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Renzo Mazzaro
Via libera a Veneto City dal Consiglio regionale
8 Dicembre 2011
Veneto
, Una nuova città, ignobile speculazione di due milioni di metricubi, sulla Riviera del Brenta, tra Venezia e Padova. W il consumo di suolo. La Nuova Venezia, 8 dicembre 2011, con postilla

Due a zero. Sconfitta doppia per il fronte che si oppone a Veneto City: la mozione contraria al megainsediamento sulla Riviera del Brenta tra Dolo e Pianiga è stata bocciata in aula, al termine di un consiglio straordinario che doveva fare chiarezza e invece ha alimentato la confusione. Fuori dall’aula neanche l’ombra di quei comitati che raccolgono firme e si sono mobilitati contro la colata di cemento. Il cui impatto, si dice, sarà attenuato dallo sviluppo in altezza: ma sempre di 2 milioni di metri cubi si tratta, che se volessimo mettere distesi sarebbero un capannone largo 12 metri, alto 7 e lungo 23 chilometri, come la carreggiata dell’autostrada da Padova Est a Mestre Villabona.

L’assenza del sostegno popolare, che pure esiste nel territorio, è un autogol per l’opposizione che aveva chiesto la seduta straordinaria e la dice lunga sul livello di compromessi e di ipocrisia tenuto da tutti i partiti in questa vicenda. La risoluzione che chiedeva alla giunta di «sospendere la procedura autorizzativa per Veneto City» è stata bocciata con 23 voti (Pdl e Lega), favorevoli in 18(Pd, Udc, Idv e Sinistra), astenuti 3. Questi ultimi sono Nereo Laroni, Carlo Alberto Tesserin e Diego Bottacin. Impossibile riportare il dibattito.

A rischio di inimicarci l’intero Consiglio citiamo per esteso solo gli interventi di Laroni e di Tesserin, per la forza d’urto che hanno avuto. Laroni parte dal dissenso originario di Veneto City tarsformatosi lentamente in consenso attraverso «fluidificazioni successive». E la parola «fluidificazioni», che dice e ripete per indicare il cambiamento d’opinione dei sindaci della Riviera che diventano favorevoli a Veneto City per motivi di cassa, coincide sempre di più con la parola euro. E’ il business che guida Veneto City, la Torre di Jesolo, il Quadrante di Tessera, l’autodromo Motor City di Verona: «Ma noi qui che ci stiamo a fare?», la pianta dura il vecchio Nereo. «La programmazione è compito nostro o di Enrico Marchi, di Giuseppe Stefanel o del giulivo Luigi Brugnaro, persone che legittimamente perseguono i loro interessi, mentre noi ci occupiamo di griglie roventi? Io non approverò nessun documento favorevole a Veneto City se il governo regionale non lo inserisce nella programmazione». Gran soprassalto di orgoglio politico, peccato che il legislatore l’abbia già fatto: Veneto City è stata inserita nel Ptrc dall’assessore all’urbanistica Renzo Marangon nel 2008, naturalmente molto dopo che l’operazione era stata avviata dagli amici del presidente Galan. Il quale il 28 novembre 2005 a domanda rispondeva di non sapere nulla.

Lo smentisce l’appassionato intervento di Tesserin, che da consigliere provinciale di Venezia ricorda all’aula come sia stato nel 2004 il presidente Davide Zoggia, Pd, a spiegare che Veneto City si sarebbe fatta perché c’era l’accordo con la Regione di Giancarlo Galan. E’ un velo di ipocrisia che cade, lasciando nudi i partiti, sia centrodestra che centrosinistra. Chissà perché Giovanni Furlanetto, leghista, pensa di essere fuori dal mucchio nobilitando il voltafaccia della Lega, che ieri si opponeva a Veneto City e oggi la sostiene, con le modifiche che il comune di Dolo ha imposto ai progettisti. Luca Zaia, che non ha partecipato al dibattito, fa sapere che non metterà «mai la firma» su un progetto che arrivi sul suo tavolo senza l’ok di Comuni e Province. Significa che la conferenza dei servizi, appena chiusa per Veneto City, non ha esaurito l’iter.

Postilla

Singolare, per un giornalista veneziano, considerare strano che a una riunione del Consigio regionale, che si tiene nella città storica di Venezia, alle 10,30 di una giornata lavorativa, non partecipassero le mase di cittadini della Riviera del Brenta che da anni si battono in massa contro il turpe episodio di speculazione, promosso da potenti gruppi finanziari cn collegamenti su tutti i versanti dello schieramento politico di destra e di centrosinistra, accettato dai sindaci dell’uno e dell'altro versante per un po’ di euri. Ma i combattivi comitati della riviera del Brenta dicono che la storia non è finita.

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