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La parole dei governanti del territorio veneto
27 Luglio 2009
Veneto
Dal "Laboratorio Mirano condivisa" abbiamo ricevuto questa fedele testimonianza delle parole, e quindi dei pensieri, di chi governa il Veneto, il suo territorio e il suo futuro. A proposito del piano territoriale regionale

“Verba volant, scripta manent”...è vero. Ma ci sono parole che pesano come macigni e che un minimo senso del pudore dovrebbe relegare nell’ambito del pensiero non espresso.

E’ stata un’esperienza istruttiva, nonché traumatica, assistere alla presentazione del PTRC in una riunione del PDL a Mirano. L’incontro era aperto, ma il pubblico presente (quasi) tutto evidentemente schierato, tanto che, dopo un inizio diplomatico, confortati dagli applausi sperticati di (quasi) tutti gli astanti, i relatori si sono lasciati andare a briglia sciolta in dichiarazioni a dir poco sguaiate. Increduli, abbiamo annotato alcune frasi che riportiamo fedelmente, nell’intento di far comprendere fino in fondo – se ce ne fosse la necessità – da quali galantuomini siamo governati.

L’Arch. Sandro Baldan presenta - si fa per dire - il Piano, facendo scorrere slide a raffica. Inserisce la parola “sostenibile” ogni tre/quattro frasi, attenendosi alla media registrata durante gli incontri pubblici che presentino “qualsiasi cosa”. Nel descrivere la Rete Ecologica regionale ci tiene comunque a precisare, rivolgendosi agli amministratori locali presenti, che:

“…nel caso in cui i Sindaci rilevino che i corridoi ecologici rientranti nel territori dei rispettivi comuni intralcino qualche intervento già programmato, possono segnalarlo con apposite osservazioni, e sicuramente ci saranno margini per opportune variazioni.”

Dalla Tor ci tiene subito a precisare che il PTRC non lo ha letto (…ma allora cosa ci sta a fare?).

Ma una cosa è certa:

“Il Miranese e la Rivera del Brenta sono il perno dell’Europa, area sulla quale disegnare lo sviluppo del futuro.” In questo contesto “…il passante diventa l’opportunità per interconnettersi su tutta la realtà infrastrutturale circostante.”

Certo si era ben compreso che lo scenario era questo, ma sentirselo dire in modo così diretto fa un certo effetto…Anche il consigliere Moreno Teso non intende entrare nel merito del Piano, perché a lui interessano solo due obiettivi:

“Questo PTRC serve principalmente a fare in modo che il PTCP, con tutti i suoi vincoli al territorio, non venga licenziato, in quanto non coerente ad un Piano sovra-ordinato.” Inoltre “…l’attuale PTRC annulla tutti i vincoli del precedente Piano votato dalla sinistra, e ci adopereremo per modificare anche altri vincoli imposti dalle leggi dello Stato.

"Le aree SIC e ZPS sono una porcata, opera di qualche funzionario deficiente volato a Bruxelles a tirare quattro righe su una carta.”

Conclude il potentissimo assessore Chisso, delegato alle infrastrutture e agli interventi strategici, al quale va la Palma d’oro dell’eleganza e della competenza.

“ Solo a sentire la parola Piano mi viene il prurito! Come rimpiango il grande Veneto di una volta, costruito dai nostri bravi vecchi Sindaci del “butta sù”, quando bastava andare dal primo cittadino e dire “Sior Sindaco, gavaria bisogno de un altro cappanon, de una stansa in più par la nonna…”

“Butta sù, caro, butta sù!”.

Per questo la filosofia di fondo del PTRC è: tutto è permesso fuorchè quello che è vietato. E speriamo che le osservazioni che perverranno ci aiutino a ridurre ulteriormente il numero degli articoli presenti nelle norme tecniche.”

Certo permane qualche piccolo ostacolo dettato dall’Europa…

“A causa di quelle maledette aree SIC ci ritroviamo con ¾ del Veneto vincolato… per far copulare quattro Fraticelli minori ci tocca spostare le opere pubbliche…roba da matti. Ma se non riusciremo a ridurre la quantità di territorio vincolato dalle SIC faremo comunque in modo di concentrarle verso la montagna!”

Infine una piccola lezione di economia:

“Ormai chi si fida più a mettere i soldi in banca. L’unica possibilità di uscire dalla crisi è puntare sull’immobiliare, ed è per questo che è necessario agire sul territorio per attrarre il più possibile gli investitori di questo settore”.

Lo shock al quale eravamo sottoposti ci ha permesso di registrare solo in parte il repertorio di orrori al quale abbiamo assistito. Ma ce n’è abbastanza per aprire una rubrica da intitolare “Sentiti con le nostre orecchie”, che varrebbe la pena di tenere aggiornata.

Del resto c’erano tutte le premesse, fin da quando nella primavera scorsa, nei primi incontri di presentazione del PTRC, l’Architetto Romeo Toffano, parlando del “nuovo paesaggio” disegnato dal Piano, ci erudiva sul fatto che le strade servono anche per ammirare il bel paesaggio veneto, e coniò quella perla di aforisma, degna di un novello Oscar Wilde:

“Le strade sono la mediazione tra natura e cultura”

Laboratorio Mirano Condivisa

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