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Costantino Cossu
Tuvixeddu, Soru ferma le ruspe
25 Novembre 2008
Il Bel paese
Dalla Sardegna qualcuno ricorda che “ci sono valori che vanno al di là dei metri cubi”. Da il manifesto del 14 gennaio 2007

Tuvixeddu, la più grande necropoli punica del Mediterraneo, è salva. Il direttore del Servizio beni culturali dell’assessorato alla pubblica istruzione della Regione Sardegna ha firmato un provvedimento di sospensione dei lavori in corso nel colle di Tuvixeddu, dove la Coimpresa, una cordata di imprenditori guidata dal costruttore Gualtiero Cualbu, aveva cominciato ad edificare un intero quartiere (quasi trecentomila metri cubi). «Sono inibiti - si legge nel testo del provvedimento - tutti i lavori, riferibili ad opere pubbliche o opere a carattere privato comunque capaci di recare pregiudizio al paesaggio nella zona del colle di Tuvixeddu ».

Il provvedimento si rifà al Codice Urbani, che consente alle Regioni di vincolare aree di particolare interesse paesaggistico o storico culturale, e ha efficacia solo per un periodo di novanta giorni. Novanta giorni che saranno impiegati, da Renato Soru e dalla sua giunta, in un confronto con il comune di Cagliari, retto da un’amministrazione di centrodestra, e con Cualbu, con l’obiettivo di convincere sindaco e costruttore a rinunciare al progetto in cui amministratori e impresa si sono impegnati con un accordo siglato nel settembre del 2000.

Non sarà un confronto facile. Cualbu, infatti, ha annunciato che non bloccherà i lavori nell’area archeologica fino a quando i suoi legali non avranno vagliato il contenuto dell’ordinanza emessa dagli uffici della Regione. «Le ruspe si fermeranno - ha detto Cualbu - soltanto se nell’ordinanza sono citati articoli di leggi che sopravanzano l’accordo di programma che abbiamo siglato con il comune, un vero e proprio contratto, che ha valenza civilistica». Se la Coimpresa non sospenderà i lavori nell’area della necropoli punica neanche quando, probabilmente domani, sarà notificata l’ordinanza emessadalla Regione, la Guardia forestale dovrà mettere i sigilli ai cantieri. A Cualbu, per ilmomento, Soru ha risposto: «Noi facciamo le regole, alle quali ci si può attenere oppure disubbidire». «Il sistema delle imprese - ha aggiunto il presidente della giunta regionale - è un pezzo della società al servizio della società. La società, nei suoi valori più alti, non è al servizio dell’impresa. Ci sono valori che vanno al di là dei metri cubi».

Il provvedimento che ferma le ruspe fa riferimento in particolare al Piano paesaggistico regionale, la legge salvacoste voluta da Soru. Il Piano individua alcuni sistemi storico-culturali da tutelare. Tra questi c’è Tuvixeddu. «I lavori in corso - si legge nel documento firmato dal direttore del Servizio beni culturali della Regione - sia per l’incidenza sulla morfologia del sito sia per la loro collocazione a ridosso della necropoli e della vasta area storica e monumentale del colle di Tuvixeddu, sono capaci di pregiudicare il bene paesaggistico tutelato dal Piano paesaggistico regionale, limitando la possibilità della Regione di intervenire con le misure di recupero e di riqualificazione indicate dal Piano paesaggistico».

Domani s’insedierà una commissione regionale, prevista dal Codice Urbani, che dovrà individuare, oltre Tuvixeddu, tutte le altre aree da vincolare. Sarà composta dagli archeologi Raimondo Zucca e Maria Antonietta Mongiu, dal naturalista Ignazio Camarda, dall’architetto Sandro Roggio e dal direttore generale dell’assessorato alla pubblica istruzione. L’istituzione della commissione segna un’ulteriore conferma della strategia di tutela dell’ambiente e dei beni storico-culturali perseguita sin dall’inizio da Soru con particolare determinazione. A sostegno di Soru e della sua maggioranza si è schierata Italia Nostra. «Dopo Monticchiello e Mantova - afferma Italia Nostra - il cemento è arrivato a minacciare anche Tuvixeddu in Sardegna, una delle più importanti necropoli Puniche del Mediterraneo. Per fortuna il presidente della Regione, Renato Soru, ha stoppato i lavori. Vediamo con soddisfazione che sta nascendo una leva di amministratori locali sensibili ai problemi della conservazione dei beni culturali e al rispetto del paesaggio: dal sindaco di Mantova, che ha bloccato una devastante villettopoli, a Soru che è intervenuto più volte adifesa della sua Sardegna, prima salvaguardandone le coste, poi battendosi contro l’invasione delle torri eoliche e ora evitando la colata di cemento su Tuvixeddu». Poi Italia Nostra tira le orecchie a Francesco Rutelli: «Sul caso Tuvixeddu ci si sarebbe aspettati un intervento ben più deciso da parte del ministro dei Beni culturali, sollecitato a intervenire nei mesi scorsi dallo stesso Soru». Con le ruspe già in azione, Rutelli si è limitato ad invitare gli uffici regionali del ministero a studiare il problema per avanzare eventuali proposte.

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