Il manifesto, 25 gennaio 2015
“Noi alle elezioni ci presentiamo”. Da Siena a Prato, dall’Empolese Valdelsa a Pisa, i comitati toscani dell’Altra Europa annunciano la discesa in campo per le regionali di fine maggio. Con la speranza, esplicitata già in partenza, di far parte di un’ampia coalizione unita di forze associative, politiche e di base: “In alternativa a chi sostiene le politiche neoliberiste e di austerità”. Compreso il Pd, che dovrebbe ricandidare Enrico Rossi. Dietro la cui figura si staglia però l’ingombrante sagoma di Matteo Renzi. E di un partito, guidato saldamente dal fedelissimo Dario Parrini, le cui strategie d’azione guardano al centro. Non a sinistra. Vedi il gelo con Sel e l’accordo, già raggiunto, con “Toscana civica riformista”, nuova formazione comprendente ex di Psi, Udc e Idv. Per non parlare della nuova, più che fantasiosa, legge elettorale. Contestatissima, denunciata per incostituzionalità, e redatta insieme lo scorso autunno da Parrini e dal forzista Massimo Parisi, proconsole locale di Denis Verdini.
I comitati dell’Altra Europa guardano peraltro alla concretezza della vita quotidiana. E qui, nonostante il buon lavoro della giunta uscente sul piano urbanistico-paesaggistico, sulla difesa del manifatturiero in una regione dove la crisi continua a far chiudere realtà produttive piccole e grandi, e su un (tardivo) ripensamento delle politiche culturali e turistico commerciali, il bicchiere è più vuoto che pieno.
A turno, il senese Alessandro Vigni e la pisana Tiziana Nadalutti, il pratese Leonardo Becheri e l’empolese Tiberio Tanzini, ricordano le speranze disattese dopo il referendum sull’acqua, servizi e altri beni comuni. Lo sfruttamento delle risorse naturali, da quelle geotermiche al marmo apuano, con effetti collaterali anche drammatici come le esondazioni di Carrara. La riconfermata volontà del Pd di andare avanti su grandi opere inutili come la Tav sotterranea fiorentina e l’Autotirrenica. L’insulto al buonsenso del futuro aeroporto intercontinentale fiorentino, in una zona fortemente urbanizzata e a fortissimo rischio ambientale come la Piana. I cinque, sei inceneritori già in funzione per poco più di tre milioni e mezzo di abitanti, e la costruzione di un settimo grande impianto sempre nella martirizzata Piana. Infine le politiche sanitarie, un tempo fiore all’occhiello ma ormai impazzite nella camicia di forza dei tagli nazionali, tanto da indirizzarsi sempre più verso il “privato sociale”.
“Il nostro obiettivo – sottolineano ancora i comitati — è quello di metterci a disposizione per costruire un’unica lista alternativa”. Nel solco del positivo risultato toscano dell’Altra Europa lo scorso maggio, visto come ideale trampolino di lancio per declinare sul territorio il progetto complessivo di un’ “altra” Toscana possibile. E con la doppia variabile delle decisioni di Sel, attese per la metà di febbraio, e delle riflessioni dei civici di Buongiorno Livorno. Per i quali, naturalmente, le porte della lista alternativa sono spalancate.