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Sandro Roggio
Un colpo al paesaggio. Il bene comune non è più un valore
17 Ottobre 2009
Sardegna
Analisi e commento sul Piano Casa sardo: al solito devastante, aiuta anche a capire una "filosofia". L'Unità, 17 ottobre 2009 (f.b.)

Lo avevano promesso in campagna elettorale. Lo aveva detto Berlusconi che bisognava interrompere la carestia edilizia degli anni di Soru; e sembra di vederlo il suo sorriso alla notizia di un’altra Regione che ha seguito alla lettera il suo consiglio. E viene pure il sospetto che il piano casa (?) sia stato pensato con un’occhiata alle coste sarde. D’altra parte il provvedimento sardo raccoglie il massimalismo della prima proposta del premier, prendendo al volo l’occasione per dare un colpo al Piano paesaggistico.

Ogni volume edilizio nelle parti più sensibili dei litorali potrà essere incrementato senza tante storie (addirittura nella fascia dei 300metri dal mare tutelata già negli anni ‘80). Una botta da milioni di metri cubi. La casa necessità non c’entra nulla, perché questa è un’altra storia - direbbe Lucarelli. Un’altra storia del programma demagogico, sapientemente pop.

Prima si attizza l’insofferenza verso ogni forma di tutela, poi si dà il via all’azzoppamento delle regole, cambiando il Piano senza prendersi neppure la briga di fare una vera variante.

In modo improprio - dicono i giuristi. Senza remore e non stupisce. Figuriamoci se chi ha creduto di modificare la Costituzione con il lodo Alfano può esitare di fronte al rischio per la bellezza e la sicurezza del territorio. E i modi spicci piacciono. Se si potrà fare o ci saranno impedimenti si vedrà, intanto ecco la legge: la risposta in blocco alle attese di proprietari di pochi mq di terra e di altri più cospicui patrimoni.

Se poi l’interesse per il bene comune scivola all’ultimo posto nella gerarchia dei valori poco importa. Perché il danno è oltre gli effetti che si vedranno in Sardegna. La cosa peggiore è il messaggio: la tutela del bene comune è una fissazione dei soliti pessimisti che vaneggiano sul paesaggio invece di calcolare con ottimismo quanti bilocali starebbero su quel versante così tenero che si taglia con un grissino.

Disposizioni inopportune e, queste sì, antitaliane. Giungono proprio ora che si scopre il territorio malandato e vulnerabile. Le disgrazie recenti, nel Paese e anche in Sardegna, sono indizi di uno stato patologico che consiglia prudenza e il fai-da-te assecondato e blandito non promette nulla di buono. Questa indifferenza al principio di precauzione colpisce, tanto più se si leggono le dichiarazioni del presidente della Regione Sicilia che dubita sulla approvazione di una legge su questa linea in quella Regione. Chi pensa alla Sardegna come immune da rischi si sbaglia. Anche qui e dopo questa scelta avremo molti scempi sulla coscienza. Il rimorso che veniva dopo ora ci precede, notava Flaiano.

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