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Gian Antonio Orighi
Sfida degli Indignados “Restiamo in piazza”
21 Maggio 2011
Articoli del 2011
«Ma il governo non manda la polizia a farli sgomberare: “Sono pacifici” ». La Stampa, 21 maggio 2011

Gli Indignados hanno già vinto la loro seconda battaglia. A sette giorni dal loro primo grande successo - una mobilitazione di massa con le tende estesa a ben 67 piazze di Spagna - ieri l’inatteso movimento ha registrato il secondo successo: la polizia non li sloggerà né oggi né domani dalle agorà della Tendopolilandia d’Europa, come invece chiedeva la Commissione Elettorale Centrale, per non turbare la giornata di riflessione e il voto delle amministrative di domenica. Le forze dell’ordine interverranno solo se si registreranno atti violenti. Ma finora gli Indignados sono più pacifici di Gandhi. E a Madrid ieri a mezzanotte in 25 mila hanno accolto l’inizio della prima giornata del divieto con un «grido silenzioso» sulla emblematica Puerta del Sol.

Già nel primo pomeriggio di ieri, ultimo giorno della campagna elettorale per rinnovare tutti i comuni e i governi di 13 delle 17 regioni spagnole, giungeva la buona novella, diramata ai giornali online da fonti governative. La partita si era annunciata difficile, dopo la decisione della Commissione Elettorale Centrale che, in nome della legge, intendeva proibire le concentrazioni di persone in spazi pubblici, subito respinta dagli Indignados. Il principale partito dell’opposizione, i popolari (centro-destra), invocava il rispetto delle regole della democrazia. Ma il callido Zapatero si è inventato un escamotage. Ufficioso, ma che rasserena il Paese.

Prima si è mosso il ministro degli Interni, Alfredo Perez Rubalcaba, che per seguire la situazione potenzialmente esplosiva ha rinunciato al suo ultimo comizio: «Le forze di sicurezza non sono sul campo per creare due o tre problemi dove ce n’è uno solo, e si atterranno alla legge». Alludeva alle cariche della polizia, che avrebbero significato un massacro su scala nazionale e una sconfitta ancor più bruciante di quella annunciata (i popolari dovrebbero stravincere dappertutto)? No, evocava l’applicazione della Legge sulla Sicurezza Cittadina.

L’articolo 16 rimanda a un legge del 1983, approvata dall’ex premier socialista González, che dice: «La polizia può dissolvere riunioni e manifestazioni quando viene scardinato l’ordine pubblico, con pericolo per le persone o le cose, o quando si indossano uniformi paramilitari». Non è questo il caso del movimento degli Indignados, che vuole solo «Democrazia Reale Adesso». Utopica certo, come la richiesta di cambiare la riforma elettorale che premia i partito maggioritari, socialisti e popolari, ma con l’immenso pregio della non violenza. Aiutata solo dalla colossale forza di Internet e dalla solidarietà e simpatia di gran parte del Paese.

In una Spagna che ha riconquistato la democrazia nel ‘77 dopo 38 anni di dittatura franchista e repressione sanguinaria, in cui i carri armati e le cariche fanno parte di un passato sepolto, Zapatero ha fatto capire che la Spagna non è la Libia. «La polizia agirà bene, correttamente. Il governo garantirà i diritti di tutti - ha esordito alla radio filo-socialista Ser -. Provo grande comprensione per le rivendicazioni degli Indignados, sono il principale interpellato. La ragione delle proteste è la grave crisi economica, con il suo riflesso sull’occupazione e soprattutto sulla disoccupazione giovanile al 43%».

I popolari, che non dovrebbero essere penalizzati dal possibile aumento dell’astensionismo (36% alle amministrative 2007) che terremoterebbe invece i socialisti, scherzano sulle «Piazze Tahir». «Convochiamo un campeggio davanti alle sede della Rosa madrilena di calle Ferraz fino a quando Zapatero non se ne va», irrideva Aguirre, presidente della regione madrilena. Prova che la tensione si sta allentando. I giovani violenti e organizzati sono forti solo nei Paesi Baschi e a Barcellona. Una mappatura che fa sperare bene. La Spagna sarà Tendopolilandia, ma è pur sempre Europa, non il Nord Africa. E si permette di insegnare che persino le proteste clamorose degli Indignados, se non violente, sono permesse.

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