loader
menu
© 2024 Eddyburg

Campo dell’Anzolo Raffael è il nome di un piccolo sistema di spazi pubblici abbastanza nascosti ma facilmente accessibili, all’estremità ovest del sestiere di Dorsoduro. Lì assistetti, durante la gloriosa Festa nazionale dell’Unità del 1973, a una memorabile rappresentazione del Berliner Ensemble di Bertold Brecht. Lì c’era una tipica osteria veneziana, dove si mangiava la cucina povera e saporita dei pescatori.

Ma non tutte le sostituzioni (le “modernizzazioni”) vengono per nuocere. Rimasta vuota l’osteria, vi si è insediato da qualche anno un ottimo ristorante, della catena Pane Vino e San Daniele. La gestione attuale aggiunge alla tradizionale linea friulana della catena, e ad alcun piatti della cucina veneziana, un meraviglioso tocco foresto: molte ottime cose della Sardegna e qualche innesto di altre regioni, con un pizzico di creatività.

Tra le cose migliori che ho mangiato i malloreddu e i culurgiones alla campidanese (con ripieno di ricotta di pecora e zafferano di San Ginesio), le crespelle con asparagi, l’oca al confit, il tipico porceddu sardo, il frico (una tortina furlana di formaggio e patate) caldo con prosciutto di San Daniele, uno splendido sorbetto di passion fruit su un letto di frutti di bosco. Il saporito pane di Altamura e i friabili tarallini pugliesi, nonché un buon assortimento di vini completano il desco.

Di giorno, nella lunga buona stagione, si sta bene in campo; la sera e col fresco la sala interna è graziosa e, soprattutto, comoda e tranquilla, l’ospitalità e il servizio ottimi, il prezzo contenuto: ho sempre mangiato e bevuto bene, senza eccedere, per 35-40 € a testa. Compreso il bicchierino di mirto.

Meglio prenotare: +39 0415237456, Comunque, tutte le informazioni sul sito.

Irina ha ripreso, qualche anno fa, la gestione di un antico Fritolin, da molti anni abbandonato. Era un locale dove, a buon mercato, si comprava un cartoccio di pesciolini fritti (analogo quindi ai fish and chips londinesi). Si giovava della vicinanza con il mercato del pesce di Rialto (un mercato bellissimo: non mancate di visitarlo, soprattutto il martedì e il sabato). Di questo fattore di localizzazione si avvale anche Irina Freguia, che con la figlia Barbara gestisce il locale.

La cucina è molto buona, un incontro felice tra la tradizionale cucina veneziana e i sapori d’Oriente. Le basi sono costituite dal pesce, sempre freschissimo, e dalle erbe. La cosa che mi è piaciuta di più è il tonno marinato e scottato (“tonno ai tre pepi”), ma non sono mai riuscito a rifarlo.

L’indirizzo è Calle della Regina (Rialto), 2262: lo trovate facilmente se da Rialto andate verso Santa Maria Materdomini, subito dopo il sottoportego che segue Campo San Cassiano. Il telefono è. 0415222881 e l’indirizzo e-mail
irina@veciofritolin.it.

È chiuso domenica sera e lunedì; meglio prenotare .

Sul web del Vecio Fritolin ( www.veciofritolin.it) trovate qualche ricetta (Irina ha promesso di aumentarle), e altre fotografie del locale. Quelle qui sotto le ha fatte Paolo Cecchi.


Una stanza arredata con mobili tradizionali, un campiello (c.llo Pegolotto) dove nella buona stagione tende bianche ombreggiano 4-5 tavolini. Poche portate (tre antipasti, tre primi, tre pietanze, tre dessert) e ottimi vini. Prezzi modesti.

Meglio telefonare per prenotare: +(39) 041 2750 622.


Per arrivarci, se la cartina non vi basta, prendete la calletta dietro il chiosco di giornali che sta davanti all’ex Cinema Italia.

per la qualità della cucina, basata su un’accurata scelta dei materiali e sulla sapienza dei cuochi, per l’elegante semplicità dell’arredamento tradizionale, e anche per la simpatia di Claudio Proietto, il gestore, mio antico contraddittore in anni faticosi ed esaltanti. Specialità: gli abbondantissimi antipasti, gli spaghetti con vari sughi a base di pescato, gli arrosti e i fritti di pesce. Nelle stagioni giuste, trovate delle ottime mo’eche (qui sotto il link alla spiegazione). I prezzi sono ragionevolmente alti.

È indispensabile prenotare (+(39) 0415227024). Purtroppo, da quando il sindaco Mario Rigo e il pittore Santomaso vi portarono Sandro Pertini, allora presidente della Repubblica, in visita ufficiale a Venezia ma in fuga dai giornalisti, la Corte Sconta è diventata subito famosa, in tutto il mondo. Perciò (e perché vi si mangia bene) è sempre piena. E a volte ho addirittura il sospetto che Claudio (nelle foto qui sotto mentre versa una grappa) faccia un po’ d’overbooking.

Volete sapere perché si chiama Corte Sconta? Ora ve lo racconto, se cliccate sul link qui sotto.


Vi consiglio di arrivare alla Corte sconta da quella calletta che si diparte dalla Riva degli Schiavoni all’estremo sinistro in basso dell’immagine qui accanto. Incontrate sulla sinistra un delizioso campiello deserto

Ottimi soprattutto i primi (spaghetti con vari condimenti di pesci o molluschi, e verdure). I miei antipasti preferiti sono i filetti di aringa e le schie (microgamberetti di laguna), entrambi con la polenta, ma ci sono anche altre cose a base di pesce e verdure. Ambiente molto simpatico e alla mano. Locale piccolo e affollato, sala fumatori (quella che vedete) e saletta non fumatori. È bene prenotare: (+39) 041 520 6978.

Per arrivarci, scendete alla fermata del vaporetto di Ca’ Rezzonico, prendete la calletta (Calle lunga S. Barnaba), appena superato campo S. Barnaba è lì, subito a sinistra.


A Rialto hanno liberato il piano terra del palazzo dei Tribunali. Lui ha preso in affitto due moduli, tra Campo San Giacometto e la larga fondamenta sul Canal Grande. Il locale interno è molto bello benchè piccolo (una quarantina di coperti), ma ha finalmente avuto l’autorizzazione di mettere tavolini fuori proprio sul Canal Grande, con vista sul Ponte di Rialto.

Ecco che cosa ne dice una guida internet locale:

Ai piedi del ponte di Rialto (lato S.Polo) si apre un campo che durante il giorno è affollato dai banchetti di frutta e verdura. La nostra osteria si trova proprio sotto il portico detto del "Bancogiro", da cui prende anche il nome il locale, ricavato all'interno di uno degli antichi magazzini di Rialto. Proprio qui nei secoli passati era stato istituito il pubblico banco mercantile, il Bancogiro, appunto. Sempre qui, era presente la statua ricurva del Gobbo di Rialto, dove si bandivano le leggi della Repubblica e venivano portati i malfattori a baciare, dopo le torture, la gobba della statua. Di questi tempi ci si può avvicinare con meno timore al luogo, e anzi, provare l'ampia gamma di cicchetti dell'osteria e i vini davvero ben selezionati.

La struttura è appunto quella di un “bàcaro” (le tradizionali osterie veneziane, un po’ come i Trani a Milano e i Kneipe a Berlino). Ottimi vini dunque, anche al banco, “cicheti” raffinati per accompagnare il bicchiere, e poche portate,anch’esse raffinate e gustose, da mangiar seduti. Prezzo contenuto, se gli dite che siete amici miei. Comunque prenotate. Le coordinate sono queste

Campo San Giacometto, 122, tel 041-5232061, fax 041-5232061

10:00-15:00/18:30-24:00 Chiuso domenica sera e lunedì


I fumatori sono separati dai non fumatori. La cucina è molto raffinata e gustosa, prevalentemente a base di pesce e molluschi (freschissime le ostriche e i tartufi di mare, eccellenti i “capellini quasi in brodo di ostriche e coda di rospo”, delicatissimo il fritto di pesce e verdure). Ottimi i dolci, limitata ma di buona qualità la scelta di vini. Che volete di più? Naturalmente il prezzo è adeguato alla qualità e alla confezione.

È uno dei pochi ristoranti che a Venezia sono aperti la domenica e il lunedì. Vi consiglio di prenotare. Le coordinate sono queste

Campiello della Pescaria,

Castello 3968 – 30122 Venezia

telefono +39 041 5223812

Chiuso mercoledì e giovedì


Come la maggior parte dei locali veneziani che conservano legami con la tradizione, anche l’Anice Stellato ha un servizio di banco, frequentato prevalentemente dagli abitanti del sestiere.

D’estate, qualche tavolo al fresco sulla Fondamenta della Sensa.

Raccomando vivamente di prenotare: +(39) 041 720 744.

Per arrivarci, prendete la Strada nuova dalla Stazione. Dopo il Ponte delle Guglie e il mercato di San Leonardo, giunti al posto che i veneziani chiamano Rio Morto, girate a sinistra e seguite le indicazioni della cartina.


© 2024 Eddyburg