loader
menu
© 2024 Eddyburg
Dario del Porto
Villette e Bed and breakfast a 200 metri dagli scavi il cemento assedia Pompei
3 Agosto 2017
Abusivismo
«La zona è sottoposta a vincoli archeologici, ambientali e sismici. Ma le costruzioni abusive non si sono fermate. Ci sono cantieri che sono stati denunciati anche 20 volte

«La zona è sottoposta a vincoli archeologici, ambientali e sismici. Ma le costruzioni abusive non si sono fermate. Ci sono cantieri che sono stati denunciati anche 20 volte». la Repubblica, 3 agosto 2017 (c.m.c.)

Una casa affacciata su Villa dei Misteri. Un manufatto destinato, forse, a diventare un Bed and Breakfast a meno di duecento metri dagli Scavi più famosi del mondo. Un bar che si allarga dove non potrebbe. A Pompei il cemento ha sfregiato il Mito. La zona è sottoposta a vincoli di tutti i tipi: archeologico, ambientale, sismico. Ma questo non ha fermato le costruzioni abusive. L’ultimo sequestro risale a una decina di giorni fa: la polizia municipale ha apposto i sigilli a un cantiere dove si stava ampliando di circa 120 metri quadri un vecchio fabbricato rurale non troppo distante da Porta Vesuvio, uno degli ingressi degli Scavi archeologici.

Gli investigatori non escludono che i proprietari, già impegnati con altre attività nel settore turistico, volessero realizzare un B&B per ospitare i visitatori. Progetto che per adesso dovrà essere accantonato, almeno fino a quando non si sarà definito il procedimento giudiziario. Ma la storia degli abusi edilizi a Pompei parte da lontano. Dal 1986 ad oggi sono stati eseguiti almeno 4500 sequestri. Ci sono cantieri che sono stati denunciati venti volte. Negli scaffali della sezione anti-abusivismo dei vigili giacciono poco meno di tremila pratiche di condono. Risale a una ventina di anni fa l’ampliamento di un vecchio casolare proprio a ridosso della Villa dei Misteri, una delle residenze di epoca romana più affascinanti di tutti gli scavi.

Oggi, chi alza gli occhi dal percorso riservato ai turisti, vede un’abitazione in piena regola. Gli ampliamenti che si sono susseguiti nel corso degli anni sono al centro di un braccio di ferro che potrebbe portare all’abbattimento delle parti aggiunte al nucleo originario dell’immobile. «I nostri uomini sono impegnati continuamente nei controlli anti-abusivismo», spiega il capitano Ferdinando Fontanella, vicecomandante della polizia locale diretta dal colonnello Gaetano Petrocelli.

Un protocollo firmato nel 2005 fra le amministrazioni locali e la Procura di Torre Annunziata prevede che tutti i manufatti superiori ai 50 metri quadri debbano essere sorvegliati. «Oggi abbiamo circa 100 cantieri sotto vigilanza — sottolinea Fontanella — Ogni settimana, per tutto l’anno. A questi si aggiungono quelli vigilati per ordine dell’autorità giudiziaria. Il nostro impegno non si discute, ma vorremmo poterci dedicare di più a migliorare la città nell’interesse dei cittadini e dei turisti».

Il sindaco di Pompei, Pietro Amitrano, del Pd, si è insediato da poco più di un mese e sa che, tra i dossier ai quali dovrà dedicarsi, c’è anche quello sull’abusivismo. «Il problema esiste ed è serio. Come amministrazione siamo pronti ad affrontarlo, ma con serietà e professionalità evitando di fare di tutta un’erba un fascio ». A settembre scatteranno nuovi abbattimenti disposti dalla Procura di Torre Annunziata guidata dal procuratore Sandro Pennasilico con il suo vice, Pierpaolo Filippelli. Altre 70 pratiche di demolizione sono all’esame della Procura generale di Napoli, che con il pg Luigi Riello e l’avvocato generale Antonio Gialanella dedica da sempre grande attenzione al settore degli immobili abusivi. «È nostra intenzione andare avanti su questa strada, applicando la legge», commenta il pg Riello.

Quello degli abbattimenti è un nodo che riguarda tutta la provincia di Napoli. Basti pensare che nell’area del Parco nazionale del Vesuvio, secondo i dati di Legambiente, dal 1997 al 2012 sono state emesse 1778 ordinanze di demolizione di fabbricati illegali, ma per ragioni diverse, legate di volta in volta ad intoppi negli ingranaggi della burocrazia e della macchina giudiziaria, sono andate giù non più di una quarantina di costruzioni. In ogni comune della “zona rossa” del Vesuvio ci sono, in media, circa 5mila pratiche di condono sospese. I numeri fanno riflettere, ma negli occhi restano le immagini: quanto cemento, ai piedi del Vulcano

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg