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Gianni Barbacetto
Villa Reale offresi
17 Giugno 2010
Beni culturali
Un esempio da manuale di come certo liberismo in salsa ciellina-lagaiola sta spudoratamente mungendo e scialacquando il patrimonio pubblico. Il Fatto Quotidiano, 17 giugno 2010 (f.b.)

La Villa Reale di Monza? “La stanno regalando ai privati”. Una delle dimore storiche più importanti del nord Italia sarà gestita per trent’anni da un’azienda privata. L’allarme è stato lanciato da alcuni politici lombardi del Pd. Si sono convinti che la privatizzazione sarà il futuro di Villa Reale, dopo aver ascoltato le parole di uno degli uomini più potenti del gruppo ciellino che attornia il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni: il grande capo di Infrastrutture Lombarde, Antonio Rognoni.

È successo la settimana scorsa nel consiglio comunale di Monza. Rognoni è stato interrogato dai consiglieri durante un’audizione che aveva per tema, appunto, il futuro della Villa Reale. Dopo anni di incuria e abbandono, la Villa sarà finalmente restaurata. Chi la rimetterà a nuovo? Lo deciderà una gara realizzata da Infrastrutture Lombarde, l’azienda controllata dalla Regione che fa da stazione appaltante. Per ora partirà la riqualificazione del primo lotto, 9 mila metri quadrati del corpo centrale, cortile, primo piano, piano nobile, belvedere, in cui saranno realizzati spazi per mostre ed eventi, laboratori, bookshop, caffè, ristorante. Costo: 23 milioni di euro. Chi ce li mette?

E qui arriva il bello, ovvero il brutto, della storia. La Villa Reale dovrebbe essere curata da un consorzio di gestione di cui fanno parte il Comune di Monza, il Comune di Milano, la Regione Lombardia, il ministero dei Beni culturali. Diciamo dovrebbe, perché il Comune di Milano non ha mai formalizzato il suo ingresso nel consorzio e non ha mai pagato neppure un euro di spese, comportandosi come un condomino che neppure risponde alle lettere dell’amministratore. Il ministero di Sandro Bondi ha promesso un milione di euro, ma finora nessuno ha visto un centesimo. Il Comune di Monza ha la guida del consorzio, affidata al sindaco della città Marco Mariani, ma non ci ha messo i soldi.

Gli unici che si sono dati da fare sono stati gli uomini della Regione. Hanno stanziato 20 milioni e affidato a Infrastrutture Lombarde la guida della ristrutturazione. Con un’ideona: far pagare almeno una parte dei lavori ai privati, che ci metteranno 5 milioni di euro (sui 23 totali) e in cambio avranno per trent’anni la gestione della Villa Reale. A un canone irrisorio (30 mila euro all’anno, più uno 0,5 per cento del fatturato). Lo ha confessato Antonio Rognoni durante la sua audizione. Così gli enti pubblici, i Comuni di Monza e Milano, la Regione e il ministero, saranno di fatto esautorati dalle decisioni su come utilizzare la Villa Reale.

“È l’unica soluzione possibile”, replica il sindaco Mariani, “che un privato ci guadagni dalla gestione è tutto sommato una cosa normale”. Reagisce Roberto Scanagatti, capogruppo del Pd al Comune di Monza: “La realtà ha superato i nostri peggiori timori. Rognoni ha confermato che in cambio della propria quota, i privati gestiranno per i prossimi trent’anni il corpo centrale della Villa, il più pregiato”. E Giuseppe Civati, consigliere regionale del Pd, aggiunge: “Il consorzio avrà pochissimi margini per decidere l’offerta culturale e museale di uno dei complessi monumentali più importanti della Lombardia. È una svendita ai privati orchestrata da Formigoni”.

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