Negli uffici delle sovrintendenze sono certi: è in arrivo da Roma la norma salva-Cualbu, che potrebbe garantire le ultime due autorizzazioni paesaggistiche indispensabili per completare l’intervento edilizio su Tuvixeddu. Bocciati dal Consiglio di Stato, i nullosta - quando saranno chiesti per la seconda volta - dovrebbero passare ora all’esame di merito da parte della sovrintendenza come previsto dalla riformulazione del Codice Urbani. Ma è in arrivo un salvagente: il ministro ha proposto il ritorno provvisorio alla normativa che delegava l’esame alle regioni e ai comuni.
CAGLIARI. Negli uffici delle sovrintendenze sono certi: è in arrivo da Roma la norma salva-Cualbu, un provvedimento clamoroso che potrebbe garantire le ultime due autorizzazioni paesaggistiche indispensabili per completare il controverso intervento edilizio su Tuvixeddu.
Bocciati dal Consiglio di Stato per carenza di motivazione, in base alla nuova formulazione dell’articolo 146 del Codice Urbani i nullaosta - quando verranno chiesti per la seconda volta - dovrebbero passare all’esame di merito da parte della sovrintendenza architettonica e paesaggistica, che fino al 31 dicembre 2009 poteva esprimere soltanto un parere di legittimità. Messe una dietro l’altra le iniziative di contrasto legale del piano Coimpresa avviate dagli uffici ministeriali negli ultimi anni - ultima quella dell’ex sovrintendente Fausto Martino che ha annullato con decreto le autorizzazioni, il Consiglio di Stato gli ha dato ragione in via definitiva - è difficile credere che la società del costruttore fonnese avrebbe vita facile a ottenere un nuovo via libera. Ma ecco che arriva il salvagente da Roma: tra oggi e domani il consiglio dei ministri dovrebbe esaminare la proposta del ministro dei beni culturali Sandro Bondi, che chiede il ritorno provvisorio alla normativa precedente. Quella che delegava all’esame delle richieste di autorizzazione e al loro rilascio le regioni e in sub-delega i comuni.
Il motivo di questo incredibile dietrofront, destinato con ogni probabilità a gettare nel caos le sovrintendenze di tutta Italia, sarebbe la mancanza di mezzi e i problemi organizzativi manifestati dagli uffici regionali del ministero. Alcuni - secondo le informazioni raccolte a Roma - non sarebbero in grado di far fronte alle richieste di nullaosta. Pertanto, anzichè migliorare mezzi e dotazioni di personale, il ministro chiederebbe una sorta di sospensiva alla formulazione definitiva del Codice Urbani per prorogare la versione precedente. Un caso probabilmente unico e straordinario persino in un paese come l’Italia, dove le norme cambiano di giorno in giorno a seconda delle convenienze private. Ma una cosa è modificare una legge, un’altra sospendere l’efficacia di una norma entrata in vigore un mese e mezzo fa per ridare forza a quella precedente. Una norma modificata proprio per assicurare un controllo maggiore, più specialistico alle pratiche autorizzatorie che riguardano siti sensibilissimi e di enorme valore culturale.
Stando alle indiscrezioni alcune sovrintendenze avrebbero protestato per questa decisione, ancora da ratificare: molte istanze di concessione dei nullaosta sono state infatti già esaminate, altre sono in lista d’attesa. Se il provvedimento, che dovrebbe assumere la forma del decreto, sarà approvato dal consiglio dei ministri si assisterà a un precipitoso giro di pratiche, con termini e scadenze da rivedere, pareri da ritirare e un contenzioso che si annuncia intricatissimo. Nel caso della Sardegna la competenza verrà riassunta dalla Regione, che potrà delegare i comuni compresi nell’elenco pubblicato nel Buras. In quell’elenco Cagliari non c’è perchè non ha uffici e organizzazione sufficiente. Quindi le nuove richieste di nullaosta che il gruppo Cualbu presenterà con ogni probabilità nel giro di qualche settimana passeranno all’esame degli uffici regionali. Dove la tendenza nei confronti del piano Tuvixeddu è variabile insieme al colore politico della giunta: se quella guidata da Renato Soru ha lottato sino in fondo per fermarne la realizzazione, l’esecutivo Cappellacci ha annunciato con enfasi storica che l’accordo di programma del 2000 sarà rispettato. Non solo: dall’inizio della legislatura in poi l’ufficio legale della Regione ha stranamente omesso di costituirsi in giudizio quando la parte avversa è Nuova Iniziative Coimpresa, affiancandosi idealmente al comune di Cagliari nella difesa a oltranza dell’edificazione. E’ cambiato l’orientamento e presto si riparlerà dell’arbitrato che dovrà risolvere lo spinoso tema del risarcimento al costruttore per i ritardi accumulati nella realizzazione del progetto a causa degli intoppi legali provocati da Soru: malgrado la recente pronuncia del Consiglio di Stato e il clamoroso contenuto del provvedimento di archiviazione dell’inchiesta penale su Tuvixeddu firmato dal pubblico ministero Daniele Caria sembra che per la giunta Cappellacci la ragione stia tutta da una parte: quella di chi vuole portare palazzi e ville attorno alla necropoli punica più importante del mondo.