Folla, Grandi navi, caro-case nel lavoro del regista altoatesino Andreas Pichler. Gran successo di pubblico in Germania: «Residenti ribelli, ma rassegnati». Un film-documentario che racconta Venezia e i veneziani, ma che, per ora, hanno potuto vedere solo i tedeschi e altoatesini. È "Teorema Venezia" del regista Andreas Pichler, in prima nazionale ieri a Bolzano, in replica fino a fine mese, ma già proiettato con molto successo in una ventina di sale della Germania, con il titolo "Das Venedig Prinzip". Quello di Pichler è una via di mezzo tra il film e l'inchiesta, su una Venezia che ben conosciamo: la città dai 56 mila abitanti in costante calo e i 21 milioni di turisti in continua crescita. «Venezia è il simbolo di quel che accade se di uno spazio urbano si fa puro business», spiega il regista in un'intervista, «turismo di massa e speculazione immobiliare emarginano le persone, anche se Venezia resta ancora un incredibile viaggio nel tempo». Alle scene accelerate della folla impazzita fanno da contrappunto immagini poetiche di silenzi e tramonti viola e rosa: Venezia senza turisti, pochi giorni, poche ore all'anno. E poi ci sono le scene-choc, come quelle che riprendono le immense navi da crociera.
Due anni di preparazione, uno di riprese: Andreas Pichler ha intervistato, seguito a casa, nei loro spostamenti quotidiani al mercato o in ufficio, una manciata di "veri" veneziani. Tuddy è una vivace e ribelle nobildonna 80enne che si batte per salvare quello che ancora si può salvare della sua città. Pietro è un agente immobiliare che una volta restaurava i palazzi e ora assiste al loro degrado. Flavio trasporta cose e persone per i canali di Venezia. Federica fa la guida. Il film parteciperà al concorso tedesco Dok Leipzig, uno dei più importanti Festival internazionali del documentario. Nato a Bolzano nel 1967, Andreas Pichler ha frequentato la Scuola di documentario Zelig, quindi ha studiato Filosofia e Cinema all'Università di Bologna e Berlino. Nel 2004 ha vinto con "Call me Babylon" il prestigioso premio tedesco Adolf Grimme . Oggi lavora come autore e regista in Germania, Italia, Austria e Svizzera e vive tra Terlano, con la moglie e tre bambini, e Berlino. «Venezia è l'esempio più eclatante del degrado, la città più bella e che soffre dei mali peggiori», racconta il regista, «la conosco bene, ho molti amici e la frequento da anni. Mi piace lo spirito ribelle dei veneziani che fa parte del film, ma in generale manca la volontà di cambiare le cose, anche se la gente è esasperata. I veneziano sono delusi perché i tanti interventi internazionali non hanno portato a niente, sono combattuti tra i loro interessi economici e la salvaguardia della loro città. Sanno che il turismo porta benessere, ma anche degrado: ma i veneziani sono anche combattivi e ribelli, come la Tuddy...».