Il Fatto Quotidiano, 28 apr. 2014
Diecimila anni fa, nella Grotta dell'Uzzo viveva un piccolo gruppo di cacciatori. Nella grotta sono state rinvenute ossa degli animali che riuscivano a prendere: cervi, rinoceronti, leoni e perfino mammuth. Quando quegli uomini antichissimi, e da noi così diversi, uscivano dalla loro grotta, vedevano ciò che vedete voi in questa fotografia. Un paesaggio incontaminato, ancora oggi identico ad allora. Un luogo unico, dove puoi fare il bagno già ad aprile, ma dove puoi anche pensare e imparare. Un panorama senza tempo che funziona da macchina del tempo.
Ebbene, se oggi i nostri occhi vedono le stesse forme che videro i nostri progenitori del Paleolitico, non è per una fortunata combinazione. No, è perché qualcuno ha fortemente voluto che questo fosse possibile. Perché qualcuno ha voluto che i suoi figli e i suoi nipoti avessero le sue stesse occasioni di diventare e rimanere umani.
Questo qualcuno furono duemila cittadini siciliani, che il 18 maggio del 1980 marciarono contro la realizzazione di una strada costiera nell'ultimo lembo vergine della Sicilia, quello che congiunge Scopello a San Vito Lo Capo, sulla costa nord-occidentale. Erano uomini, donne e bambini, che risposero alla chiamata di associazioni come il Wwf, Legambiente, Italia Nostra, Arci, Club alpino siciliano, Associazione forestali. Fu una specie di rinascita civile, e meno di un anno dopo, il 6 maggio del 1981, una legge regionale sanciva l' istituzione della riserva naturale orientata dello Zingaro, la prima della Sicilia. Io l'ho visitata in questo giorni, e vi consiglio di farvici portare. È un posto straordinariamente bello, ben tenuto, organizzato, e dove lavorano persone competenti, accoglienti, generose. Un'Italia diversa.
La Riserva dello Zingaro e la sua storia dimostrano che insieme possiamo farcela. L'articolo 9 della Costituzione dice che la Repubblica tutela il paesaggio. Ebbene il 18 maggio del 1980 quei duemila cittadini rappresentarono la Repubblica tutta intera. Se fossero rimasti nelle loro case fermi e muti, oggi la vista dalla Grotta dell'Uzzo abbraccerebbe villaggi vacanze, negozi, strade. Una inesorabile colmata di cemento. Luoghi di mercato nei quali saremmo stati misurati, come sempre, con il metro del nostro reddito: cioè di ciò che abbiamo.
Invece oggi lì siamo cittadini sovrani, signori e custodi di un territorio intatto dove conta ciò che siamo e ciò che sappiamo. E, sì, lì sentiamo che l'umanità, dai tempi del Paleolitico, ha fatto davvero molta strada.