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Riccardo Chiari
Verso l’Altra Toscana
25 Gennaio 2015
Articoli del 2015
Enrico Rossi non basta per vincere contro il renzismo e costruire davvero un'altra Toscana. Il mondo dei comitati si avvia perciò a proseguire l'esperienza della lista Tsipras. La speranza è che numerosi altri gruppi di cittadinanza attiva si uniscano. Auguri.

Il manifesto, 25 gennaio 2015

“Noi alle ele­zioni ci pre­sen­tiamo”. Da Siena a Prato, dall’Empolese Val­delsa a Pisa, i comi­tati toscani dell’Altra Europa annun­ciano la discesa in campo per le regio­nali di fine mag­gio. Con la spe­ranza, espli­ci­tata già in par­tenza, di far parte di un’ampia coa­li­zione unita di forze asso­cia­tive, poli­ti­che e di base: “In alter­na­tiva a chi sostiene le poli­ti­che neo­li­be­ri­ste e di auste­rità”. Com­preso il Pd, che dovrebbe rican­di­dare Enrico Rossi. Die­tro la cui figura si sta­glia però l’ingombrante sagoma di Mat­teo Renzi. E di un par­tito, gui­dato sal­da­mente dal fede­lis­simo Dario Par­rini, le cui stra­te­gie d’azione guar­dano al cen­tro. Non a sini­stra. Vedi il gelo con Sel e l’accordo, già rag­giunto, con “Toscana civica rifor­mi­sta”, nuova for­ma­zione com­pren­dente ex di Psi, Udc e Idv. Per non par­lare della nuova, più che fan­ta­siosa, legge elet­to­rale. Con­te­sta­tis­sima, denun­ciata per inco­sti­tu­zio­na­lità, e redatta insieme lo scorso autunno da Par­rini e dal for­zi­sta Mas­simo Parisi, pro­con­sole locale di Denis Verdini.

I comi­tati dell’Altra Europa guar­dano peral­tro alla con­cre­tezza della vita quo­ti­diana. E qui, nono­stante il buon lavoro della giunta uscente sul piano urbanistico-paesaggistico, sulla difesa del mani­fat­tu­riero in una regione dove la crisi con­ti­nua a far chiu­dere realtà pro­dut­tive pic­cole e grandi, e su un (tar­divo) ripen­sa­mento delle poli­ti­che cul­tu­rali e turi­stico com­mer­ciali, il bic­chiere è più vuoto che pieno.

A turno, il senese Ales­san­dro Vigni e la pisana Tiziana Nada­lutti, il pra­tese Leo­nardo Becheri e l’empolese Tibe­rio Tan­zini, ricor­dano le spe­ranze disat­tese dopo il refe­ren­dum sull’acqua, ser­vizi e altri beni comuni. Lo sfrut­ta­mento delle risorse natu­rali, da quelle geo­ter­mi­che al marmo apuano, con effetti col­la­te­rali anche dram­ma­tici come le eson­da­zioni di Car­rara. La ricon­fer­mata volontà del Pd di andare avanti su grandi opere inu­tili come la Tav sot­ter­ra­nea fio­ren­tina e l’Autotirrenica. L’insulto al buon­senso del futuro aero­porto inter­con­ti­nen­tale fio­ren­tino, in una zona for­te­mente urba­niz­zata e a for­tis­simo rischio ambien­tale come la Piana. I cin­que, sei ince­ne­ri­tori già in fun­zione per poco più di tre milioni e mezzo di abi­tanti, e la costru­zione di un set­timo grande impianto sem­pre nella mar­ti­riz­zata Piana. Infine le poli­ti­che sani­ta­rie, un tempo fiore all’occhiello ma ormai impaz­zite nella cami­cia di forza dei tagli nazio­nali, tanto da indi­riz­zarsi sem­pre più verso il “pri­vato sociale”.

“Il nostro obiet­tivo – sot­to­li­neano ancora i comi­tati — è quello di met­terci a dispo­si­zione per costruire un’unica lista alter­na­tiva”. Nel solco del posi­tivo risul­tato toscano dell’Altra Europa lo scorso mag­gio, visto come ideale tram­po­lino di lan­cio per decli­nare sul ter­ri­to­rio il pro­getto com­ples­sivo di un’ “altra” Toscana pos­si­bile. E con la dop­pia varia­bile delle deci­sioni di Sel, attese per la metà di feb­braio, e delle rifles­sioni dei civici di Buon­giorno Livorno. Per i quali, natu­ral­mente, le porte della lista alter­na­tiva sono spalancate.

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