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Una nuova visione per la casa economica
17 Agosto 2011
Abitare è difficile
La politica dei conservatori britannici in un rapporto per il centro studi Policy Exchange, (agosto 2010)

Il centro studi conservatore-liberista britannico Policy Exchange ha appena pubblicato il rapporto “Making Housing Affordable - A new vision for housing policy” , di Alex Morton eNatalie Evans, di cui alleghiamo il testo integrale in formato .pdf. É dedicato al problema della casa ed è fondato su due capisaldi: il trasferimento delle decisioni di trasformazione alla "responsabilità locale" (si badi: non dell'amministrazione locale, ma di una governance dove prevalgono gli interessi privati); la liquidazione progressiva del patrimonio di case popolari attraverso un "percorso alla proprietà". Si tratta della modulazione britannica della strategia globale del neoliberismo, certamente meno buzzurra di quella italiana ma altrettanto letale nelle sue conseguenze territoriali e sociali. eddyburg ne riporta qui una sintesi nella traduzione di Fabrizio Bottini.

Titolo originale:Making Housing Affordable - A new vision for housing policy – Estratto tradotto da Fabrizio Bottini

Making Housing Affordable delinea un modo per migliorare i risultati sociali complessivi (proprietà della casa, occupazione) risparmiando 20 miliardi di sterline l’anno.

Presupposto essenziale del rapporto è che:

Siamo di fronte a una crisi delle abitazioni. Negli ultimi decenni prezzi delle case e affitti sono aumentati nel nostro paese molto più rapidamente che in altri, facendo crescere la spesa pubblica in Housing Benefit e costruzione di case economiche e popolari, e facendo diminuire la proprietà dell’abitazione. Certo hanno pesato anche altri fattori (es. il sistema dei prestiti), ma il fattore determinante nella crisi delle abitazioni è la scarsità dell’offerta. La quantità di nuove costruzioni si è più che dimezzata negli ultimi decenni, sino a toccare livelli decisamente fra i più bassi dei paesi sviluppati. Le case popolari non rispondono all’esigenza. Le attuali politiche per l’abitazione sociale spingono verso un tipo di dipendenza non sostenibile dagli interventi di assistenza per inquilini sempre più poveri, cosa sottolineata dallo “inspiegabile divario” fra i loro tassi di occupazione e quelli parecchio più elevati di soggetti simili ma esclusi dagli interventi. E questo determina gli incredibili incentivi per gli inquilini dell case popolari.

Si propongono le seguenti soluzioni:

Ridurre gli incrementi di prezzo/affitto delle case aumentando il numero delle nuove costruzioni. I dati evidenziano come l’attuale regime di autorizzazione urbanistica determini una carenza dell’offerta e un incremento dei prezzi, sia necessario costruire invece un sistema di “controllo locale”, verso un modello urbanistico consensuale, dove chi è soggetto alle trasformazioni (non l’amministrazione locale) decide se autorizzarle o meno. Così che gli incentivi finanziari e le migliorie legati a queste trasformazioni possano beneficiare direttamente gli abitanti. Ciò farebbe crescere notevolmente sia la quantità e qualità delle nuove costruzioni. E mantenere bassi gli affitti, i prezzi, la spesa pubblica per Housing Benefit, oltre che contenere anche l’inflazione. Qui risulta essenziale l’azione del governo, ma non si escludono altri interventi.

Cambiare radicalmente il sistema degli incentivi per gli inquilini delle case popolari. Si deve porre termine all’attuale distribuzione “secondo i bisogni”, e l’abitazione sociale diventare uno dei passaggi intermedi verso la proprietà della casa per chi lavora, eliminando il perverso sistema degli incentivi e riducendo quello “inspiegabile divario” nei tassi di occupazione. Gli inquilini delle case popolari dovrebbero essere sostenuti nell’accesso alla proprietà rinnovando il sistema del Right to Buy e parificando tendenzialmente gli aiuti all’affitto con quelli all’acquisto: così che non ci siano più inquilini che pagano di più per acquistare di quanto non si paghi per l’affitto.

Creare un nuovo modello di “Percorso verso la proprietà” per case economiche e realizzare più case popolari. Sul lungo periodo, con la maggiore accessibilità all’abitazione propria, diminuisce la domanda per la casa popolare. Ma al momento attuale esiste una urgenza. L’attuale modello di forti sostegni non è praticabile, e quindi se ne propone uno nuovo, che consenta la realizzazione immediata di molte case popolari praticamente a costo zero. Le riforme delineate in questo rapporto possono produrre risparmi per circa 20 miliardi di sterline l’anno a partire da subito e continuando in futuro.

Risparmi che derivano da:

● Riduzione della spesa attuale per case economiche e popolari.

● Vendita sul libero mercato dello stock esistente (se di particolare valore) o secondo il nuovo percorso Verso la Proprietà, continuando la costruzione di nuove case popolari.

● Via via, risparmiando le quote di Housing Benefit dato che gli affitti cresceranno più lentamente.

● Via via, riducendo la dipendenza dal welfare degli inquilini delle case popolari.

Di seguito scaricabile il rapporto integrale originale; si veda anche qui in eddyburg.it, sul rapporto fra politica urbanistica britannica attuale e problema della casa, l'opinione dell'esperto Peter Hetherington dal Guardian (f.b.)

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