che: mura sempre più alte, e cannoni capaci di sparare sempre meglio. Il manifesto, 14 maggio
La differenza è che nel film il protagonista era simpatico, per l’interpretazione di Peter Sellers e la trama di fraintendimenti che fanno di uno sprovveduto un profeta della finanza e un modello di vita.
Renzi e Mogherini sfiorano invece il ridicolo, per un governo italiano che si vende — per i sondaggi, le elezioni o un twitter? — l’incredibile «non decisione» dell’Ue di ripartire le quote dei migranti fra i 28 Paesi membri: in tutto 20 mila e già presenti nei campi, per un costo di 50milioni di euro. Sarebbe questa la svolta di una Unione europea chiusa dentro la fortezza del Pil più bello d’Occidente? Eppure il presidente Juncker aveva riconosciuto «l’errore di cancellare l’operazione Mare Nostrum». Ma a guardar bene il «grandioso» annuncio altro non è che pura chiacchiera.
Perché i 28 paesi dell’Ue nonostante la meschinità della proposta, sono divisi: mezza Europa con in testa la Gran Bretagna dice no alle quote, come tutti i paesi dell’Est.
Ma il piatto forte è che, a fronte di questo vuoto dopo migliaia di morti nel Mediterraneo, avanza la proposta di una nuova guerra come soluzione definitiva. E grazie a The Guardian che ha raccontato le 19 pagine del piano «strategico» presentato da Mogherini all’Onu, ecco la conferma: l’obiettivo sono gli «scafisti».
Se milioni di esseri umani fuggono dalle guerre e dalla miseria delle quali siamo partecipi interessati, il nodo di fondo possono mai essere gli scafisti, che certo gestendo un traffico malavitoso, purtroppo sono i soli a corrispondere a questo disperato bisogno di fuga?
Nero su bianco, sta scritto che faremo la guerra con una «vasta gamma di capacità aeree, marittime e terrestri» con «intelligence, sorveglianza e ricognizione bombardamenti, squadre d’imbarco, unità di pattuglia, forze speciali». Previste anche «vittime innocenti».
Una guerra da mare, cielo e terra con effetti collaterali. Che sarà «da terra» Mogherini lo smentisce, ma pare confermato visto che Cina e Russia agitano il veto in sede Onu sui raid aerei, mancando, finora, l’accordo con il Paese interessato; stessa questione per l’intervento via mare che entrerà nelle acque territoriali libiche