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Marco Bucciantini
Sulle tombe puniche in scena il «piano casa»
26 Marzo 2009
Sardegna
Dalle più antiche testimonianze della civiltà ai più bei paesaggi della natura, implacabile cammina la cementificazione dei berluscones. L’Unità, 26 marzo 2009

Succede nella necropoli cartaginese di Tuvixeddu, un colle dentro Cagliari Caduta la giunta regionale di centrosinistra, via libera all’edificazione

Ci sono le gru, noiose come zanzare: molestano un sonno profondo, quello dei cartaginesi, sepolti da 25 secoli in questi pozzi scavati nella roccia calcarea. Eccola, la terra dei berluscones. Palazzi sulle necropoli. Anzi, sulla più estesa e antica necropoli fenicio-punica esistente nel bacino del Mediterraneo. È il cimitero di Tuvixeddu, un colle dentro Cagliari. Significa: piccoli fori, piccole cave. Ogni cava, un morto.

Il Tar ha dato ragione alla Coimpresa, ieri per l’ultima volta, rigettando le perplessità degli ambientalisti, «ma sarà almeno la decima occasione in cui il Tribunale e il Consiglio di Stato ci legittimano a costruire», dicono dalla ditta, che adesso spianerà ed edificherà. A frapporsi - oltre ai movimenti verdi - era rimasta la volontà politica della Regione, ma il vento è cambiato con l’avvicendamento fra Soru e Cappellacci. La giunta dell’ex governatore sfruculiava regolamenti per imbastire ricorsi e scongiurare il cemento là dove c’è un po’ di storia da mostrare. Entro poco ci saranno anche 400 appartamenti nuovi di zecca: anche questo è un piano casa.

I lavori sono ripresi, il cantiere carbura piano, «ma finalmente si procede - spiega l’ingegnere Gualtiero Cualbu, titolare della società omonima, che controlla Coimpresa - e abbiamo già ceduto al Comune l’82% delle aree che ci spettavano e comunque faremo il parco». Cualbo ha le sue ragioni di imprenditore, il parco al centro del colle è la merce di scambio, per gli oppositori sarà un giardino in mezzo a 300 mila metri cubi di cemento, e la cessione al comune non dev’essere stata dolorosa. Il gruppo è quello, il sindaco Floris, l’ex assessore al bilancio Ugo Cappellacci, adesso governatore, gli imprenditori del cemento: a Cualbo è toccato un posto nel cda della Fondazione del Lirico. E fu il commercialista Cappellacci che curò il vantaggioso passaggio delle quote di Ca.sa. Costruzioni (in liquidazione) all’imprenditore. La filiera è perfetta.

Di qua dalla barricata restano gli ambientalisti, i “soriani”, e quel gruppo di studenti che ha protestato davanti al cantiere di via Is Maglias e forse la soprintendenza, che difende i vincoli nell’area dove sono emerse le tombe puniche - lì verrà il parco archeologico - ma non ficca il naso nei dintorni, proprio per affrettare la costruzione del parco stesso. «Il danno è evidente: si altera un colle che ha un valore paesaggistico enorme, per decenni sottovalutato», ricorda l’ex assessore della Regione Maria Antonietta Mongiu. Tuvixeddu nel secolo scorso divenne addirittura una cava dell’Italcementi, che ha estratto fino agli anni Ottanta. Così molte tombe andarono distrutte, non tutte, ma quello che è in gioco è più ampio: la vicenda di Tuvixeddu è emblematica dell’incertezza che regna attorno alla conservazione e valorizzazione del patrimonio ambientale. Leggi confuse, altre invece chiare eppure disattese (come quella voluta dal ministro Giuliano Urbani, che vieta edificazioni intorno ai siti vincolati). Al di là della legge: l’idea di sviluppo della regione. Il vento soffia alle spalle dei cementificatori. «Toglieremo i vincoli alla Sardegna», è lo slogan dei berluscones. Quindi, via i vincoli, sotto con le gru. E in fretta: la giunta Cappellacci ha già presentato una bozza della Finanziaria «urgente», quindi blindata da ogni discussione, appetitosa per gli affaristi. Toglie la celebre tassa sugli aerei privati in atterraggio negli scali sardi e le unità da diporto sopra i 14 metri. Quella che la stampa appellò come tassa sul lusso, «distorcendone il significato - secondo Soru - perché era un contributo chiesto a chi sfrutta maggiormente le risorse ambientali». Sempre in Finanziaria torna anche un fantasma: il ricorso ai mutui per finanziare gli investimenti. Si comincia con 500 milioni: era il metodo della giunta Pili, che chiuse i battenti con 3 miliardi di debiti, ma trovò spazi e modi per ingrassare molti costruttori. E intanto sopra il silenzio dei morti, le gru stanno a guardare.

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