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Edoardo Salzano
20080910 Calatrava, per tre minuti in meno
21 Aprile 2009
Articoli e saggi
Una lettera a il manifesto, pubblicata il 10 settembre 2008

Mi sembra che gli articoli (28 agosto; 3 e 7 settembre) che il manifesto ha dedicato al nuovo ponte veneziano non accennino a una questione che secondo me è essenziale. Quel ponte, che secondo Orsola Casagrande e Calatrava è meraviglioso, che secondo Massimo Cacciari non avrebbe potuto costare meno di quello che è costato, non serve a nulla. Se spendere quindici milioni di euro per fare una cosa assolutamente inutile è un esempio di buona amministrazione, allora chi ha inventato quel ponte e chi ha deciso di realizzarlo meriterebbero un premio. Quindici milioni di euro per accorciare di due o tre minuti il tragitto da piazzale Roma a Lista di Spagna sono davvero troppi. Gli unici a cui il ponte può servire sono i futuri proprietari e utilizzatori dell'ex sede del Compartimento ferroviario, che è al suo piede. Chi saranno? Vedremo.

Può essere che quel ponte sia una meraviglia dell'architettura. Ma è proprio la città storica di Venezia il luogo che ha bisogno di nuovi monumenti (a quindici milioni l'uno)? Non sarebbe stato meglio investire quei soldi per restaurare l'edilizia storica e conservarne la proprietà al patrimonio pubblico, cioè ai cittadini? O investirlo nelle periferie? Certo, il ponte aumenterà l' appeal di Venezia nei mass media . Molte più persone verranno a visitare la città. Le frotte di turisti cresceranno ancora. Gli affari delle bancarelle di junck aumenteranno. Scompariranno altri negozi di salumieri, fornai e fruttivendoli, per essere sostituiti da gelatai, pizzerie e dalla paccottiglia che affligge tutti i luoghi del turismo stupido. Poco importa se si ridurranno ancora le case disponibili per chi a Venezia lavora, se i vaporetti saranno sempre più intasati, se le calli e i ponti, invasi da frettolose carovane di turisti «mordi e fuggi», saranno ancora meno disponibili a chi vuole ammirare i tesori della città.

Purtroppo l'dea di città degli attuali successori della Serenissima è identica a quella che hanno i governanti di tutte le altre città che, per accrescere il proprio reddito, competono contro le altre per strappar loro masse più consistenti di consumatori. Magari altrove stanno un po' più attenti a non distruggere, per arricchire pochi mercanti, il patrimonio di cui sono venuti in possesso. Credo che siano queste le critiche che il ponte della Costituzione (il nome è l'unica scelta giusta a proposito di quell'oggetto) solleva, oltre a quella espressa in nome dei disabili. E non è facile nasconderle sotto una pietra, come il sindaco vorrebbe. La storia ricorderà gli errori, e i nomi di chi li ha commessi e celebrati. C'è solo da aspettare.

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