. (il manifesto, 15 settembre 2013) >>>
Cari fratelli e sorelle, buongiorno. Grazie di questa ospitalità, per me è un dovere scrivere oltre la solitudine della comunità e nella comunione del silenzio. Voglio parlare ancora della guerra, la nuova guerra che in Siria si minaccia, anche se uomini di buona volontà sono intenti in queste ore a trovare una soluzione di dialogo, la sola possibile.
Lamento che un uomo retto, il presidente di una grande potenza, per convincere il suo popolo all'intervento militare abbia aperto la finestra degli orrori. "Guardate - ha detto - gli occhi dei bambini uccisi dalle armi chimiche, guardate quegli occhi, la loro fissità". Il Nunzio americano mi rivela che foto di quegli occhi sono state distribuite ai piloti dei cacciabombardieri. Come non trasalire. Anche io parlando da San Pietro ho detto del mio dolore per quei bambini straziati. Io li ho guardati quei volti e quegli occhi.
Ci dicono forse che bisogna fare un'altra guerra ed uccidere ancora tanti innocenti, come già accade in tanta parte del mondo? No. Vorrebbe dire ucciderli due volte, due volte farne scempio, due volte abusarne. Certo, chiunque sia stato il criminale colpevole, deve pagare: davanti agli uomini e davanti a Dio. Ma la risposta non è la guerra che in tutto il mondo produce occhi di bambini senza più vita e sorriso.
In piazza San Pietro ho anche parlato del mercato delle armi: non ce n'è uno, buono, di armi legali e un altro, cattivo, di armi illegali. Fuorilegge sono tutte le armi. E la guerra. Abbandonate ogni vana pretesa d'intervento militare. Con noi sia la pace.