La Venezia versione Disneyland fa discutere, come la reazione del sindaco Massimo Cacciari che ha duramente polemizzato, definendole «i peggiori luoghi comuni» sia le osservazioni dell’economista britannico John Kay - vincitore, con un articolo pubblicato sul Times sul degrado turistico della città e sui mezzi per contrastarlo, del premio giornalistico sulla città, bandito dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti - sia con la giuria. Una giuria guidata dal presidente dell’Istituto Leopoldo Mazzarolli e di cui fanno parte storici dell’arte e studiosi di valore: da Pierre Rosenberg ad Antonio Paolucci, da Wolfgang Wolters a veneziani di diritto e d’adozione come Alvise Zorzi, Gherardo Ortalli, lady Frances Clarke. E proprio Alvise Zorzi, presidente dei Comitati privati per la salvaguardia di Venezia, replica con misura, ma anche con fermezza alla reazione polemica di Cacciari contro la denunciata «disneylandizzazione» della città, che è in parte sotto gli occhi di tutti.
«Mi trovo d’accordo - commenta - con l’analisi del professor Kay, anche se egli evoca in modo paradossale l’utilità dei gestori di Disneyland al posto degli amministratori per affrontare i problemi legati alla pressione turistica su Venezia e alla trasformazione che la città sta subendo. Il premio dell’Istituto Veneto, attraverso il riconoscimento assegnato a questo articolo, intende fare non da critica ma da sprone ai nostri amministratori, perché affrontino finalmente questi problemi, di cui si parla da anni ma senza risultato». Zorzi entra anche nel merito: «Credo che un sistema di regolazione dei flussi turistici a Venezia non sia più rinviabile, assieme a misure concrete che favoriscano il mantenimento e l’arrivo di attività produttive alternative al turismo, perché Venezia non è solo questo. Non è certo colpa solo del Comune, ma quando sento che l’assessore alla Produzione culturale Luana Zanella dichiara che Venezia è la periferia di Mestre, mi cascano le braccia. La mercificazione della città è evidente, tutto è ormai consentito, purché ci sia un ritorno economico: basta vedere le insegne pubblicitarie sui monumenti». Anche il presidente dell’Istituto Veneto Leopoldo Mazzarolli concorda: «Il nostro Premio non ha altre finalità che quelle di stimolare il dibattito su Venezia, per questo mi hanno stupito e mi sono spiaciute le parole di Cacciari, perché quello articolo ha certo un tono provocatorio, ma per aiutare ad affrontare i problemi della città, che sono sotto gli occhi di tutti». Anche Italia Nostra esprime «sconcerto» per le reazioni di Cacciari. «Far passare il grido di allarme di un economista di rilievo internazionale per il cattivo scritto di un mediocre giornalista - commenta Giovanni Losavio, presidente dell’associazione ambientalista - significa non averne capito il senso. Chiunque abbia letto l’articolo, non può non riscontrare il tono provocatorio e paradossale scelto da John Kay per criticare la discutibile gestione amministrativa di Venezia. Parlare di Venezia come “parco tematico” significa denunciare la deriva che la città sta vivendo, travolta da un turismo fuori controllo e malamente gestito». (e.t.)
Qui un’ampia sintesi dell’articolo di John Kay, su l’Indipendente, ripresa da Patrimonio SOS http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=21063