Non tutti questi governi si sono comportati allo stesso modo, ma nessuno ha messo la crisi al primo posto della sua agenda e sta di fatto che stiamo affogando nel capitalismo in crisi. La sinistra è ridotta ai minimi termini, partiti dissolti, sindacati in crisi per la crescita della disoccupazione, le innovazioni tecnologiche, le politiche dei vari governi, fondamentalmente antioperaie. L’attuale governo di Matteo Renzi procede con misure reazionarie, oltre che provinciali. Anche la mondializzazione viene affrontata senza minimamente avere coscienza di come progresso produttivo e tecnologie della comunicazione ci mettono di fronte a una situazione del tutto nuova.
Crisi economica, crisi finanziaria, mancanza di una vera unità europea – la Germania va per i fatti suoi — indebolimento delle banche centrali, compresa la Banca d’Italia, disattrezzate e impotenti di fronte alle novità della crisi. Su questo vorrei citare il prezioso volumetto di Pierluigi Ciocca con un titolo di massima elequenza: “La Banca che ci manca. Le banche centrali, l’euro, l’instabilità del capitalismo”, pubblicato da Donzelli.
In questo quadro difficile, e anche pericoloso, non sono affatto da sottovalutare le tensioni internazionali (Ucraina) e il crescere dei flussi migratori verso paesi che non sono più in grado – come nel passato – di utilizzare questi aumenti di popolazione, con la minaccia di conflitti pericolosi.
E la nostra Italia di oggi? Che sta affondando nelle paludi acide di questa lunga e profonda crisi? Matteo Renzi non durerà a lungo, ma a cosa aprirà le porte? Tempi pericolosi ci aspettano. Bisogna resistere, e per resistere lavorare anche in piccoli gruppi per un’analisi seria della crisi attuale, e su questo impegno formare minoranze attive che portino a iniziative politiche e culturali, soprattutto per tentare di riprendere il cammino verso una società libera dalle catene di un capitalismo in massima crisi. Speriamo