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Vittorio Emiliani
Un condono reale dietro le case fantasma
24 Maggio 2010
Abusivismo
Cosa si nasconde dietro le manovre “finanziarie” del governo in discussione in queste ore. Su l’Unità, 24 maggio 2010 (m.p.g.)

Un pasticcio dietro il quale può celarsi il solito maledetto imbroglio: un nuovo maxi-condono edilizio. Il terzo da quando il Cavaliere-immobiliarista è sceso in campo. Disastrosamente per il Belpaese, in ogni senso. Così si può sintetizzare l’idea del duo Berlusconi-Tremonti di immettere nella manovra straordinaria la regolarizzazione catastale delle cosiddette “case fantasma”, peraltro già in atto in forma ordinaria. Da sola essa è infatti destinata a fruttare poco più di 1,5 milioni di euro. Che balzerebbero tuttavia a 6 (sulla carta) con un nuovo condono. Un gioco di sottomano. Per il quale la spesa dei Comuni sarebbe, come si sa, più alta del ricavato, a meno di non riuscire ad esigere sull’unghia dai condonati sanatoria e oneri di urbanizzazione evasi. Operazione delle più accidentate per “fare cassa”. Delle più facili, invece, per incoraggiare altro abusivismo edilizio, sovente promosso, totalmente “in nero”, dai vari racket, con ricadute spaventose – come testimoniano le continue frane omicide – su periferie, campagne e paesaggio. Secondo i dati di Legambiente, il 45 % degli illeciti edilizi si concentra in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, al quale va aggiunto l’8,3 di Roma.

Cerchiamo di capirci qualcosa di più. Dal 2007 l’Agenzia del Territorio sta indagando su due differenti tipologie: a) le case fantasma, appunto, sconosciute al fisco, circa 2 milioni, individuate sovrapponendo alle mappe catastali (aggiornate, di fatto, soltanto nelle ex asburgiche Trieste e Gorizia) le fotografie aeree del territorio; b) i fabbricati ex rurali, circa 870.000, già nei catasti comunali e che però possono non essere più pertinenze agricole. Si sa così per certo che le case fantasma si trovano soprattutto al Centro-Sud, col record assoluto di irregolarità a Salerno, seguita da Roma e Cosenza; col primato per Kmq a Napoli e Avellino (ma fra loro c’è Varese, patria di Umberto Bossi), e con quello per densità ogni 100 abitanti ad Avellino, Viterbo e Potenza.

Gettito stimabile, 1,5 miliardi, forse qualcosa di più. Ma unicamente se i titolari di questi fabbricati fantasma (sono anche box, capannoni, laboratori, ecc.) decideranno di pagare tutto e subito in termini di Ici, Irpef e tassa rifiuti sin qui evase. Tuttavia questi edifici fantasma è probabile che siano anche abusivi. In tal caso dovrebbero essere affidati alle ruspe. Ecco allora spuntare un nuovo condono. Poderoso, vergognoso, immorale incentivo, in ogni caso, ad altre illegalità edilizie diffuse, ad altre cementificazioni dissennate e criminali. A quel punto lo Stato italiano – accentrato, decentrato, regionale o federale che si voglia – potremo considerarlo inesistente. Cioè, anch’esso, fantasma. Come 2 milioni di fabbricati che, pare incredibile, lo popolano, a sua insaputa.

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