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Augusto Ditel
Si della Consulta alla legge “salvacoste”
11 Gennaio 2006
Sardegna
Ecco da la Nuova Sardegna dell'11 gennaio 2006 la notizia che avevamo anticipato

CAGLIARI. La legge salvacoste è salva. Con una velocità imprevista, infatti, ieri la Corte Costituzionale ha apposto il sigillo di legittimità su uno dei caposaldi del programma di governo della giunta guidata da Renato Soru. La Consulta ha respinto il ricorso con cui il governo aveva impugnato le norme sulla tutela del territorio costiero, ma anche dell’entroterra, visto che la legge regionale conteneva anche un no secco all’eolico selvaggio, secondo una linea più volte ribadita dalla maggioranza di centrosinistra. Maggioranza che oggi, quando la notizia sarà diventata di dominio pubblico, avrà mille e una ragione per brindare al riconoscimento del diritto della Regione a tutelare in maniera rigorosa il proprio territorio, troppe volte devastato da una programmazione edificatoria a dir poco discutibile. Avranno modo di festeggiare anche tutti coloro - non solo le associazioni ambientaliste - che si sono battuti contro la proliferazione indiscriminata, e senza regole certe, degli impianti di energia eolica.

La decisione della Consulta è di ieri sera e dunque non si conoscono i motivi che hanno indotto i giudici costituzionali a dare ragione all’esecutivo regionale e torto al governo Berlusconi che ormai si è preso l’abitudine di ricorrere contro le leggi più significative varate dal consiglio regionale sardo. Le argomentazioni del governo - che contestava all’amministrazione regionale il potere di disciplinare la materia, urbanistica e in particolare di opporsi alla realizzazione di impianti di energia eolica - non hanno colto nel segno, e questo lo capiremo meglio nel momento in cui saranno rese note le motivazioni del verdetto emesso sulla base della relazione del giudice istruttore Ugo De Siervo.

Non c’è dubbio che questa sentenza è una vittoria di Renato Soru e dell’intera maggioranza che lo sostiene. Allo stesso tempo, rappresenta uno schiaffo alle convinzioni dei partiti d’opposizione che, in più di un’occasione, si erano detti certi che la legge salvacoste sarebbe stata ignominiosamente cassata dalla Consulta. Hanno anche visto giusto, il Wwf e il presidente nazionale di Italia Nostra, Carlo Ripa di Meana, i quali, in un’assemblea organizzata l’altro ieri a Cagliari, avevano gioito nel prendere atto che «per la prima volta, in un procedimento nel quale si esamina un ricorso del governo nazionale contro una Regione, sono stati ammessi alla discussione anche degli enti privati».

Questa apertura era stata interpretata dalle associazioni ambientaliste come un segnale positivo che poteva autorizzare anche la speranza del rigetto del ricorso governativo, presentato a suo tempo in seguito all’asfissiante pressing di numerose amministrazioni comunali di centrodestra che giudicavano inique e contrarie allo sviluppo del turismo in Sardegna quelle norme di tutela.

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