Perunaltracitta.org, 23 settembre 2014
Il trattato, innanzitutto, viene negoziato in segreto tra la Commissione europea e il ministero del Commercio Usa: non c’è accesso alle bozze dei testi dell’accordo – nemmeno per i membri del Parlamento europeo o dei Parlamenti nazionali – quindi la maggior parte delle cose che sappiamo arrivano da documenti che non avremmo mai dovuto avere. Con la scusa di migliorare il commercio tra le due sponde dell’Atlantico, insomma, i regolamenti disegnati per difendere l’ambiente, i diritti dei lavoratori, i servizi pubblici e gli standard pensati per proteggere i consumatori, saranno ridotti nel minor tempo possibile al minimo comune denominatore. Questo si tradurrà, ad esempio, in una riduzione della regolazione sugli investimenti negli Stati Uniti e in standard più bassi di sicurezza alimentare o per l’utilizzo dei prodotti chimici in Europa. Le corporation avranno il diritto di chiamare in giudizio gli Stati che introducessero leggi o regolamenti che potessero danneggiare i loro profitti. Questo accadrebbe attraverso meccanismi di arbitrato internazionale che bypasserebbero completamente la giustizia ordinaria. Questa forma di giustizia privata metterebbe a rischio l’intera giurisprudenza.
Movimenti, comitati, realtà della società civile e attivisti di tutta Europa si stanno opponendo a questi accordi da più di un anno:
Raccogliendo, producendo e condividendo informazioni attraverso siti web, piattaforme, media alternativi, incontri grandi e piccoli
Organizzando campagne e proteste a livello locale e nazionale
Organizzando petizioni e partecipando alle consultazioni pubbliche
Contattando e coinvolgendo i membri dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo
Mettendo sotto pressione i Governi europei perché respingano questi accordi
Società civile, sindacati, contadini, movimenti e attivisti di tutta Europa hanno lanciato una Giornata d’Azione decentrata per l’11 Ottobre 2014, con l’obiettivo di promuovere quante più azioni possibili e rendere visibile questo tema alla maggior parte dell’opinione pubblica italiana per bloccare i negoziati di liberalizzazione commerciale in corso. Come Campagna STOP TTIP Italia cui aderiscono oltre 60 organizzazioni, gruppi, sindacati, associazioni e partiti, chiediamo a tutti i cittadini italiani di organizzarsi e di lavorare di creatività: incontri, volantinaggi, azioni simboliche, campagne social, tweet storming, mozioni di sfiducia presso Comuni e regioni, lettere di pressione per i parlamentari ed europarlamentari eletti nel proprio territorio: vale tutto, per sventare l’ennesimo pericolo di svendita dei nostri diritti, del nostro domani.
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