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Adriano La Regina
Tempo, ricerca e aiuti privati così l’Anfiteatro si può salvare
18 Maggio 2010
Beni culturali
Il parere di chi ha sempre tutelato il Colosseo: senza crolli e senza Commissari. Da la Repubblica, ed. Roma, 18 maggio 2010 (m.p.g.)

Nuova attenzione per il Colosseo assediato dal traffico e afflitto da problemi di manutenzione è stata manifestata in questi giorni da autorità governative e cittadine. Questo lascia ben sperare nella disponibilità di maggiori finanziamenti e nell’attuazione di nuovi interventi. Se ne avverte infatti la necessità per garantire la conservazione del monumento e per assicurargli la possibilità di sostenere il crescente afflusso di visitatori e di raggiungere le condizioni di decoro che esso merita. Sono compiti non facili se si considerano la mole, la vetustà, le menomazioni inferte all’anfiteatro nel corso dei secoli da parte di eventi naturali e dall’uomo. Il compito più delicato consiste però nel porre attenzione a quanto vi è ancora da studiare riguardo ai caratteri strutturali, funzionali ed alle trasformazioni subite dall´edificio nel tempo.

Allo studio, alla manutenzione ed all’agibilità del Colosseo si è provveduto per molto tempo quasi esclusivamente con una liberalità della Banca di Roma, ora UniCredit Banca di Roma, la quale con una convenzione stipulata nel 1994 assegnò alla Soprintendenza 40 miliardi di lire per attività riguardanti il Colosseo. Quell´importo, rivalutato, corrisponde oggi a circa 30 milioni di euro. Per circa dieci anni tale disponibilità ha consentito di tenere aperto il Colosseo, garantendone tra l’altro il funzionamento quotidiano, i lavori necessari per la sua completa apertura, l´adeguamento alle norme di sicurezza, la videosorveglianza interna, le biglietterie automatizzate, gli ascensori per il pubblico. Si riuscì a ripristinare una porzione del piano ligneo dell’arena, individuando e seguendo l’antico schema costruttivo, per rendere praticabile lo spazio su cui si eseguivano i combattimenti gladiatorii e le altre rappresentazioni anfiteatrali. Un lavoro assai rilevante, di carattere sperimentale, fu eseguito poi sulla facciata del Colosseo, nella parte prospiciente la via dei Fori Imperiali, per l’ampiezza di tre fornici e per l´intera altezza dell’edificio, al fine di individuare i criteri più efficaci e meno aggressivi per la ripulitura delle superfici dalle incrostazioni accumulatesi nel tempo e in parte dovute all’inquinamento atmosferico. L’intervento aveva anche la finalità di ottenere una stima reale dei costi per la ripulitura di tutto il monumento. Queste attività furono studiate con grande perizia scientifica e poi dirette da architetti, archeologi e restauratori della Soprintendenza con la partecipazione di numerosi tecnici esterni. A tutti si deve anche lo svolgimento di ricerche e la predisposizione di progetti per interventi da eseguirsi successivamente, come le cancellate esterne del monumento. Di queste sono stati realizzati prototipi in ferro battuto sulla base delle tracce e degli incassi lasciati nei travertini dai cancelli antichi per riproporne la forma e per determinarne i costi.

Il programma degli interventi finanziati dalla Banca di Roma prevedeva tra l’altro indagini su aspetti statici, architettonici nonché di ordine storico e archeologico la cui conduzione fu affidata ad una commissione costituita da rappresentanti delle Facoltà di Ingegneria, Architettura e Lettere delle tre università di Roma, che per anni hanno dedicato la loro attenzione allo studio del Colosseo. A tal fine furono eseguiti sondaggi intesi a verificare la situazione idrogeologica, il rischio sismico con numerose altre ricerche che consentirono di acquisire un’ingente mole di informazioni e di formulare indicazioni sugli interventi necessari per la conservazione del monumento. Indagini furono svolte anche con la collaborazione di istituzioni scientifiche, quali l’Istituto Archeologico Germanico, a cui si deve la ricostruzione del sistema di elevazione degli animali feroci dai sotterranei al piano dell´arena mediante ascensori e botole che si aprivano sul pavimento ligneo.

La convenzione con l’UniCredit Banca di Roma è ancora attiva: l’erogazione delle somme ha infatti proceduto secondo i tempi necessari allo svolgimento di indagini minuziose, alla realizzazione di interventi conservativi molto complessi, all’esecuzione di lavori sperimentali, agli studi per la ricostruzione del piano dell’arena, alla progettazione per il delicato inserimento di impianti e strutture di servizio, come gli ascensori per il pubblico, senza offesa per l’integrità fisica del monumento e per i suoi caratteri formali. I risultati sono ben evidenti, a cominciare dai travertini della facciata ripuliti dalle incrostazioni nere dell´inquinamento senza cancellare patine e variazioni cromatiche dovute all’azione del tempo ed alla storia del monumento. Il criterio adottato dovrebbe costituire un modello alternativo alla pratica della drastica rasura a cui sono periodicamente sottoposti i travertini delle chiese romane per finalità del tutto estranee alla loro conservazione. La perdurante disponibilità dei fondi concessi dall’UniCredit Banca di Roma a puro titolo di liberalità, di cui restano ancora da impegnare almeno tre milioni e mezzo di euro, rende anche evidente l’attenzione con cui sono stati impiegati i finanziamenti. Su nessun monumento antico è possibile eseguire lavori ingenti in tempi brevi senza fare più danno che bene.

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