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Daniela Preziosi
Sinistra europea: «Saremo la terza forza d’Europa»
10 Maggio 2014
Articoli del 2014
Trent'anni la prima speranza di alternativa all'Europa neoliberista. Tsipras:
Trent'anni la prima speranza di alternativa all'Europa neoliberista. Tsipras: «Con­ce­pi­sco la mia can­di­da­tura come un man­dato per unire quello che il neo­li­be­ra­li­smo ha diviso con vio­lenza. Per costruire la più larga alleanza poli­tica e sociale pos­si­bile con­tro l’austerità». Il

manifesto, 10 maggio 2014

Nasce dieci anni fa a Roma e la sua pro­messa, spiega il segre­ta­rio dei comu­ni­sti fran­cesi Pierre Lau­rent, «è ancora di bril­lante attua­lità». Com­pleanno in piena corsa elet­to­rale, quello dalla Sini­stra euro­pea, il par­tito con­ti­nen­tale che can­dida il greco Ale­xis Tsi­pras a pre­si­dente della Com­mis­sione Ue. Che chiede, con un video­mes­sag­gio inviato alla festa di piazza Campo de’ fiori, nella capi­tale, alla sini­stra ita­liana mira­co­lo­sa­mente riu­nita nella lista L’Altra Europa, di spin­gere sull’acceleratore: «Il 25 mag­gio saremo la terza forza al Par­la­mento euro­peo per cam­biare gli equi­li­bri e le poli­ti­che dell’Unione». E «deci­sivo sarà il risul­tato elet­to­rale della lista ita­liana». Che però, a dif­fe­renza di molti altri paesi dell’Unione, qui com­batte sul filo dello sbar­ra­mento al 4 per cento. Sbar­ra­mento già can­cel­lato in Ger­ma­nia e da noi ammesso all’esame della Con­sulta pro­prio ieri.

Ven­totto for­ma­zioni in tutto il con­ti­nente (dall’Italia c’è il Prc, il Pdci è solo ’osser­va­tore’ ma per il voto ha rotto con la lista Tsi­pras), una posi­zione poli­tica dif­fi­cile: per la rifon­da­zione dell’Europa demo­cra­tica e sociale con­tro quella «delle forze del neo­li­be­ri­smo deva­stante», spiega Paolo Fer­rero (Prc), e con­tro i popu­li­smi nazio­na­li­sti. I son­daggi, spiega Lau­rent nella con­fe­renza stampa della mat­tina, danno la Se in lizza con i libe­rali dell’Alde per diven­tare la terza forza del par­la­mento. «Ma anche fos­simo la quarta, siamo indi­spen­sa­bili per la costru­zione di un pro­gramma di sinistra».

Affer­ma­zione da inter­pre­tare con pre­ci­sione. Lau­rent non pensa a una col­la­bo­ra­zione con la fami­glia social­de­mo­cra­tica. «Mar­tin Schulz (il tede­sco can­di­dato del Pse, ndr), oggi giura che vuole un’altra Europa. Ma allora la smet­tano di votare le leggi dell’austerità». È suc­cesso in Fran­cia la set­ti­mana scorsa, sui tagli del neo-premier Valls. Su cui, va detto, 41 depu­tati socia­li­sti si sono aste­nuti. Quanto alla col­la­bo­ra­zione con il Pse, nella sini­stra ita­liana non tutti la pen­sano così, vedasi la Sel di Ven­dola. Se andrà bene, se ne par­lerà a urne chiuse.

La Se illu­stra il suo pro­gramma: stop alle poli­ti­che di auste­rità che «distrug­gono le basi pro­dut­tive dei paesi», stop alla risorse per sal­vare le ban­che e inve­sti­mento per poli­ti­che ambien­ta­li­ste, fine del dum­ping sociale, lotta per il lavoro e con­tro la pre­ca­rietà; fronte con­ti­nen­tale per l’acqua pub­blica, no al TTip, l’accordo com­mer­ciale fra Europa e Stati Uniti in corso di nego­ziato: con buona pace dei pro­clami trion­fali, secondo uno stu­dio dell’istituto vien­nese Ofse, com­mis­sio­nato dal Gue/Ngl, il gruppo par­la­men­tare della sini­stra euro­pea, non aiu­terà la cre­scita, non ridurrà la disoc­cu­pa­zione e finirà a van­tag­gio solo delle grandi indu­strie. «Sin dalla nascita, abbiamo par­lato della crisi che stava arri­vando. Vuol dire che non abbiamo sba­gliato ana­lisi», esulta la Maite Mola, della spa­gnola Izquierda unida. «Di tante scelte sba­gliate, una ne abbiamo imbroc­cata», chiosa con qual­che autoi­ro­nia Ferrero.

Ma in cima al pro­gramma c’è il soste­gno alla Syriza di Ale­xis Tsi­pras con­tro «la cata­strofe dell’esperimento greco impo­sto dalla Troika e il dramma vis­suto nei paesi medi­ter­ra­nei, a ini­ziare dall’Italia». Tsi­pras, con la par­tita euro­pea, gioca quella di casa. Cru­ciale: il 18 mag­gio si svol­gerà il primo turno delle ammi­ni­stra­tive, Syriza è favo­rita nelle città più grandi, Atene in testa. Il secondo turno cadrà pro­prio il 25, giorno del voto euro­peo. «Se vin­ce­remo, e vin­ce­remo», spiega Ste­lios Pap­pas, «con ogni pro­ba­bi­lità in Gre­cia si tor­nerà a votare già nel 2015». Con Tsi­pras can­di­dato pre­si­dente. «E sarà un grande ter­re­moto non solo in Gre­cia, una scossa che aprirà una nuova epoca poli­tica. Se Tsi­pras sarà pre­mier la Gre­cia dirà no al TTip. A quel punto il trat­tato, che ha biso­gno del sì di tutti gli stati, sal­terà. Non siamo con­tro il libero scam­bio, ma siamo per lo scam­bio libero con tutti, Rus­sia com­presa, in un ambiente di pace».

A sera, dal palco romano par­lano anche la capo­li­sta Bar­bara Spi­nelli e Wal­ter Pomar, del Pt bra­si­liano. Da Atene, dove ieri 180 per­so­na­lità della cul­tura hanno detto sì al lea­der di Syriza, Tsi­pras pro­mette: se verrà eletto riti­rerà la com­mis­sione euro­pea dalla Troika e raf­for­zerà la par­te­ci­pa­zione demo­cra­tica tra­mite refe­ren­dum: «Con­ce­pi­sco la mia can­di­da­tura come un man­dato per unire quello che il neo­li­be­ra­li­smo ha diviso con vio­lenza. Per costruire la più larga alleanza poli­tica e sociale pos­si­bile con­tro l’austerità».

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