loader
menu
© 2024 Eddyburg
Ilvo Diamanti
Un paese senza certezze
13 Maggio 2017
Articoli del 2017
La consueta, periodica indagine sui prevedibili futuri politici del Palazzo. Ma è difficile prevedere il futuro che si è espresso nei numerosi eventi della politica del popolo, dalla battaglia per l'acqua pubblica a quella per la difesa della Costituzione. Eppure la speranza è lì.
La consueta, periodica indagine sui prevedibili futuri politici del Palazzo. Ma è difficile prevedere il futuro che si è espresso nei numerosi eventi della politica del popolo, dalla battaglia per l'acqua pubblica a quella per la difesa della Costituzione. Eppure la speranza è lì.

la Repubblica, 13 maggio 2017

ALCUNI importanti eventi hanno segnato la politica in Italia, negli ultimi mesi. In particolare, le primarie del Pd, (stra)vinte da Matteo Renzi. Il quale, dopo la bocciatura del referendum costituzionale, si è ripreso il partito. Quanto al governo, si vedrà. Il sondaggio di Demos per l’Atlante Politico pubblicato da Repubblica segnala, comunque, alcuni mutamenti significativi nel clima d’opinione.

Anzitutto, negli orientamenti di voto. Secondo le stime di Demos, infatti, il Pd ha nuovamente superato il M5S. Di poco. Un punto solamente. Sufficiente, però, a cambiare le gerarchie elettorali fra i due soggetti politici principali, dopo il declino di Silvio Berlusconi e del suo partito. I quali, tuttavia, resistono. Forza Italia, infatti, è stimata oltre il 13% e la Lega di Salvini le è vicina. Così si ripropone una triangolazione, per alcuni versi, simile a quella emersa dalle elezioni politiche del 2013. Quando Pd, M5S e Forza Italia - insieme alla Lega - avevano conquistato una quota di elettori molto simile. Intorno al 25%.

Naturalmente, molto è cambiato da allora. Anzitutto, gli equilibri tra Fi e Lega. Nel 2013 la Lega, guidata da Roberto Maroni, superava di poco il 4%, mentre il Pdl intercettava quasi il 22%. Poi, ovviamente, è cambiato il volto del Pd. Proposto, allora, da Bersani, oggi da Renzi. Mentre il M5S ha ancora il profilo di Grillo. Ma ha consolidato la sua presenza nel Paese. Visto che, nel frattempo, ha conquistato, fra l’altro, il governo di Roma e Torino. Due Capitali (anche se in senso diverso).
Questo scenario è confermato dalle stime di voto degli altri partiti. A destra di Fi, come a sinistra del Pd, si osserva un complessivo arretramento. I soggetti politici di Centro, infine, occupano uno spazio quasi residuale. Schiacciati dai tre “poli” maggiori. Che, nel sondaggio, intercettano oltre l’80% dei voti. Questo assetto, però, appare tutt’altro che strutturato. Soprattutto a Centro-destra, dove l’asse tra Fi e Lega è messo in discussione. Dalla Lega di Salvini.
È, tuttavia, chiaro che, se queste stime venissero, almeno, “approssimate”, in caso di elezioni, nessuna maggioranza sarebbe possibile. Perché nessun Polo o Partito riuscirebbe a superare la soglia del 40%, necessaria a conquistare la maggioranza dei seggi. Occorrerebbe, dunque, formare coalizioni più “larghe”. Fra soggetti di famiglie politiche diverse e perfino contrastanti. Ma l’operazione appare difficile. Gli elettori del Pd, infatti, non sembrano gradire un’alleanza con Fi, ancor meno con il M5S. Mentre appare maggiore (ma complicata) l’attrazione reciproca tra M5S, Lega e Fdi.
Per ora, comunque, la prospettiva del voto anticipato interessa una minoranza di elettori (43%). Più ampia nella Lega, nei Fdi e, soprattutto, nel M5S. Ma la maggioranza assoluta degli intervistati auspica che l’attuale governo duri fino a fine legislatura. Prevista l’anno prossimo. Il governo Gentiloni, d’altronde, mantiene un buon livello di gradimento. Intorno al 40%. Come due mesi fa. Insomma, non entusiasma, ma, in tempi come questi, è difficile sollevare passioni, in politica.
La fiducia verso il premier, Paolo Gentiloni, per quanto in calo di qualche punto, resta elevata: 44%. La più elevata fra i leader testati. Matteo Renzi, dopo le Primarie, ha ripreso quota: 39%, 6 punti in più rispetto a due mesi fa. È affiancato da Giorgia Meloni. Molto più apprezzata del proprio partito. Salvini, Di Maio e Pisapia si attestanofra il 32 e il 35%. Gli altri, più sotto. In fondo, con meno del 20%, troviamo Roberto Speranza e Massimo D’Alema. La scissione dal Pd non pare aver giovato loro, sul piano del consenso personale.
Attraversiamo, dunque, una fase instabile. Mentre diverse questioni agitano il dibattito pubblico. Ne segnaliamo alcune.
Anzitutto, l’uso delle armi per legittima difesa, definito dalla legge appena approvata alla Camera. In particolare, a proposito della possibilità di usare un’arma di notte “nel proprio domicilio”. Tuttavia, la maggioranza delle persone ritiene che, in casa nostra, “sparare” all’aggressore sia sempre legittimo. Lo pensano, soprattutto, gli elettori di Centro-destra, ma anche del M5S. Mentre la base del Pd si divide in modo quasi eguale. E solo più a “Sinistra” si vorrebbe limitare al massimo la possibilità di “sparare” in casa propria.
C’è poi la questione dei vaccini, intorno alla quale non c’è proprio discussione, visto che oltre 9 persone su 10 li ritengono indispensabili a garantire la salute dei bambini. Senza se e senza ma.
Infine: le Ong. Le Organizzazioni di Volontariato Internazionale Non Governative. Al centro di numerose polemiche, in seguito alle recenti affermazioni del procuratore di Catania, secondo il quale «alcune Ong potrebbero essere finanziate dai trafficanti ». Al fine di «destabilizzare l’economia italiana per trarne dei vantaggi». Senza entrare nel merito, queste parole sembrano aver indebolito la credibilità delle Ong, che ottengono un grado di fiducia (42%) molto inferiore rispetto alle ”Associazioni di volontariato”, tout-court (63%). Quasi a sottolineare come, per la maggioranza degli italiani, le Ong non siano “associazioni di volontari”. Ma, appunto, qualcosa di diverso. E oscuro.
Il dibattito politico, quindi, incrocia e confonde questioni tanto più critiche quanto più riguardano la nostra vita quotidiana. Anche perché non sono chiari i riferimenti politici generali. Intanto, la scadenza del voto si avvicina. Non è chiaro, però, quando sarà. Fra un anno? Prima? È la cronaca di un Paese incerto. Dove l’incertezza politica logora la fiducia della società, nelle istituzioni. E, ovviamente, nell’economia. Ma al ceto politico non sembra interessare troppo.

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg