Titolo originale: Report: World Land Use Is Top Environmental Issue – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini
La massiccia conversione dei paesaggi naturali mondiali all’agricoltura e ad altri usi umani potrebbe presto iniziare a mettere in forse la capacità dell’ecosistema terrestre di sostenere una popolazione in costante crescita.
Sulla rivista Science del 22 luglio 2005, un gruppo di importanti scienziati presenta l’ escalation della trasformazione di foreste, zone umide, savane, vie d’acqua e altri paesaggi naturali, come la principale potenziale minaccia alla salute umana e alla sostenibilità globale.
”Salvo la collisione con un asteroide, è l’uso del suolo da parte degli esseri umani l’impatto più significativo sulla biosfera” secondo Jonathan A. Foley, cilmatologo dell’Università del Wisconsin a Madison e principale autore del saggio su Science. “Potrebbe essere il problema ambientale più urgente dei nostri giorni”.
L’articolo di Science è stato scritto da un gruppo di ricercatori ambientali di punta che rappresentano un ampio raggio di discipline, come biologia, climatologia, limnologia, geografia e scienze della terra. Foley dirige il Center for Sustainability and the Global Environment al Gaylord Nelson Institute for Environmental Studies dell’Università del Wisconsin di Madison.
L’uso del suolo, secondo il rapporto, non è più soltanto una questione locale. Si tratta di una forza di importanza globale, coi sei miliardi di umani in competizione per cibo, acqua, vestiti e alloggi. Lo studio, afferma Foley, è un compendio di ricerche scientifiche sulle principali forme di uso del suolo a livello mondiale – agricoltura, insediamento urbano e rurale, deforestazione e alte forme di sfruttamento delle risorse naturali – e dei loro impatti sull’ecosistema.
Secondo Foley, circa un terzo delle terre mondiali ora sono utilizzate per l’agricoltura, e altri milioni di ettari di ecosistemi naturali vengono convertiti ogni anno. Molte delle pratiche agricole, basate su metodi di origine occidentale, richiedono ampio uso di fertilizzanti chimici e modificano ulteriormente il paesaggio per deviare l’acqua verso le zone marginali.
”Anche se le pratiche di uso del suolo a livello mondiale variano notevolmente, il loro risultato finale in genere è lo stesso: acquisizione di risorse naturali per bisogni umani, spesso degradando le condizioni ambientali”, scrivono gli autori.
Il nuovo rapporto di Science sintetizza e riferisce di decenni di ricerche sugli impatti umani nell’ambiente, come i mutamenti nella composizione dell’atmosfera, la copertura del suolo, il ciclo delle acque e la diversità biologica.
Questa rassegna delle pratiche di uso del suolo mondiali, dice Foley, evidenzia il bisogno di una maggiore collaborazione fra scienziati e pianificatori territoriali, idrologi, coltivatori, architetti e professionisti delle sanità, per impedire un ulteriore degrado ambientale.
”I modi di uso del suolo dipendono da molte cause. Riconosciamo la necessità di cibo, acqua, alloggio” dice Foley. “Ma questo produce effetti multipli, e gli scienziati devono guardare al quadro generale. C’è uno spazio importante per la scienza, qui”.
Un esempio, continua Foley, è la trasformazione delle malattie umane e animali a causa del mutamento climatico, che consente agli agenti patogeni di svilupparsi in regioni dove prima non esistevano. Malattie come l’encefalite equina West Nile, malaria, colera, febbre della Rift Valley o virus hanta sono esempi di infezioni emerse in luoghi inediti, e la cui frequenza è aumentata con le trasformazioni nell’uso del suolo e nei sistemi ecologici.
Foley sottolinea il fatto che gli scienziati debbano guardare oltre gli aspetti naturali selvaggi del mondo, e considerare l’intero contesto, comprese città, suburbio e zone agricole, nella valutazione della salute ambientale globale. “Dobbiamo guardale all’uso del suolo in un contesto globale. Si deve prendere in considerazione l’intero sistema”.
Il rapporto mette anche in rilievo alcuni esempi di pratiche di uso sostenibile del suolo, che offrono contemporaneamente vantaggi economici e ambientali:
● l’acquisto da parte della municipalità di New York di diritti edificatori nelle Catskills per aumentare il potenziale idrico della città. Questa operazione ha prodotto un risparmio di 5-7 miliardi di dollari in servizi di potabilizzazione delle acque.
● la localizzazione di piantagioni di caffè a 1 chilometro dalla foresta tropicale intatta, per trarre vantaggio dall’impollinazione naturale, e che ha migliorato di molto la qualità del prodotto e aumentato la resa sino al 20%.
● l’utilizzo di tetti riflettenti, aggiunta di spazi verdi e piantumazione di alberi nelle città per ridurre lo smog, la mortalità legata al caldo, la domanda di elettricità per il condizionamento d’aria.
● lo sviluppo di sistemi basati sulla lotta integrata ai parassiti, e altre tattiche per ridurre il bisogno di pesticidi chimici e aumentare la produzione di cibo. Due strategie sperimentate sono l’introduzione di pesci che si nutrono di zanzare nelle risaie, e la predisposizione di condizioni ottimali per gli uccelli che si cibano di parassiti.
”L eforme di uso del suolo sono andate ben oltre la dimensione semplicemente locale” dice Foley. “Gli impatti a scala globale sono maggiori della somma di eventi locali. L’uso del suolo sta inducendo trasformazioni a scala del pianeta”.
Nota: il testo originale al sito GreenBiz ; altre informazioni sulle ricerche incorso, a questa pagina della University of Wisconsin, Madison (f.b.)