Gent.ma Guermandi, a proposito della trasmissione di Report sull'urbanistica romana, per amore del confronto le trasmetto questa lettera aperta scritta a Report, scritta a caldo, prima ancora che venissero pubblicate le reazioni di Morassut. spero che avrà tempo di leggerla.
Forse il diavolo è brutto proprio come l'ha dipinto Report e quindi alla malora tutto e tutti (a cominciare da Veltroni e Morassut). Può essere, anche se tanti dubbi ci sono.
Però credo che dalla trasmissione escano perdenti indiscutibilmente due cose che a tutti noi dovrebbero stare a cuore: l'informazione e l'urbanistica (noti bene, entrambe senza aggettivi).
L'informazione, perché è davvero incontestabile (se ha dei dubbi si riveda la registrazione video più che il resoconto scritto della puntata) che la trasmissione ha avuto un impianto tendenzioso volto soprattutto a colpire un soggetto (l'amministrazione uscente): usare le fotografie di veltroni che mangia le tartine con i costruttori è davvero squallido! e vogliamo parlare dei commenti musicali? siamo tutti abbastanza svezzati da vedere e capire certe cose...!
L'urbanistica, perché paradossalmente, nel rivendicare un immagine "pura" dell'urbanistica che dovrebbe librarsi al di sopra degli interessi dei costruttori, o delle questioni di bilancio, o dei rapporti di forza e di potere, la si uccide, la si uccide nella sua essenza vera che è molto "sporcarsi le mani" (come tutto quello che è politica e territorio) non nel senso ovviamente di prendere le mazzette ma nel senso di sedersi a dei tavoli dove le controparti hanno sempre molta più forza di te e sono numerose, mentre la parte pubblica è quasi sempre sola e debole, e sapere che comunque da quei tavoli bisogna alzarsi con delle scelte. Se lasciamo passare l'idea che la pianificazione (possiamo sostituirla anche con la parola "politica") alla fine è fatta solo di accordi sottobanco e di interessi privati, perché qualcuno dovrebbe ancora appassionarsi e crederci? crederà solo a quello che gli dice, lasciate fare a me che sono ricco di mio e sistemo tutto io...
con stima
Arch. Felice Cappelluti
Due brevi risposte a proposito di informazione e di urbanistica,
Che il servizio di Report abbia accortamente adoperato tutte le figure retoriche dell’allusione, del parallelo, della sineddoche e via elencando a servizio di una tesi, è innegabile, ma fa parte delle “armi del mestiere”: l’uso che se ne fa è deontologicamente scorretto laddove la tesi da dimostrare ne risulta distorta. Nessuna delle affannose repliche uscite a commento della trasmissione ha incrinato il quadro complessivo di una gestione del territorio più che disponibile nei confronti delle richieste dei costruttori e poco incline all’ascolto delle ragioni dei mille comitati civici sorti in questi anni. E l’unico argomento a discolpa nella sua lunga lettera è un disarmante “così fan tutti” che dalla nostra parte politica proprio pretendiamo di non sentire più, anche perché è esattamente una delle cause principali del dilagare qualunquistico che Report è accusata di incentivare (detto inter nos, si è domandato perché la trasmissione, pronta da almeno due mesi, sia uscita dopo il 27 aprile? Altro che tendenze suicide della sinistra…).
Le tesi del servizio televisivo sono peraltro freudianamente ribadite nella sua stesso commento alla postilla di eddyburg, laddove si parla con ironia dell’immagine “pura” dell’urbanistica e con pragmatismo operativo di “sporcarsi le mani”. Solo una considerazione al proposito: ma perché mai la parte pubblica dovrebbe essere per forza “sola e debole” di fronte al privato? In una democrazia degna di questo nome la parte pubblica è portatrice del volere della maggioranza dei cittadini e chiamata a rappresentare le esigenze superiori dell’interesse collettivo e ha armi politiche (nel senso migliore del termine) potenti per far pesare le proprie decisioni solo che le usi: una per tutte, la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali,. Questo non le impedisce di “sedersi a dei tavoli” e di contrattare, ma in piena trasparenza, in una casa di vetro. Il problema è che i vetri puliti sono a rischio, con le mani sporche…(m.p.g.)