Il caso Mario Resca si fa sempre più imbarazzante. Ieri ha esposto i dati della crisi degli ingressi nei musei e le linee-guida della “sua” valorizzazione. Per i servizi aggiuntivi egli ha una delega specifica del ministro e però si tiene stretto un posto nel CdA della Mondadori SpA che controlla (100 per 100) Electa SpA capofila fra le imprese appaltatrici dei servizi museali medesimi. Quindi - nota la Confsal-Unsa - come Ministero, Resca prepara le nuove gare alle quali, come Mondadori-Electa, poi parteciperà. Conflitto di interessi da manuale. Ma il ministro Bondi e il sottosegretario Giro lo negano. Forse temono che, ammettendolo, “offenderebbero” il Grande Capo che ne ha uno gigantesco.
Intanto però dai Beni Culturali – sostiene Confsal - Resca percepisce 160.000 euro lordi l’anno (un direttore di grande museo non arriva ad un quarto), ma ha mantenuto pure la lucrosa presidenza di Finbieticola (che dismette gli ex zuccherifici) e quella di Confimprese. Fioccano le interrogazioni. Rispondendo all’on. Giulietti, il sottosegretario Giro ha negato ogni possibile incompatibilità con Finbieticola, annunciando: “con grande senso istituzionale, il dott. Resca comunicherà, nei prossimi giorni, la sua disponibilità agli azionisti della società a sospendere il proprio mandato”. Attenzione: sospensione, non dimissioni. E ci sono voluti mesi di polemiche e una interrogazione. Su Mondadori-Electa ha presentato un’interrogazione circostanziata l’on. Giovanna Melandri (Pd). Aspettiamo la risposta.
La vicenda di Finbieticola si complica. I proventi della vendita dell’area di Casei Gerola (500mila mq all’incrocio fra le autostrade To-Pc e Mi-Ge) sono stati prosciugati dalla bonifica. Eseguita dal rag. Giuseppe Grossi oggi ospite di San Vittore per l’altra di Santa Giulia a Rogoredo (Mi) “gonfiata” – lo accusano - per creare supposti fondi neri. Lui poi ha acquistato l’area di Casei (per un maxi-centro commerciale?) e lui doveva, con la Finbieticola di Resca, costruire una centrale elettrica a sorgo al posto dell’ex zuccherificio (55 milioni di fondi Ue). Ma i Comuni di Silvano e di Casei ed ora anche quello di Voghera dicono no alla centrale, accusando Resca di comportarsi “come un signorotto locale”. La Forestale indaga sulle bonifiche di Grossi in Oltrepò, inclusa Casei. Si concilia tutto ciò con la dignità di un direttore generale ai Beni culturali? Chi valorizza chi? e che cosa?