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Nicola Pellicani
Una bella accelerata per il "Via" del Canale Contorta
10 Gennaio 2015
Venezia e la Laguna
Il Tar annulla il divieto del transito dei giganti del mareo. Il Ministro dell'ambiente assicura che entro marzo si concluderà la Via per il canale Contorta, e se positiva si procederà con lo scavo: nessuno gli ha spiegato che cos'é la Laguna. L'intervista di Antonio Cianciullo al ministro dell'ambiente e un'articolo di Nicola Pellicani.

Il Tar annulla il divieto del transito dei giganti del mareo. Il Ministro dell'ambiente assicura che entro marzo si concluderà la Via per il canale Contorta, e se positiva si procederà con lo scavo: nessuno gli ha spiegato che cos'é la Laguna. L'intervista di Antonio Cianciullo al ministro dell'ambiente e un'articolo di Nicola Pellicani. La Repubblica, 10 gennaio 2015

GALLETTI: «VIA QUEI GIGANTI DA SAN MARCO
IN 2 ANNI IL PROBLEMA PUO' ESSERE RISOLTO»

di Antonio Cianciullo

Roma. «Quei condomini galleggianti a San Marco non devono passare. Per motivi di sicurezza e per rispetto alla storia della città. La Laguna è un patrimonio da difendere. La soluzione è un percorso alternativo che tuteli sia il turismo che l’ambiente: in un paio d’anni il problema può essere risolto». Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente, non arretra. Anzi rilancia.

Lei parla di una soluzione in prospettiva, intanto lo sfregio delle navi che con la loro mole soffocano il palazzo dei dogi si ripropone.
«Bisogna distinguere tra soluzione definitiva e soluzione transitoria. Nell’immediato occorre ovviamente partire dalla decisione del Tar. Le opzioni sono due. La prima è riproporre in forma migliore l’atto della capitaneria che è stato annullato ma che è frutto delle sollecitazioni avanzate dagli ultimi due governi: si tratta di ridurre il numero e la stazza delle grandi navi in transito. La seconda opzione è trovare un accordo consensuale con tutte le compagnie di navigazione per un’autoriduzione volontaria che eviterebbe il rischio di un alt improvviso».

Sono comunque palliativi. Come si cancella in maniera definitiva il rischio provocato dal passaggio di giganti marini da 100mila tonnellate?
«L’unico progetto finora sottoposto alla Valutazione d’impatto ambientale, la Via, è il canale Contorta. Mi impegno a far sì che la Via si concluda entro marzo. Se sarà positiva si potrà procedere».

C’è chi dice che questo rimedio sia peggiore del male: 150 milioni di euro per un’altra autostrada in Laguna, con effetti devastanti sui fondali protetti dall’Unesco. Le grandi navi entrerebbero dal varco di Malamocco poi si immetterebbero in questo nuovo canale allargato ad hoc.
«Ripeto: questo è l’unico progetto per il quale sia stata presentata una domanda di Via. Se ce ne saranno altri li valuteremo. Ritengo comunque che l’ipotesi del canale Contorta rappresenti un passo avanti importante: le grandi navi non passerebbero più davanti a San Marco ma entrerebbero in Laguna aggirando la città per arrivare al molo passeggeri».

Non sarebbe meglio lasciare i colossi del mare in Adriatico?
«Si tratta di conciliare le esigenze del turismo con quelle dell’ambiente. La partita non è chiusa».

GRANDI NAVI A VENEZIA,
IL TAR ANNULLA LO STOP

di Nicola Pellicani

Venezia. L’ultimo gigante del mare ad attraversare il Bacino San Marco, è stata la Costa Fascinosa. Un grattacielo galleggiante di 114mila tonnellate, capace di contenere fino a 3.800 passeggeri, transitato davanti alla Basilica, a metà dicembre dello scorso anno.

Doveva essere l’ultima Grande Nave a solcare il Bacino, prima dell’entrata in vigore del “vecchio” decreto Clini-Passera che dal 1° gennaio 2015, vietava i transiti alle navi di stazza lorda superiore alle 96 mila tonnellate. Un addio che però ha tutto il sapore di un arrivederci, perché ieri il Tar del Veneto ha rilevato l’illegittimità dell’ordinanza della Capitaneria, che recepiva i limiti imposti dal decreto varato all’indomani della tragedia della Costa Concordia al Giglio. Secondo il Tar i limiti «avrebbero potuto applicarsi soltanto a partire dalla messa a disposizione di vie di navigazione alternative rispetto a quelle attualmente in uso e allo stato ancora non praticabili». I rischi ambientali, inoltre, sono ritenuti solo ipotetici.

In sostanza, tutto da rifare. Il Tribunale ha accolto il ricorso presentato da Vene-zia Terminal Passeggeri e dagli operatori portuali. Bisognerà ora attendere l’individuazione di un percorso alternativo, prima di poter applicare il decreto. E le alternative sono sempre di là da venire. Mentre il ministero dei Trasporti annuncia che presenterà appello al Consiglio di Stato, in campo ci sono diverse proposte, ma soprattutto un mare di polemiche che stanno dividendo letteralmente in due la città. Da una parte il Porto che sostiene l’escavo del Canale Contorta Sant’Angelo, lungo quasi cinque chilometri con sei milioni e mezzo di metri cubi di fanghi da togliere dalla Laguna. Una soluzione che può contare sul sostegno del mondo dell’impresa e del sindacato, ma che trova l’ostilità del mondo ambientalista. Ma non solo. Erano contrari anche la passata amministrazione comunale e un ampio ventaglio di associazioni e di comitati pubblici che temono l’ennesimo scempio della laguna. Sul piatto ci sono altre ipotesi. Due progetti prevedono la realizzazione di un terminal off shore in bocca di porto. Un altro progetto ipotizza invece il trasloco del terminal passeggeri nella prima zona industriale di Marghera.

I piani sono però tutti al vaglio dei vari ministeri, mentre le navi sono sempre lì che premono per entrare in Bacino. Anche se per il momento la sentenza del Tar non produrrà alcun effetto concreto. Da un lato perché le compagnie crocieristiche hanno già realizzato i programmi per l’anno in corso, dall’altro in quanto avevano già accettato, indipendentemente dagli obblighi, di sottostare alle soglie stabilite. In realtà, la sentenza mette a nudo l’incapacità di prendere una decisione che porti a risolvere il problema una volta per tutte.

Dice Paolo Costa, presidente dell’Autorità Portuale: «Attendiamo con fiducia le decisioni che il governo vorrà prendere, al più presto». Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Venezia, mette l’accento sul problema occupazionale: «Non dimentichiamoci che stiamo parlando di oltre 5.000 persone che vivono ormai da tre anni con una spada di Damocle sulla testa. Questa decisione sarebbe dovuta arrivare prima».

Di tutt’altro tenore il punto di vista di Giovanni Puglisi, presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco: «Sono allibito dal provvedimento del Tar del Veneto perché non rende giustizia non tanto alla decisione della Capitaneria di Porto, quanto ai veneziani ».

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