Nel 2001, appena insediatosi, il governo Berlusconi cercò in tutti i modi di dare attuazione ad una scelta, quella relativa alla realizzazione del Mo.SE., già condivisa da tutti Una scelta già supportata da tutti i processi autorizzativi; una scelta che, proprio su richiesta del mondo ambientalista fu verificata ed approvata dai massimi esperti internazionali del settore. Il governo Berlusconi cercò, riuscendoci, di mettere fine ad un assurdo itinerario che dal 1963 al 2001 non aveva avviato concretamente nessuna iniziativa per la salvaguardia della laguna veneta e della città di Venezia. Dopo l'alluvione del 1963, cioè dopo 37 anni, i governi che si erano succeduti avevano affrontato questo reale dramma per il patrimonio del pianeta solo cercando di approfondire studi, di ottenere autorizzazioni, ma mai avevano dato avvio ai lavori, mai avevano trovato le risorse necessarie per porre fine al tragico e sistematico evento dell’acqua alta. Un evento che negli anni ‘60 si verificava circa 8-10 volte l'anno con una soglia di 30 centimetri e che oggi si verifica oltre 70 volte con soglie che superano i 100 centimetri. Questa urgenza nell'avvio concreto delle opere relative al Mo.SE era, d'altra parte, supportata dal fatto che il Governo Amato, in data 15.03.2001, concluse e approvò definitivamente tutte le questioni afferenti alla Valutazione di lmpatto Ambientale. Se esaminiamo tutte le date successive e tutti gli impegni assunti da un apposito organismo istituzionale, presso la presidenza del Consiglio, scopriamo quanto sia stata capillare e diffusa la fase legata alla approvazione definitiva del progetto. In proposito è utile ricordare che: - in data 6.12.2001 il Comitato Misto si è espresso, analogamente a quanto deciso dal consiglio dei Ministri del 15.3.2001 prima richiamato, in merito alla compatibilità delle opere sotto il profilo ambientale; - in data 3.04.2003 il Comitato di lndirizzo Coordinamento e Controllo ha deliberato all'unanimità che si procedesse allo sviluppo della progettazione esecutiva ed alla conseguente realizzazione delle opere, e ciò sulla base dei pareri dei Comuni interessati e della Regione Veneto, espressi ai sensi dell'art. 3 comma 4 della L. 139/1992; - in data 26.01.2004 la Commissione per la salvaguardia di Venezia ha approvato il progetto definitivo, anche tenendo conto del positivo parere del ministero per i Beni e le Attività Cultarali del3.12.2003.
Ebbene la progettazione esecutiva e la realizzazione degli interventi è stata attuata secondo il programma approvato all'unanimità dal Comitato Misto in data 6.06.2003, che prevedeva lo sviluppo della progettazione e dei lavori per stralci esecutivi. Il progetto, inserito nel 1° Programma delle lnfrastrutture Strategiche di cui alla L. 443/2001, è stato altresì valutato dal CIPE in data 29.11.2002 e supportato finanziariamente,finora, per circa 1.700 milioni di euro. La conferma della validità della intera operazione e della legittimità di tutti gli atti è fornita da sentenze del TAR del Veneto (Sentenze nn. 2480/2004, 2481/2004, 2482/2004 e2483/2004) e del Consiglio di Stato (Sentenza n. 1102/2005).
Ieri la VIII Commissione della Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno in cui, tra l'altro, impegna il Governo “a prendere immediatamente tutte le necessarie iniziative volte ad evitare che siano realizzate quelle parti del progetto che prevedono lavori non coerenti con eventuali modifiche o che portino il Mo.SE ad uno stadio di irreversibilità». Cioè la Commissione, Ambiente, Territorio e lavori Pubblici della Camera, pur di bloccare una scelta approvata dal governo Berlusconi, è disposta a ridiscutere e quindi a compromettere in modo irreversibile il futuro della città di Venezia. Questa follia, che caratterizza un numero limitato di parlamentari, diventa un vero ricatto per l'attuale Governo, propinato da minoranze che approfittano della loro indispensabilità per diventare interlocutori forti.
Di fronte a simili azioni non è sufficiente una immediata presa di posizione della Casa delle Libertà, ma è necessario ed urgente un approfondimento concettuale su cosa sia la democrazia in un Paese civile. Occorre cioè che i cittadini siano informati di quanto sia vincolante il ricatto delle frange interne all'attuale maggioranza nella gestione del potere. Sono sicuro che l'Unione Europea chiederà ai governo i motivi di un simile comportamento. Noi non possiamo e non dobbiamo rimanere indifferenti di fronte a questo atto di irresponsabilità, non ce lo perdonerebbero le generazioni future.
Una puntuale replica di Luigi Scano alle piccole verità e grandi bugie di Lunardi