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Liana Milella
Spiragli
20 Maggio 2013
Articoli del 2013
Riconoscere l'illegittimità di Silvio Berlusconi in Parlamento e abolire il Porcellum: passaggi per tornare al livello minimo di decenza democratica. Articolo di Annalisa Cuzzocrea dal versante M5S e intervista di Liana Milella ad Anna Finocchiaro sul versante PD.

Riconoscere l'illegittimità di Silvio Berlusconi in Parlamento e abolire il Porcellum: passaggi per tornare al livello minimo di decenza democratica. Articolo di Annalisa Cuzzocrea dal versante M5S e intervista di Liana Milella ad Anna Finocchiaro sul versante PD.

La Repubblica, 20 maggio 2013

«Berlusconi ineleggibile subito” sfida del M5S, il Pd si divide
di Annalisa Cuzzocrea

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Non faranno passi indietro, i 5 stelle, sull’ineleggibilità di Silvio Berlusconi. «Domani la giunta per le elezioni e le immunità parlamentari si riunirà per la prima volta al Senato ed eleggerà il suo presidente - dice Vito Crimi - poi, alla prima seduta utile, noi solleveremo la questione ». Il capogruppo dei grillini a Palazzo Madama è fiducioso:Secondo me stavolta passerà la giusta interpretazione della legge, quella per cui il Cavaliere non avrebbe mai dovuto sedere in Parlamento. Perché è chiaro che Berlusconi decadrà non appena sarà condannato dalla Cassazione, l’esclusione dai pubblici uffici scatterà immediatamente, e i suoi avversari politici hanno tutto l’interesse a dire: “Lo abbiamo fatto cadere prima. Lo abbiamo fatto caderenoi”. E ci faremo due risate visto che se ne sono accorti dopo 20 anni».

Si chiede quale strada prenderà il Pd, Crimi. Crede che il presidente dei senatori democratici Luigi Zanda - che giovedì scorso aveva ammonito: «Berlusconi è ineleggibile, non può fare il senatore a vita» - sia in buona fede, ma che di tutti gli altri non si possa ancora dire. Le scuole di pensiero all’interno del partito sono diverse: c’è chi pensa che non si debba guardare al passato, che bisognerebbe piuttosto riscrivere quella legge - la 361 del 1957 - rendendola più stringente per tutti, oltre che per il Cavaliere. Oggi l’articolo 10 prescrive l’ineleggibilità di «coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica ». La concessionaria delle frequenze radio su cui trasmette Mediaset è una società quotata in borsa di cui la Fininvest della famiglia Berlusconi possiede il 38%. Il Cavaliere è proprietario de facto, quindi, ma questo - alle giunte che si sono succedute alla Camera dal 1994 a oggi - non è apparso sufficiente. «Per paradosso - ricorda Marco Follini, che la scorsa legislatura presiedeva la giunta del Senato - finora è stato considerato ineleggibile Confalonieri e non colui che gli ha dato l’incarico». «Qui non vige la Common Law, i precedenti interessano fino a un certo punto», dice chiaro il senatore pd Felice Casson che, da buon magistrato, ha già avuto modo di studiare le carte. «Credo sia meglio non anticipare le nostre posizioni visto che la giunta ha poteri paragiurisdizionali e non si è mai riunita», spiega cauto. «Certo, il centrosinistra ha qualche imbarazzo perché in passato, alla Camera, ha votato almeno una volta per l’eleggibilità, ma io su questo tema ragiono con la mia testa e sono contento che il segretario Epifani si sia espresso in questo senso, dicendo che saranno i componenti della giunta a decidere».Se ne parlerà quindi, tra i democratici, ma non ci saranno ordini di scuderia. «L’importante dice un dirigente - è che non sembri che facciamo un uso politico della giunta come ha fatto il Pdl per anni, da Cosentino in giù». Benedetto Della Vedova, in commissione per Scelta Civica, non vuole anticipare nulla: «Aspettiamo e si vedrà», dice sibillino. I tempi non sono maturi. Lo saranno presto però. E se mai la “mozione” dei 5 stelle dovesse passare in giunta, stavolta sarà l’aula del Senato a decidere.

Anna Finocchiaro: « La strada maestra è il Mattarellum i cittadini devono tornare protagonisti»
intervista di Liana Milella alla presidente della commissione Affari costituzionali

Il suo nuovo ddl sulla legge elettorale? “È già pronto per il deposito”.La caratteristica più importante? ”Restituire la libertà di scelta agli elettori, tendere a garantire la governabilità del Paese, riequilibrare la rappresentanza”. Cadrà davvero il Porcellum?"C’è il rischio che resti il mero involucro, ma io mi auguro che venga abrogato. È una promessa che abbiamo fatto ai cittadini”. La Democrat Anna Finocchiaro, al vertice della commissione Affari costituzionali del Senato, di una cosa è certa: “Dobbiamo cambiare la legge prima della Consulta.

Voi volete buttare via il Porcellum, Alfano vuole prima la grande riforma. Chi vince?
“Innanzitutto questo è il terreno su cui trovare la soluzione più condivisa possibile. Siamo di fronte a tre emergenze: costituzionale, come si desume anche dall’ordinanza della Cassazione, politica e istituzionale. Se, malauguratamente, si dovesse tornare a votare prima di approvare le riforme e una legge elettorale conseguente, ci troveremmo a farlo con il Porcellum o con un testo modificato dalla Consulta, misurato sui profili di incostituzionalità, piuttosto che sull’esigenza di dare agli elettori uno strumento efficace per garantire la governabilità del Paese”.

Lei è una fan del Mattarellum. Ha annunciato un ddl per ripristinarlo. A che punto è?
“Il ddl è pronto per essere depositato. È una mia iniziativa fondata sulle comunicazioni di Letta durante il dibattito sulla fiducia, su una forte condivisione dei gruppi parlamentari, su un indirizzo comune già nella scorsa legislatura e tra gli studiosi per un ritorno a un Mattarellum corretto. Allo stato, la mia sarebbe l’unica iniziativa già definita, e quindi un modo per aprire il dibattito”.

Ci anticipa i punti qualificanti?
“È una legge transitoria in vista di quella post riforme. Contiene norme per il riequilibrio della rappresentanza anche nei collegi. Elimina lo scorporo per rendere l’effetto più maggioritario. Restituisce agli elettori il diritto di scelta e quindi li responsabilizza rispetto alla futura governabilità. Favorisce le scelte di coalizione già in fase pre-elettorale, il premio viene attribuito alle forze politiche che raggiungano il 40%, ma con un sistema che garantisce una tendenziale omogeneità di maggioranza in entrambe le Camere”.

Il Pd punta i piedi o va al compromesso?
“Nel partito non ne abbiamo parlato. I gruppi ne discuteranno domani. Io resto convinta che questa sia una soluzione migliore rispetto al ritocco del Porcellum”.

In vista dell’incontro di mercoledì escono le prime indiscrezioni sul maquillage in versione Quagliariello. Via il premio di maggioranza o soglia al 40%. Il Pd tratterebbe?
“Dico quello che penso io. Questa soluzione, nel mutato quadro politico, rischia di consegnare all’ingovernabilità o necessariamente alle larghe coalizioni il governo del Paese. Preferisco la mia soluzione”.

Con le pecette non resterebbe l’amarezza di un inciucio?
“Alcune delle critiche che si fanno al Porcellum — violazione del voto diretto e premio abnorme — possono essere risolte anche con la soluzione Quagliariello. Ma il testo, anche così riformato,
non sarebbe utile a creare le condizioni per la governabilità del Paese e a sollecitare la responsabilità degli elettori. È questo, al di là del fatto simbolico di avversione al Porcellum, che in politica conta”.

Dopo la Cassazione il governo non ha una via obbligata?
“Qualunque sia il sistema elettorale scelto, il legislatore non potrà non tenere conto di tre osservazioni della Corte, la garanzia del voto diretto, l’irragionevolezza sia di un premio senza soglia, sia di un sistema di premio al Senato che determina maggioranze diverse nei due rami del Parlamento”.

Faccia un pronostico: farete prima voi a cambiare la legge o la Consulta a pronunciarsi? “Io mi auguro che facciamo prima noi. E mi auguro anche che si avverta in Parlamento non solo l’eco del monito di Napolitano sull’incapacità di dare una nuova legge elettorale al Paese, ma anche il fatto che la Corte si pronunzierà grazie all’intelligenza e determinazione di un cittadino, l’avvocato Bozzi, e grazie ai giudici della Cassazione che hanno scritto un’ordinanza che ci rassicura sulla qualità e responsabilità costituzionale della giurisdizione italiana”.

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