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Giancarlo Consonni
Sulla città metropolitana non si può più sbagliare
11 Ottobre 2014
Milano
«L’organo costituente dovrà comunque volare alto: assicurare un quadro equilibrato di garanzie democratiche e, insieme, consentire un effettivo governo metropolitano. Nell’approntare lo statuto, il Consiglio metropolitano non potrà chiamarsi fuori da un confronto sulle strategie».

«L’organo costituente dovrà comunque volare alto: assicurare un quadro equilibrato di garanzie democratiche e, insieme, consentire un effettivo governo metropolitano. Nell’approntare lo statuto, il Consiglio metropolitano non potrà chiamarsi fuori da un confronto sulle strategie». La Repubblica. ed Milano, 8 ottobre 2014

Arriva in grave ritardo e con una legge istitutiva che fa acqua da tutte le parti, ma non si può sbagliare. O decolla o il fallimento della città metropolitana lascerà un paesaggio di rovine. La prima verifica ha tempi brevi: la messa a punto, entro la fine dell’anno, dello statuto da parte del Consiglio metropolitano (24 eletti di secondo grado, i cittadini tenuti all’oscuro e la politica che pensa per loro): un passaggio delicato quanto decisivo. Da qui dipende, fra l’altro, il conseguimento di un obiettivo su cui tutte le forze politiche si dichiarano d’accordo: rendere possibile l’elezione diretta degli organi di governo nel 2016.

Ma non può bastare. Se si vuole una democrazia sostanziale, lo Statuto non può ridursi a una sistemazione burocratica a valle della sparizione della Provincia. Tantomeno può dar vita a un assetto gestionale in cui le questioni in gioco vengano riportate entro gli schemi del laissez-faire a cui da tempo ci ha abituati anche il mondo degli enti locali.

Intendiamoci: la coperta è corta. L’intera Lombardia andrebbe interpretata per quella che è: un sistema di aree metropolitane che dal basso danno vita a un coordinamento regionale. Solo così avremmo un riassetto organico, in una vera ottica federalista, con un riequilibrio dei poteri tra i diversi livelli della Pubblica amministrazione. Ma nel quadro politico attuale – si obbietterà – una simile prospettiva è mera utopia. Lo so: quanto di più lontano dal separatismo antifederalista della Lega Nord come dal neo-centralismo renziano. Non a caso la fase costituente della città metropolitana non prevede il coinvolgimento dei livelli superiori (Regione e Stato) se non come controllori. Così, per ora, la partita si giocherà solo ai livelli inferiori: comuni, zone omogenee (tutte da istituire), governo metropolitano.

I limiti e le storture della legge 56/2014 non possono però costituire un alibi. L’organo costituente dovrà comunque volare alto: assicurare un quadro equilibrato di garanzie democratiche e, insieme, consentire un effettivo governo metropolitano. In altri termini, nell’approntare lo statuto, il Consiglio metropolitano non potrà chiamarsi fuori da un confronto sulle strategie. Andranno messe sul tavolo le questioni e gli obiettivi di fondo. Quali? In estrema sintesi, si potrebbero ricondurre a quattro punti:

1. il sostegno agli elementi motori dell’economia che consentano alla città metropolitana milanese di non soccombere nella competizione fra metropoli (con tutto ciò che consegue in termini di domanda di lavoro e di risorse per il vivere);

2. il perseguimento della qualità della vita e della coesione sociale, attraverso la lotta agli squilibri tra centro e periferia (urbana e metropolitana) anche con la messa in atto di un vero policentrismo, fino a una capillare riqualificazione dei luoghi dell’abitare;

3. la riduzione dell’entropia metropolitana, ovvero della dissipazione irrazionale delle energie che servono al funzionamento della metropoli, a cominciare dal potenziamento del trasporto pubblico e da un governo correlato della tendenza insediativa;

4. il potenziamento del verde quale elemento strutturale del quadro insediativo. Non basta il ferreo, sacrosanto, contenimento del consumo di suolo: occorre una politica attiva che, in una rinnovata alleanza tra agri-coltura e urbis-coltura, faccia dello straordinario sistema dei grandi e dei piccoli parchi – tutti da consolidare ed estendere – una risorsa fondamentale per la qualità dell’abitare metropolitano.

Un avviso ai naviganti. Non ci si trinceri dietro la mancanza di risorse economiche. Si badi piuttosto a non accrescere il costo complessivo di funzionamento dell’amministrazione pubblica locale e si mobilitino l’intelligenza e le energie sociali.

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