipol. 
L’area libera più grande di Firenze quindi, nell’intenzione dei nuovi urbanisti fiorentini (quelli del cemento zero) vedrà una parte occupata da una nuova ed inutile pista aeroportuale per la delizia dei banchieri e dei turisti danarosi e poi il trasferimento (c’è uno scontro tra comune di Firenze e Unipol sul prezzo) delle attività di logistica distributiva di frutta e verdura. Sicuramente nessuna crescita “smart”.
 Il comune di Firenze dovrà comprare e trasferire le attività delle aziende che operano attualmente dentro l’attuale mercato ortofrutticolo mentre il gande Diego comprerà (suppongo) l’area di Novoli per farci stadio, centro commerciale e quant’altro necessario per tenere in piedi economicamente un’operazione di puro lucro privato.

Tutto al contrario di come si dovrebbe fare.
 Vuoi fare lo stadio? Trovati e compra un’area compatibile con il Piano Strutturale, trasferisci le attività, compra l’area e costruisci. Il tutto a spese tue. Il tutto dentro un progetto di sviluppo del quadrante Nord Ovest di Firenze insieme ai comuni confinanti (Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio) ma anche con la vicina Prato. Ma di piani strutturali di area o di piani di sviluppo regionale degni di questo nome neppure l’ombra.Ho richiamato tutto questo per riportare sulla terra il dibattito sulla scissione del Pd e sulla costruzione di una sinistra nuova, sia essa di Fratoianni, di Pisapia o di Emiliano.Il mondo è cambiato. Crisi economica e demografica, riscaldamento globale, finanziarizzaione del capitalismo, falsa austerità hanno messo in ginocchio l’occidente ed in particolare i paesi più deboli come l’Italia.Sarà possibile anche solo pensare ad una sinistra nuova, moderna, popolare che abbia compreso la lezione?Sarà possibile rompere con il renzismo senza invertire nessuna delle politiche che ce l’hanno regalato? 
Di questo mi piacerebbe parlare.

Riferimenti

Sullo stadio di Firenze, vedi in eddyburg, l'articolo di Ilaria Agostini Prima lo stadio poi l'urbanistica. Numerosi articoli sullo stadio a Roma vedi nella cartella Roma

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