Le tracce cercatele a Siena, il 9 e il 10 luglio. Perché si sono date appuntamento lì, a Santa Maria della Scala. Sono le donne che una domenica di febbraio sono scese in piazza alzando per bandiera una frase di Primo Levi, «Se non ora quando?». Non è un partito: per un giorno è sembrato un grande, grande movimento. Lo è davvero? Avrà gambe per camminare? E che fine ha fatto in questi mesi, dove si è disperso dentro questa Italia di pubblicità volgari, escort, donne licenziate dalle fabbriche, precariati spinti, ragazze immigrate costrette a matrimoni combinati, futuri incerti e crisi? Per rispondere a questa domanda bisogna andare a Siena, ascoltare, guardare, cercare di capire, contarsi.
Le rappresentanti dei 120 comitati di «Se non ora quando?» si ritrovano a Santa Maria della Scala e con loro molte altre donne: sono già quasi 900 le adesioni. Da Napoli verranno con un pullman, da Parma idem. Tante, dieci volte quel che si poteva prevedere alla vigilia e le richieste di partecipazione continuano sul blog (http://senonoraquandosiena910luglio.wordpress.com). «Mi era sembrata perfetta Santa Maria come simbolo dell´accoglienza - racconta Tatiana Campioni, direttrice del complesso museale che dava tetto e conforto ai pellegrini sulla via Francigena - ma mi sa che ci sta forse stretta».
Le adesioni piovono da tutta Italia e non sono soltanto donne. «Uomini e donne che si sono riconosciuti nella mobilitazione trasversale e apartitica del 13 febbraio potranno prendere la parola per scrivere insieme - dicono le organizzatrici - l´agenda delle richieste femminili per l´Italia di domani». Centinaia di prenotazioni ad alberghi e bed & breakfast, poi una rete di accoglienza allestita su due piedi dalle donne del comitato senese, cinquanta posti letto offerti gratis e già spazzati via. Ne servono altri. Parecchi altri. «Facciamo un appello alle famiglie di Siena, soprattutto del centro storico, perché aprano le loro case e si facciano avanti per ospitare il 9 luglio, a dormire, conoscersi e incontrarsi le donne che verranno in città» spiega Carla Fronteddu, 26 anni, un dottorato di ricerca di Filosofia politica.
«E´ bellissimo sapere che ci sono molte più adesioni del previsto, significa che c´è una grande energia e voglia di impegnarsi su questi argomenti - prosegue Tatiana Campioni - Quando Francesca Comencini, una delle ideatrici della manifestazione di febbraio, è venuta a Siena a presentare il suo libro abbiamo parlato di «Se non ora quando?» e di dove organizzare un incontro nazionale. Non volevamo una grande città perché sembrava troppo dispersiva così io ho proposto Santa Maria della Scala e a Siena il sindaco Franco Ceccuzzi ha subito accolto l´iniziativa offrendo la collaborazione del Comune». Tutto apparentemente perfetto. Il fatto è che i numeri lievitano di giorno in giorno (chi volesse partecipare deve compilare la scheda sul blog) e probabilmente se le adesioni si trasformeranno in presenze fisiche, bisognerà presto trovare soluzioni alternative al complesso museale. La macchina organizzativa è al lavoro: nei prossimi giorni dovrebbe esserci un incontro con il sindaco per fissare meglio la logistica.
Il programma invece è già abbastanza definito: i temi attorno ai quali si svilupperà questa due giorni, saranno corpo, maternità, lavoro e rappresentazione della donna. Si comincia il 9 luglio poco prima di mezzogiorno con le proiezioni video del 13 febbraio, poi aprirà i lavori Linda Laura Sabbadini direttrice centrale dell´Istat e l´economista Tindara Abbado. Una rappresentante della stampa estera racconterà perché la manifestazione di febbraio ha conquistato le prime pagine dei giornali in mezzo mondo e come viene letta oltre frontiera la questione femminile nel nostro Paese. Quindi spazio agli interventi. La regista Francesca Comencini ha girato alcuni spot che si possono trovare online sull´incontro di Siena. A sera, la festa probabilmente (ma la cosa è tutta ancora da definire) in qualche piazza. E il giorno successivo proposte e contenuti.
Per sfamare le partecipanti è stato chiamato un catering declinato al femminile, la cooperativa Mondomangione che aiuta donne disagiate: sul blog di «Snoq» (acronimo di «Se non ora quando?») si possono prenotare i pasti. E´ stata avviata anche una sottoscrizione per far fronte ai costi di un´organizzazione che si sta facendo sempre più complessa (bonifico Associazione Promozione Sociale «Se non ora quando?» Nazionale-IBAN: IT13Y0501803200000000155055 presso Banca Etica, Roma).
L´incontro nazionale sarà un momento importante per capire gli umori di questo eterogeneo neo-movimento che sta ponendo con forza domande sul ruolo della donna nel futuro dell´Italia. Per ascoltarne le tante voci, per elencare gli argomenti e cominciare da stilare una specie di patto, cominciare a mettere in agenda le battaglie, stabilendo delle priorità. Dai comitati di base dell´università, alle femministe che hanno solcato le strade nei cortei degli Anni Settanta, dalle immigrate di seconda generazione, alle donne espulse come esuberi dal mondo del lavoro. Il fronte è molto ampio e diversificato, anche politicamente sono tante le anime che si sono trovate nel corteo di «Se non ora quando?». Le prove di dialogo non saranno scontate: andranno comunque in scena dal 9 al 10 luglio e bisognerà capire se c´è e quanto è forte il collante che tiene unito il movimento. «Le donne non sono una questione, sono la maggioranza del Paese» sottolinea Carla Fronteddu del comitato senese. Da lì bisognerà partire.