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Sardegna: dopo l’alluvione il ministero vuole cambiare il Piano paesaggistico (di Cappellacci)
28 Novembre 2013
Sardegna
La precisazione nel titolo è nostra. Infatti ciò che il Mibac si propone giustamentedi fare è rendere di nuovo vigente ilo PPR di Soru, vigente dal 2006.
Greenreport, 28 novembre 2013

La recente e tragica alluvione in Sardegna potrebbe forse avere anche qualche ricaduta positiva sulla politica: infatti il Ministero dei beni e delle attività culturali (Mibac) sta valutando di impugnare alla Corte Costituzionale la revisione del Piano paesaggistico della Sardegna (Pps), varata di recente dalla Giunta Cappellacci. Lo ha ribadito la direttrice regionale del Mibac, Maria Assunta Lorrai, intervenendo al convegno nazionale del Fondo ambiente italiano (Fai) “Sardegna Domani! Terra/Paesaggio/Occupazione/Futuro”, in corso di svolgimento al Teatro Massimo di Cagliari.

«A questo punto abbiamo chiesto all’amministrazione centrale di verificare la possibilità di una impugnativa costituzionale del piano. E ora il Ministero, ufficio legislativo e ministro, stanno valutando questa possibilità» ha informato Lorrai. Già ai primi di novembre era emersa l’intenzione da parte del Mibac di impugnare il nuovo Piano regionale, che ha fatto sollevare molte polemiche. Poi l’alluvione che ha portato manifestamente sul banco degli imputati il consumo di suolo e l’urbanizzazione selvaggia (lo ricordava anche ieri il Capo della Protezione civile Prefetto Gabrielli), che ha fornito altri elementi di riflessione, ed ora il convegno del Fai, un appuntamento pensato per discutere delle grandi potenzialità dell’isola e definire un nuovo modello di sviluppo estraneo alle logiche di cementificazione e speculazione edilizia, che pare “cascare a fagiolo”.

«Nel Piano paesaggistico della Sardegna approvato dalla Giunta regionale a ottobre si infrangono o si allentano le regole poste dalla legge Salvacoste nel 2004 e dal precedente Piano del 2006 - ha dichiarato Andrea Carandini, presidente del Fondo ambiente italiano (Fai) - Il Pps permette di resuscitare tutte le lottizzazioni precedenti il 2004. Si tratta di progetti edilizi vecchi di anni, figli di una mentalità speculativa che la coscienza dei sardi più sensibili ormai rifiuta perché inutili allo sviluppo generale della regione».

Carandini ovviamente ha accennato anche alla recente alluvione: «L’abbattimento o l’allentamento dei vincoli relativi al reticolato idrico, minore e maggiore, è di assoluta gravità. Le alluvioni di Capoterra, Villagrande e quelle dei giorni scorsi ne sono la riprova. L’invasione capillare dell’agro con costruzioni svincolate dall’uso agricolo, il Pps consente la costruzione di un manufatto con destinazione abitativa in un lotto minimo di un ettaro, è da rigettare non solo perché sottrae la terra alla sua destinazione naturale, ma perché manomette il territorio», ha concluso il presidente del Fai.

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