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Anna Maria Bianchi
Trasparenza: le associazioni scrivono al Rettore dell’Università di Tor Vergata
6 Luglio 2016
Roma
Senza trasparenza, non si può decidere sulle Olimpiadi a Roma. Alcune associazioni chiedono di rendere nota la convenzione stipulata nel 1987, tuttora vigente, per la realizzazione dell'università di Tor Vergata.

Senza trasparenza, non si può decidere sulle Olimpiadi a Roma. Alcune associazioni chiedono di rendere nota la convenzione stipulata nel 1987, tuttora vigente, per la realizzazione dell'università di Tor Vergata. Carteinregola online, 5 luglio 2016 (m.b.)

Le associazioni CILD (Centro Italiano Legalità Democratica), Riparte il futuro, Open Polis, Cittadinanzattiva Lazio, OPA (Osservatorio Pubblica Amministrazione), Carteinregola, Comunità Territoriale VII Municipio, scrivono al Rettore della Seconda Università di Roma chiedendo di pubblicare sul sito istituzionale la Convenzione stipulata nel 1987 con l’associazione temporanea di 19 imprese, capitanata dalla Vianini spa, vincitrice di una gara europea. Alla Sindaca Virginia Raggi chiedono di “adoperarsi affinchè sia applicata la massima trasparenza davanti alla città su questioni di tale rilevanza pratica e giuridica”.

Il gruppo Caltagirone ha annunciato querele per un servizio televisivo andato in onda su La 7 in cui l’ex assessore all’urbanistica Giovanni Caudo e l’assessore all’urbanistica in pectore Paolo Berdini commentavano la scelta del Comitato Promotore di Roma 2024 di realizzare il Villaggio olimpico a Tor Vergata, un terreno di proprietà dell’Università, quindi pubblico, parlando di una convenzione stipulata con il gruppo Caltagirone per l’esecuzione dei lavori ivi previsti. Dal comunicato, pubblicato su Il Messaggero il 14 giugno, apprendiamo che “La società Vianini Lavori del Gruppo Caltagirone, insieme ad altre 9 imprese di costruzioni (e quindi senza alcuna esclusiva), è concessionaria dei lavori per l’Università. Ciò a seguito di gara europea vinta nel lontano 1987. La quota di Vianini Lavori nel Raggruppamento Temporaneo di Imprese è di circa il 33%.” E’ una informazione rilevante, dato che il testo della convenzione per la concessione non è reperibile sul sito dell’Università, e che quindi i cittadini non ne conoscono i contenuti.

La vicenda, ricostruita con i pochi elementi a nostra disposizione, e quindi con molte lacune e possibili imprecisioni, è così sintetizzabile: nel 1979 viene approvata la legge per l’istituzione di alcune nuove università, che prevede che la progettazione e l’esecuzione unitaria delle opere possa essere affidata in concessione mediante apposita convenzione anche a consorzi di imprese, sulla base di uno schema di convenzione tipo, che comprende l’indicazione delle modalità di gara e di contabilizzazione per le opere e per le forniture da appaltare specificando che “l’affidamento in concessione dovrà avvenire con provvedimento motivato dell’Università sulla base di un confronto tecnico ed economico delle offerte a tal fine presentate a seguito di bando”. Nel 1986 viene indetta la gara, nel 1987 il Consiglio d’Amministrazione dell’Università delibera l’aggiudicazione della gara a un’associazione temporanea di imprese formata, oltre che dalla capogruppo Vianini spa, da altre 19 imprese (5), ognuna specializzata nel settore di competenza. Il 23 ottobre 1987 viene stipulata la convenzione “concernente la progettazione e la realizzazione dell’intero comprensorio universitario. “Le opere dovranno essere realizzate complete delle loro parti accessorie, degli impianti, dei servizi, delle attrezzature fisse e delle eventuali opere di urbanizzazione necessarie”. La Convenzione riserva all’Università medesima di definire i lotti funzionali da realizzare secondo la tempistica correlata all’approvazione dei progetti da parte delle autorità competenti, alle disponibilità finanziarie ed alle esigenze scientifiche, didattiche, culturali ed organizzative. Varie disposizioni della Convenzione prevedono un’esecuzione differita nel tempo degli interventi e rinviano la definizione di essi ad atti successivi”.

In pratica un’esclusiva concessa a un gruppo di imprese, senza limiti temporali – dato che la concessione è ancora vigente oggi, quasi trent’anni dopo – senza un budget prefissato, e, si dedurrebbe, senza neanche una quantificazione precisa delle opere da realizzare. Negli anni successivi, oltre alla messa in opera di strutture provvisorie, restauri di edifici esistenti e realizzazione di nuove edificazioni al servizio dell’università, l’area diventa anche uno spazio a disposizione dei progetti della città. Dopo un primo progetto dell’amministrazione Rutelli di realizzarvi un villaggio olimpico nel caso dell’assegnazione a Roma dei Giochi olimpici del 2004 (poi tenutisi ad Atene), la successiva amministrazione Veltroni vi colloca il progetto del complesso sportivo polifunzionale dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava che avrebbe dovuto ospitare i Campionati mondiali di nuoto 2009. Del progetto sarà realizzata solo la struttura dello stadio del nuoto, con l’intelaiatura della copertura a “vela a pinna di squalo” e la struttura di base dell’altro palazzetto per il basket e la pallavolo, a oggi entrambe incompiute. E ancora nel settembre 2015 è riproposta la localizzazione a Tor Vergata del villaggio olimpico per Roma 2024, ipotesi sostenuta dal comitato promotore guidato da Montezemolo e Malagò, in alternativa a quella del Sindaco e del suo assessore Giovanni Caudo, che già nel luglio precedente avevano presentato al CIO a Losanna un progetto che prevedeva invece di inserire il villaggio in un’operazione di rigenerazione urbana dell’area dell’ex areoporto dell’Urbe tra la Flaminia e la Salaria.

Ipotesi poi tramontata dopo la caduta dell’amministrazione Marino, lasciando quindi il campo al progetto di Tor Vergata, che, a causa della convenzione citata, potrebbe essere ancora vincolato all’esecuzione dei lavori da parte dell’associazione temporanea di imprese guidata dalla Vianini. Come del resto il completamento – previsto da entrambi i progetti – del palazzetto dello Sport di cui è stata edificata finora solo la base.

Ora sulla candidatura Olimpica, sull’eredità che i Giochi potrebbero lasciare alla città e sulla eventuale collocazione del villaggio deciderà la nuova Sindaca. In ogni caso, anche in considerazione dell’attuale dibattito rilanciato per Roma2024, riteniamo che i documenti relativi a una convenzione ancora vigente oggi – dal bando del 1987, alla convenzione e alle successive integrazioni – debbano essere pubblici e pubblicati sul sito dell’Università, trattandosi di un ente pubblico che conferisce soldi pubblici a privati che hanno vinto una gara pubblica.

Per questo alcune associazioni – CILD (Centro Italiano Legalità Democratica), Riparte il futuro, Open Polis, Cittadinanzattiva Lazio, OPA (Osservatorio Pubblica Amministrazione), Carteinregola, Comunità Territoriale VII Municipio – hanno scritto al Rettore della Seconda Università di Roma chiedendo di pubblicare sul sito la Convenzione del 23.01.1987, Rep. 121 e tutti i documenti collegati, compresi quelli della Città dello Sport. Alla Sindaca Virginia Raggi hanno chiesto di “adoperarsi affinchè sia applicata la massima trasparenza davanti alla città su questioni di tale rilevanza pratica e giuridica“.

Il testo della lettera e tutti i riferimenti ai fatti e ai documenti citati nell'articolo sono consultabili sul sito carteinregola.it

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