Nel 2002 vi ho mangiato 6 ostriche, un buonissimo piatto di sarde, che vedete qui sotto, e una fetta di torta. Ho pagato 56,50 €, ma più di metà (esattamente 31,50 €) sono andati per pagare una bottiglia di Gewűrtztraminer, veramente ottimo.
Se volete prenotare, da Strasburgo chiamate 0388325062.
L'immagine della sala e il tavolo del banchetto, l’ho ripresa dal dépliant del locale; le altre, come al solito, sono mie.
Naturalmente devono piacervi le pietanze a base di pesci e molluschi: questi ultimi anche crudi, pescati nel tradizionale acquario a vostro piacere.
I prezzi sono più contenuti di altri locali dello stesso livello, per esempio a Venezia o a Parigi. Il menu degustazione (sei piccoli antipasti, due assaggi di primi, un secondo, due assaggi di dolci) l’ho pagato 31 €; più il vino, naturalmente: il 1° aprile 2003 (e non era un pesce d’aprile).
Meglio telefonare per prenotare: +(39) 040-300633.
Per arrivarci, se la cartina non vi basta, prendete la strada proprio di fronte al Molo della Pescaria, via San Giorgio. Se volete più ampie informazioni rivolgetevi alla descrizione di Maria Pia Bonessi in allegato.
Arturo, cuoco e proprietario,
mentre consiglia Francesco Erbani
Una parte della sala
Dopo un apetizer costituito da leggerissime croquettes di baccalà ho mangiato splendide verdure (peperoni, pomodori, zucchine) farcite di tenero agnello, e un’ottima torta di cioccolata e cannella. Jean-Michel (che con Micette era il mio ospite) ha mangiato una delicatissima salsiccia di porchetta e astice. I vini del locale sono eccellenti. Il décor molto simpatico (caratterizzato da una ricca collezione di “barbotines parisiennes”), la cucina e il servizio eccellenti: le immagini sono qui sotto.
Per arrivare alla piccola Rue Flaubert prendete il metro fino a Courcelles, poi scendete andate boulevard de Courcelles fino all’angolo con l'avenue de Wagram. Comunque telefonate per prenotare, 01 41 67 05 81. Oppure utilizzate il modulo sul sito, che vi permette di fare anche un giro panoramico nella rete di Michel Rostang.
La sala e il servizio, le bobelines, i cuochi e il gestore
Ottimi soprattutto i primi (spaghetti con vari condimenti di pesci o molluschi, e verdure). I miei antipasti preferiti sono i filetti di aringa e le schie (microgamberetti di laguna), entrambi con la polenta, ma ci sono anche altre cose a base di pesce e verdure. Ambiente molto simpatico e alla mano. Locale piccolo e affollato, sala fumatori (quella che vedete) e saletta non fumatori. È bene prenotare: (+39) 041 520 6978.
Per arrivarci, scendete alla fermata del vaporetto di Ca’ Rezzonico, prendete la calletta (Calle lunga S. Barnaba), appena superato campo S. Barnaba è lì, subito a sinistra.
Vi si si cucinano ottimi primi (il più semplice lo trovate cliccando qui sotto sulla ricetta di spaghetti con filetti di alici, noci e basilico) e ottime pietanze di pesce; non parliamo degli antipasti, anch’essi a base di prodotti del mare. Naturalmente il pescato è del giorno, quindi il menu è variabile a seconda della paranza. Lì comunque potete sempre gustare il condimento con la colatura di alici (cliccate qui sotto e leggete la nota alla ricetta di tagliolini con broccoletti, vongole e colatura di alici, nella quale viene illustrato questo gustoso ingrediente, noto ai romani).
Le foto qui sotto le ha fatte, per questo sito, Gaetano Fiore.
A Rialto hanno liberato il piano terra del palazzo dei Tribunali. Lui ha preso in affitto due moduli, tra Campo San Giacometto e la larga fondamenta sul Canal Grande. Il locale interno è molto bello benchè piccolo (una quarantina di coperti), ma ha finalmente avuto l’autorizzazione di mettere tavolini fuori proprio sul Canal Grande, con vista sul Ponte di Rialto.
Ecco che cosa ne dice una guida internet locale:
Ai piedi del ponte di Rialto (lato S.Polo) si apre un campo che durante il giorno è affollato dai banchetti di frutta e verdura. La nostra osteria si trova proprio sotto il portico detto del "Bancogiro", da cui prende anche il nome il locale, ricavato all'interno di uno degli antichi magazzini di Rialto. Proprio qui nei secoli passati era stato istituito il pubblico banco mercantile, il Bancogiro, appunto. Sempre qui, era presente la statua ricurva del Gobbo di Rialto, dove si bandivano le leggi della Repubblica e venivano portati i malfattori a baciare, dopo le torture, la gobba della statua. Di questi tempi ci si può avvicinare con meno timore al luogo, e anzi, provare l'ampia gamma di cicchetti dell'osteria e i vini davvero ben selezionati.
La struttura è appunto quella di un “bàcaro” (le tradizionali osterie veneziane, un po’ come i Trani a Milano e i Kneipe a Berlino). Ottimi vini dunque, anche al banco, “cicheti” raffinati per accompagnare il bicchiere, e poche portate,anch’esse raffinate e gustose, da mangiar seduti. Prezzo contenuto, se gli dite che siete amici miei. Comunque prenotate. Le coordinate sono queste
Campo San Giacometto, 122, tel 041-5232061, fax 041-5232061
10:00-15:00/18:30-24:00 Chiuso domenica sera e lunedì
Ho trovato lì il lardo di Colonnata quando non era ancora alla moda, e i fruttini gelati di Matteo di Lancusi, l’uomo che trasforma ogni commestibile in gelato. Prezzi modici.
Se venite dai Fori e risalite via Cavour verso la stazione, è proprio all’inizio a sinistra. Meglio prenotare, ma non indispensabile.
Non avevo speso molto di più due giorni prima, mangiando un buon piatto di carne.
Cucinano ottime pietanze alsaziane, e in particolare delle gustosissime Tartes Flambées. Che cosa sono? Non sono torte, e non sono fiammeggianti: dimenticatevi ogni parentela con l’Omelette Flambée o altri memorabili dessert. È semplicemente una pizza nella quale, su una sfoglia molto sottile di pasta di pane giace uno strato di formaggio e cipolle. Il tutto è cotto in forno molto caldo e servito su un piatto di legno. Guardate qui sotto: l’ho fotografata mentre la mangiavo.
Il servizio è cortese e svelto, il locale piacevole, benché un po’ kitch.
Per prenotare, da Strasburgo: 0388321356. Ma io ho trovato posto senza problemi.
I fumatori sono separati dai non fumatori. La cucina è molto raffinata e gustosa, prevalentemente a base di pesce e molluschi (freschissime le ostriche e i tartufi di mare, eccellenti i “capellini quasi in brodo di ostriche e coda di rospo”, delicatissimo il fritto di pesce e verdure). Ottimi i dolci, limitata ma di buona qualità la scelta di vini. Che volete di più? Naturalmente il prezzo è adeguato alla qualità e alla confezione.
È uno dei pochi ristoranti che a Venezia sono aperti la domenica e il lunedì. Vi consiglio di prenotare. Le coordinate sono queste
Campiello della Pescaria,
Castello 3968 – 30122 Venezia
telefono +39 041 5223812
Chiuso mercoledì e giovedì
Chi è stato a Prato conosce la grande piazza Mercatale (la vedete qui sotto): allungata, spaziosa, collocata proprio là dove si conviene al mercato di una città comme il faut: tra l’antico centro cittadino (il Duomo, il Palazzo Pretorio, il Municipio, il Castello federiciano) e il ponte sul Bisenzio, ai margini del centro storico. Proprio lì, verso la parte della piazza più a nord, c’è l’ostera Cibbè splendidamente gestita dalla famiglia Panerai. Mamma Giuseppina, in cucina, prepara meravigliose pietanze, dove tradizione toscana e creatività felicemente s’incontrano, il marito Spartaco e figli Tommaso e Francesco garantiscono il cordiale servizio. La qualità è ottima, e ancora migliore il rapporto qualità/prezzo.
Tra le cose migliori che ho gustato: i rigatoni alla medioevale (un ragù molto speziato ma senza pomodoro), gli spaghettoni con salsiccia e funghi, i trucioli (pasta fatta a mano, come i fusilli, le troffie liguri, le ciriole ternane) al sugo scappato (cioè, con un sugo fatto solo di verdure), gli involtini di manzo e carciofi, le zucchine ripiene, il roastbeef. Notizia più ampie potete trovarle sulle guide dello Slow Food, che celebrano giustamente questa piccola e saporita tavola.
La sala, molto gradevole, è piccola e molto frequentata dai pratesi: meglio prenotare, 0574 607509. In fondo, verso la cucina, c’è un grande quadro con l’insegna del locale (lo vedete qui sopra): il cibbè, che è quel gioco antico che in ogni parte d’Italia (e forse d’Europa) si gioca con nomi diversi: nell’ex Regno di Napoli si chiama Mazz’ e pi’uze, a Roma Lizza (e non so altrove).
Per concludere, volete qualcuna delle ricette di Giuseppina Panerai? Ne ho tre: Pan cotto, Zuppa col pomodoro, Tordi finti. Basta cliccare qui.
È collocato sulla banchina sopraelevata che fiancheggia il Douro, Cais Da Ribeira, proprio sotto il maestoso complesso del duomo. È meglio prenotare. Qui sotto vedete un paio di fotografie del sito: per un’idea dell’interno guardate sul sito di Tonho.
Tonho dalla riva destra del Douro…
…e dall’alto del Ponte Louis
Come la maggior parte dei locali veneziani che conservano legami con la tradizione, anche l’Anice Stellato ha un servizio di banco, frequentato prevalentemente dagli abitanti del sestiere.
D’estate, qualche tavolo al fresco sulla Fondamenta della Sensa.
Raccomando vivamente di prenotare: +(39) 041 720 744.
Per arrivarci, prendete la Strada nuova dalla Stazione. Dopo il Ponte delle Guglie e il mercato di San Leonardo, giunti al posto che i veneziani chiamano Rio Morto, girate a sinistra e seguite le indicazioni della cartina.
Alla raffinatezza della cucina si aggiunge il gusto dell’arredo della vecchia rimessa, l’accoglienza amichevole di Ambra e delle sue socie, l’ampia scelta di vini dell’enoteca, i prezzi contenuti. Ottimi e molto convenienti i menu delle colazioni di lavoro (verde, rosso, azzurro rispettivamente a base di verdure, carne, pesce), squisiti i dolci, molto gradevoli i formaggi e gli affettati che potete trovare la sera fino a tardi. Finché non avete l’occasione di andarci, accontentatevi dell’utilissimo sito dell’Osteria del Vicolo nuovo, dove potete anche guardare la carta “prezzata” e illustrata, e prenotare.
L’Osteria aderisce a due reti significative. Una è lo Slow food, l’altra è Le donne del vino: i link ai siti li trovate qui accanto. Dopo aver frequentato l’Osteria di Imola viene voglia di conoscere anche le altre osterie delle donne.
“Dopo la caduta di Hania (allora si chiamava La Canea) nelle mani dell’impero Ottomano nel 1645, i turchi avviarono un programma di conversione delle chiese cattoliche in moschee e di costruzione di numerosi bagni pubblici e privati (“Hamam”) e fontane. Lo Hamam combina la tradizione dei bagni romani e di quelli bizantini, con il loro ipocausto sotterraneo e le tubazioni di laterizio che convogliavano l’acqua e il vapore in appropriati locali. Tre di questi Hamam restano ancor oggi, benché non siano più operativi. La costruzione in via Zambeliou, accanto a Tamam, è di chiara impronta veneziana, con inserimenti turchi. Essa è coperta da sei cupole senza tamburo, e costituiva la parte centrale dell’Hamam […] Il ristorante Tamam occupa la piscina di acqua fredda dell’antico Hamam, dove si poteva godere di un bagno di vapore seguito dall’immersione nell’acqua fredda”.
Oggi è un posto piacevole, non caro, con un servizio veloce e molti tradizionali piatti greci. Noi abbiamo trovato sempre posto, anche in agosto; dentro fa più fresco che fuori.
Uno di questi locali è a Foggia, dove non è il solo ma è ugualmente raccomandabile per la sua semplicità. La cosa da tener presente è che i primi li cucinano solo la mattina, mentre per cena sono sostituiti dalle pizze. Buoni i secondi, a pranzo e a cena, i dolci e soprattutto gli antipasti a buffet. Notevole la scelta dei vini, e modici i prezzi.
Noi non abbiamo mai prenotato, ma non siamo mai arrivati tardi.
È in una traversa di via Cairoli, poco più su di piazza Giordano.
Menu molto ricco e attento alle disponibilità del mercato, prezzi ragionevoli, ambiente tranquillo e piacevole. È in fondo via San Gallo, verso i viali. Ed è facilmente raggiungibile dal delizioso albergo Loggiato dei Serviti, come dal più economico e semplice Albergo Castri.
Il titolo della poesia è “Bibe al ponte all’Asse”. La trattoria è ancora lì. Quasi come prima. Potete confrontare l’immagine antica qui sopra, euna fotografia recente (invero non molto felice. Non so come ci si mangiasse quando la frequentava Montale; oggi ci si mangia benissimo. Il giardino, dove si mangia nelle buone stagioni, è ombroso e fresco. Non so se si vede la Greve, perché ci sono andato di sera. Non so se ci si arriva comodamente con il trasporto pubblico, perché ci sono andato con Susanna e MaurizioMorandi in automobile. Non so se è caro, perché i miei amici hanno pagato il conto e mi è sembrato indiscreto chiedergli quanto. Ci tornerò, anche per potervi dare ulteriori informazioni. Intanto sappiate che Montale è vivo, e beve insieme a noi.
A Firenze, e in generale in Toscana, si mangia bene. Ci sono ristoranti di eccellenza, giustamente famosi, e buone trattorie, dove si gusta una cucina sana e saporita. La trattoria Antellesi è a metà strada. Il rapporto qualità/prezzo è ragionevole, l’ambiente è accogliente (soprattutto la saletta sul davanti), i gestori simpatici e servizievoli. Il cibo l’ho sempre trovato buono, e così il vino.
Un grande locale, con una piccolissima cucina e un grandissimo focolare. Il locale è diviso in due parti da una bassa transenna. Vi consiglio di sedervi accanto al focolare. Potrete ammirare l’ingegnoso sistema di griglia dove cucinano carni e verdure, ottime. Buon vino locale. Prezzi modici.
Il locale era il luogo di ritrovo con i suoi elettori di Alfredo Oriani, famoso deputato nazionalista romagnolo.
È in centro. Per trovarlo basta chiederlo, o cercare su una mappa Via Torricelli.
Ve li suggerisco a mia volta, in attesa di conoscerli direttamente: La Bastide Odéon (7 Rue Corbeille, 01 43 26 65), Au Petit Marguéry (9 Boulevard de Port Royal, 1 43 31 58 59), Le Villaret (13 rue Ternaux, 01 43 57 89 76). Trovate tutte le indicazioni qui sopra. Fatemi sapere: eddysal@tin.it
Tra i tanti luoghi dove si mangia bene a Parigi, questo è uno di quelli che mantengono una stabilità negli anni. Ciò che è importante per chi non va a Parigi molto spesso, e magari, dove anni prima si mangiava bene, trova un negozio di scarpe.
Ci si arriva facilmente: è all’incrocio tra boulevard de Montparnasse e rue Raspail (Metro: Vavin). Se non ricordo male.
Sono tutti posti molto piacevoli, dove si mangiano piccoli raffinati piatti e si bevono ottimi vini. Vi suggerisco di farvi consigliare per ogni pietanza un bicchiere del vino giusto.
L’ultima volta ho mangiato un’ottima tartare di salmone fresco, con due bicchieri di Bordeaux bianco Chateau de Sainte Marie 2001, e un delizioso clafoutis di fichi freschi, con un bicchiere di Sauterne Chateau De Fargue 1994. Più un caffè, 52,30 €. Non poco, ma ottimo.
Qui sopra l’Ecluse de la Bastille. Sotto, l’Ecluse au Quai de St. Augustin.
Una roba seria, lo conferma il fatto che il sabato e la domenica sono chiusi. Io ho mangiato benissimo, e bevuto ancora meglio: fatevi consigliare, sono maestri. Non so quanto è costato: hanno pagato i miei cortesissimi ospiti. Il posto è frequentato da persone del quartiere, dai giovani agli anziani, con qualche presenza forestiera ma non “turistica”. Insomma, ve lo consiglio. Ma ricordatevi di prenotare: 01 43 57 16 35.
Una stanza arredata con mobili tradizionali, un campiello (c.llo Pegolotto) dove nella buona stagione tende bianche ombreggiano 4-5 tavolini. Poche portate (tre antipasti, tre primi, tre pietanze, tre dessert) e ottimi vini. Prezzi modesti.
Meglio telefonare per prenotare: +(39) 041 2750 622.
Per arrivarci, se la cartina non vi basta, prendete la calletta dietro il chiosco di giornali che sta davanti all’ex Cinema Italia.
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