loader
menu
© 2024 Eddyburg

. Agnello neozelandese, nutrito delle erbe che nascono in riva al mare, cotto quel tanto che basta per farlo insaporire con una farcia di foie gras, e poi ricoperto di sottili scorzette d’arancio. Veramente eccezionale.

Molto buona anche l’entrée (un piccolo budino di dolcissime cipolle di Cannara), i gentili assaggini di crema di lenticchie e di risotto al Castelmagno (la prossima volta lo scelgo come piatto principale), e i dolci. Ottimo il vino, un Blauburgunder sudtirolese scelto dall’affabilissimo gestore. E ottimo il rapporto qualità/prezzo: essendo eccezionale la qualità, anche il prezzo è giustamente alto (compresi i 30 € del vino, in due abbiamo pagato meno di 100 €).

A tutto questo aggiungete un locale arredato con elegante semplicità (un sapiente minimalismo), un servizio rapido e cortese, e comprenderete perché i 100 coperti, distribuiti in numerosi e tranquilli spazi, sono sempre utilizzati. Prenotare è indispensabile: 065815274; solo per la sera, perché durante la mattina, e la domenica, riposano o fanno altre cose: per essere più efficienti e distesi quando il locale è pieno. L'indirizzo è Piazzale Adriano 7, vicino a Porta San Pancrazio al Gianicolo.


La via Macelli di Soziglia - zona porto - è nota a Genova per un'apprezzato locale. Consigliati da una guida, stavamo cercando giusto quello, quando siamo stati attratti da un'altra situazione. Da un capo, la via cambia nome e diventa Vico Inferiore del ferro. E all'altezza del civico 9 ci siamo fermati dinanzi a un ibrido: un po' ristorante, un po' macelleria. A un rapido approfondimento, la situazione si è rivelata la seguente: il locale si chiama "Maxelâ" (dove la X si pronuncia come la J in francese). Sembra una macelleria, ma in realtà è un ottimo ristorante... di carne naturalmente...

La presentazione su un sito Internet che ho letto successivamente pecca di inutile timidezza, là dove precisa che sì, è tutta carne, però c'è anche una grigliata vegetariana. La mia impressione è che lì dentro un vegetariano si troverebbe come Sirchia e Veronesi alla mostra mercato della pipa. Filetto, costato, spezzatino, trippe, lingue, frattaglie, sanguinacci, arrosti classici o farciti, “carrè” di bolliti conditi con salse gustose, quaglie e porchetta, presenti nel menu, ma soprattutto visibili sul banco, tagliano in un certo modo la clientela.

Ci sono stato ed ecco cosa ho potuto assaggiare per poi entusiasticamente testimoniare.

Antipastino con salame, formaggio, tortina salata tipo focaccia ligure, fave fresche.

Ravioli con un ragù che i superficiali chiamerebbero alla bolognese, ignorando bellamente che in Emilia il pomodoro è in funzione della carne, mentre lì è la carne in funzione del sugo. La mia compagna ha preso una zuppa di cannellini e spinaci che ha molto gradito.

Due belle e squisite braciolone di cinta senese. Si tratta di un tipo di maiale allevato allo stato brado o semibrado, come descritto qui: http://www.enotime.it/zoom/default_body.aspx?ID=807.

L'esperienza è di quelle che si raccontano in giro per parecchio tempo!

Il vino era un rosso della Lunigiana a base Sangiovese, morbido, trascinante ma non traditore. Non ho preso il dolce perché a quel punto mi è parso fuori luogo. Simpatico il personale che non rifiuta la chiacchierata a chi chiede lumi e ragguagli sul locale e sui piatti. Abbiamo speso 70 euro in due; ma pare ci sia la possibilità di spendere meno, scegliendo altri piatti. Tel. 010/2474209.

La foto l'abbiamo fatta noi con un telefonino. Quindi nessun artificio pubblicitario

E' in una parallela di via Sangallo. I piatti sono davvero molto buoni e molto curati, le cose semplici e quelle raffinate sono tutte ugualmente saporite. L'ultima volta (14 ottobre 2004) ho mangiato un ottimo antipasto (alici alla tempura), un primo di pasta molto buono e un eccezionale flan di cioccolato farcito di frutti di bosco. Eravamo in tre, abbiamo bevuto una bottiglia di delizioso vino bianco che non conoscevo (Sovente della Fattoria di Poggio Capponi, a Montespertoli) e un bicchiere di vino assortito con i dessert, e abbiamo pagato 28 € a testa. Locale sobrio, elegante, quieto. Se volete prenotare +39 055 489957, per e-mail:
vinolio@vinolio.com; il sito è qui: www.vinolio.com

Alla raffinatezza della cucina si aggiunge il gusto dell’arredo della vecchia rimessa, l’accoglienza amichevole di Ambra e delle sue socie, l’ampia scelta di vini dell’enoteca, i prezzi contenuti. Ottimi e molto convenienti i menu delle colazioni di lavoro (verde, rosso, azzurro rispettivamente a base di verdure, carne, pesce), squisiti i dolci, molto gradevoli i formaggi e gli affettati che potete trovare la sera fino a tardi. Finché non avete l’occasione di andarci, accontentatevi dell’utilissimo sito dell’Osteria del Vicolo nuovo, dove potete anche guardare la carta “prezzata” e illustrata, e prenotare.

L’Osteria aderisce a due reti significative. Una è lo Slow food, l’altra è Le donne del vino: i link ai siti li trovate qui accanto. Dopo aver frequentato l’Osteria di Imola viene voglia di conoscere anche le altre osterie delle donne.

Osteria del Vicolo nuovo


Uno di questi locali è a Foggia, dove non è il solo ma è ugualmente raccomandabile per la sua semplicità. La cosa da tener presente è che i primi li cucinano solo la mattina, mentre per cena sono sostituiti dalle pizze. Buoni i secondi, a pranzo e a cena, i dolci e soprattutto gli antipasti a buffet. Notevole la scelta dei vini, e modici i prezzi.

Noi non abbiamo mai prenotato, ma non siamo mai arrivati tardi.

È in una traversa di via Cairoli, poco più su di piazza Giordano.


Menu molto ricco e attento alle disponibilità del mercato, prezzi ragionevoli, ambiente tranquillo e piacevole. È in fondo via San Gallo, verso i viali. Ed è facilmente raggiungibile dal delizioso albergo Loggiato dei Serviti, come dal più economico e semplice Albergo Castri.


Il titolo della poesia è “Bibe al ponte all’Asse”. La trattoria è ancora lì. Quasi come prima. Potete confrontare l’immagine antica qui sopra, euna fotografia recente (invero non molto felice. Non so come ci si mangiasse quando la frequentava Montale; oggi ci si mangia benissimo. Il giardino, dove si mangia nelle buone stagioni, è ombroso e fresco. Non so se si vede la Greve, perché ci sono andato di sera. Non so se ci si arriva comodamente con il trasporto pubblico, perché ci sono andato con Susanna e MaurizioMorandi in automobile. Non so se è caro, perché i miei amici hanno pagato il conto e mi è sembrato indiscreto chiedergli quanto. Ci tornerò, anche per potervi dare ulteriori informazioni. Intanto sappiate che Montale è vivo, e beve insieme a noi.


A Firenze, e in generale in Toscana, si mangia bene. Ci sono ristoranti di eccellenza, giustamente famosi, e buone trattorie, dove si gusta una cucina sana e saporita. La trattoria Antellesi è a metà strada. Il rapporto qualità/prezzo è ragionevole, l’ambiente è accogliente (soprattutto la saletta sul davanti), i gestori simpatici e servizievoli. Il cibo l’ho sempre trovato buono, e così il vino.

Un grande locale, con una piccolissima cucina e un grandissimo focolare. Il locale è diviso in due parti da una bassa transenna. Vi consiglio di sedervi accanto al focolare. Potrete ammirare l’ingegnoso sistema di griglia dove cucinano carni e verdure, ottime. Buon vino locale. Prezzi modici.

Il locale era il luogo di ritrovo con i suoi elettori di Alfredo Oriani, famoso deputato nazionalista romagnolo.

È in centro. Per trovarlo basta chiederlo, o cercare su una mappa Via Torricelli.



Naturalmente devono piacervi le pietanze a base di pesci e molluschi: questi ultimi anche crudi, pescati nel tradizionale acquario a vostro piacere.

I prezzi sono più contenuti di altri locali dello stesso livello, per esempio a Venezia o a Parigi. Il menu degustazione (sei piccoli antipasti, due assaggi di primi, un secondo, due assaggi di dolci) l’ho pagato 31 €; più il vino, naturalmente: il 1° aprile 2003 (e non era un pesce d’aprile).

Meglio telefonare per prenotare: +(39) 040-300633.

Per arrivarci, se la cartina non vi basta, prendete la strada proprio di fronte al Molo della Pescaria, via San Giorgio. Se volete più ampie informazioni rivolgetevi alla descrizione di Maria Pia Bonessi in allegato.


Arturo, cuoco e proprietario,

mentre consiglia Francesco Erbani
Una parte della sala


Vi si si cucinano ottimi primi (il più semplice lo trovate cliccando qui sotto sulla ricetta di spaghetti con filetti di alici, noci e basilico) e ottime pietanze di pesce; non parliamo degli antipasti, anch’essi a base di prodotti del mare. Naturalmente il pescato è del giorno, quindi il menu è variabile a seconda della paranza. Lì comunque potete sempre gustare il condimento con la colatura di alici (cliccate qui sotto e leggete la nota alla ricetta di tagliolini con broccoletti, vongole e colatura di alici, nella quale viene illustrato questo gustoso ingrediente, noto ai romani).

Le foto qui sotto le ha fatte, per questo sito, Gaetano Fiore.




Spaghetti con alici, noci e pecorino



Tagliatelle di campofilone con broccoletti, vongole e colatura di alici

Ho trovato lì il lardo di Colonnata quando non era ancora alla moda, e i fruttini gelati di Matteo di Lancusi, l’uomo che trasforma ogni commestibile in gelato. Prezzi modici.

Se venite dai Fori e risalite via Cavour verso la stazione, è proprio all’inizio a sinistra. Meglio prenotare, ma non indispensabile.


Chi è stato a Prato conosce la grande piazza Mercatale (la vedete qui sotto): allungata, spaziosa, collocata proprio là dove si conviene al mercato di una città comme il faut: tra l’antico centro cittadino (il Duomo, il Palazzo Pretorio, il Municipio, il Castello federiciano) e il ponte sul Bisenzio, ai margini del centro storico. Proprio lì, verso la parte della piazza più a nord, c’è l’ostera Cibbè splendidamente gestita dalla famiglia Panerai. Mamma Giuseppina, in cucina, prepara meravigliose pietanze, dove tradizione toscana e creatività felicemente s’incontrano, il marito Spartaco e figli Tommaso e Francesco garantiscono il cordiale servizio. La qualità è ottima, e ancora migliore il rapporto qualità/prezzo.

Tra le cose migliori che ho gustato: i rigatoni alla medioevale (un ragù molto speziato ma senza pomodoro), gli spaghettoni con salsiccia e funghi, i trucioli (pasta fatta a mano, come i fusilli, le troffie liguri, le ciriole ternane) al sugo scappato (cioè, con un sugo fatto solo di verdure), gli involtini di manzo e carciofi, le zucchine ripiene, il roastbeef. Notizia più ampie potete trovarle sulle guide dello Slow Food, che celebrano giustamente questa piccola e saporita tavola.

La sala, molto gradevole, è piccola e molto frequentata dai pratesi: meglio prenotare, 0574 607509. In fondo, verso la cucina, c’è un grande quadro con l’insegna del locale (lo vedete qui sopra): il cibbè, che è quel gioco antico che in ogni parte d’Italia (e forse d’Europa) si gioca con nomi diversi: nell’ex Regno di Napoli si chiama Mazz’ e pi’uze, a Roma Lizza (e non so altrove).

Per concludere, volete qualcuna delle ricette di Giuseppina Panerai? Ne ho tre: Pan cotto, Zuppa col pomodoro, Tordi finti. Basta cliccare qui.


© 2024 Eddyburg