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Ucraina: difendiamo la verità e la pace
8 Maggio 2014
Articoli del 2014
I sostenitori della lista “L’altra Europa con Tsipras”, se non strillano come gli altri, cercano di ragionare e proporre anche durante l’affannosa campagna elettorale. Dopo una serie di discussioni che si sono intrecciate a proposito del drammatico scontro che si svolge attorno e dentro l’Ucraina propongono due testi redatti da Barbara Spinelli, Eleonora Forenza, Fabio Amato, Guido Viale e da Francesco Gesualdi, Tommaso Fattori, Silvia De Giuli, Lisa Clark, Rocco Altieri, Giorgio Gallo, l'8 maggio 2014
I sostenitori della lista “L’altra Europa con Tsipras”, se non strillano come gli altri, cercano di ragionare e proporre anche durante l’affannosa campagna elettorale. Dopo una serie di discussioni che si sono intrecciate a proposito del drammatico scontro che si svolge attorno e dentro l’Ucraina propongono due testi redatti da Barbara Spinelli, Eleonora Forenza, Fabio Amato, Guido Viale e da Francesco Gesualdi, Tommaso Fattori, Silvia De Giuli, Lisa Clark, Rocco Altieri, Giorgio Gallo, l'8 maggio 2014


LA VERITà VITTIMA DELLA GUERRA
L'EUROPA HA QUALCOSA DA DIRE?
di Barbara Spinelli, Eleonora Forenza, Fabio Amato, Guido Viale

Come in tutte le guerre, la verità e l'informazione sono vittime designate. Il caso ucraino non fa eccezione. Si omette deliberatamente di dare notizia sull'uso di paramilitari nazisti al servizio del governo di Kiev, così come dei tragici eventi accaduti ad Odessa (46 persone disarmate uccise in un vero e proprio pogrom antirusso, imputabile alle milizie filogovernative di Pravyi Sektor, Settore di Destra) . Criminale è l'aver fomentato, soprattutto da parte degli USA, una guerra civile e aver sdoganato in Europa forze naziste, che speravamo di aver cancellato definitivamente dal futuro dell'Europa.

Ed è anche il futuro dell'Europa che si gioca in Ucraina: gli Stati Uniti hanno lavorato e stanno lavorando pesantemente per destabilizzare la situazione ucraina, in primo luogo al fine di favorire una espansione ad Est dei confini della NATO. Non solo: nel contesto della trattativa sul Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Ttip), gli Stati uniti lavorano per impedire qualsivoglia autonomia geopolitica dell'Europa, e per arginare gli scambi Europa-Russia, soprattuto energetici. Insomma, si vuole rinchiudere l'Europa in un più serrato patto atlantico, volto a fare dell'Europa il cortile degli USA sia sul terreno militare che su quello economico.

Occorre che le pacifiste e i pacifisti si mobilitino in Italia e in Europa, contro la violazione dei diritti umani e il governo di Kiev e in favore di una Ucraina libera e federata. Come ha detto Alexis Tsipras al "Guardian": "L'Unione europea dovrebbe far di tutto per ristabilire l'accordo di Ginevra del 17 aprile , e cercare la fine immediata delle violenze. Dovrebbe anche lanciare un ultimo monito al governo provvisorio ucraino, esigendo che gli accordi non siano ancora una volta violati. Il massacro nell'edificio dei sindacati a Odessa mostra che esistono elementi nel governo ucraino, intimamente legati a unità paramilitari criminali e naziste, che vogliono un'Ucraina più piccola e "etnicamente ripulita". È per raggiungere i propri obiettivi che cercano di provocare la Russia. La soluzione praticabile della crisi richiede come prima cosa la rimozione di tutti gli elementi neonazisti e di estrema destra dal governo provvisorio. La pace in Ucraina è difficile se tali elementi restano al potere, perché la loro strategia consiste nel seminare insicurezza in tutte le minoranze etniche e religiose del paese".


NO A GUERRA, SI A NEGOZIATI
PER UNA SOLUZIONE DEMOCRATICA E NON VIOLENTA
di Francesco Gesualdi, Tommaso Fattori, Silvia De Giuli, Lisa Clark, Rocco Altieri, Giorgio Gallo

Forti dell’articolo 11 della Costituzione italiana che “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, invitiamo tutte e tutti a levare la propria voce contro qualsiasi iniziativa, sia essa di parte filo atlantica o di parte filo russa, che può aggravare la situazione di tensione in atto in Ucraina o che possa sfociare in soluzioni di prevaricazione unilaterale.

La situazione ucraina è senz'altro complessa per la molteplicità di fattori storici, linguistici, economici, politici e religiosi, ma siamo altrettanto convinti che non sono le armi a risolvere i problemi.

E' altrettanto certo che a peggiorare il quadro pesano interessi di paesi terzi, perseguiti sulla pelle della popolazione civile, che oltre ad essere colpita dalle conseguenze del conflitto, si vede attraversata da campagne che puntano a creare lacerazioni insanabili.

Il popolo ucraino è un popolo martoriato da oligarchie schierate su fronti contrapposti, uno occidentale e uno russo. Entrambe dedite alla disonestà e alla corruzione, da anni si contendono il potere con la fraudolenza e con la violenza, avvalendosi anche di forze paramilitari sostenute dalle proprie potenze straniere di riferimento. In questo contesto nel marzo 2014 è stato destituito il presidente filorusso Yanuckovich da una piazza che non era composta solo da cittadini inermi, come testimonia l’appellativo di “lupi di piazza Maidan”. Subito dopo, nella parte est, sono iniziate sommosse separatiste con la presenza di gruppi che dispongono di armi. Ed ad ogni violenza perpetrata da una parte o dall’altra, la potenza straniera avversa ne approfitta per giustificare la propria avanzata verso i confini dell’Ucraina e sostenere con armi e consiglieri la propria fazione interna.

In altre parole, l’Ucraina si trova in una spirale di violenza che può essere arrestata solo se tutte le potenze straniere che hanno secondi fini nella vicenda, accettano di fare un passo indietro e soprattutto se accettano di rinunciare all’opzione armata più o meno velata. Il coinvolgimento di organizzazioni internazionali, come l’ONU, deve rivolgersi ad una soluzione diplomatica, che sappia evitare soluzioni unilaterali, che inevitabilmente sfocerebbero in un conflitto armato.

Per cominciare, anche in considerazione dall’approssimarsi del semestre di presidenza del Consiglio Europeo, l’Italia deve attivarsi subito affinché l’Europa imponga al governo di Kiev, filo-occidentale, il cessate il fuoco nei confronti dei propri cittadini e l'avvio di negoziati per trattare un accordo.

In Ucraina la parola deve passare ai cittadini che debbono potersi esprimere senza la paura di ritorsioni violente da parte di questa o quella parte. Debbono potersi esprimere sul tipo di parlamento che vogliono, sul tipo di partenariato internazionale preferito, sulla forma federativa più capace di conciliare quelle differenze che nell’ultimo decennio alcune forze hanno voluto esasperare. Per questo serve l’attivazione di forze multilaterali come l’ONU e l’OSCE affinché inviino forze civili di pace, decine di migliaia di persone disarmate, con il triplice scopo di tutelare le minoranze esistenti nei vari territori, di favorire il dialogo fra le diverse posizioni e di vigilare e denunciare qualsiasi presenza armata e qualsiasi interferenza straniera, al fine di garantire il ritorno al pacifico confronto e svolgimento democratico dei processi decisionali che spettano unicamente al popolo ucraino

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