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Alberto Vitucci
«Rossoverdi fuori dalla giunta»
20 Agosto 2005
Vivere a Venezia
Novità dal Consiglio comunale. Da la Nuova Venezia del 25 aprile 2005, con una postilla

«I rossoverdi fuori dalla giunta, almeno per ora. Bisogna ricostruire l’Unione sul piano politico, senza inciuci e senza pasticci. La frattura c’è stata e non l’abbiamo voluta noi. Ma la giunta non c’entra. In caso contrario, i nostri elettori non capirebbero».

Alessio Vianello, ex candidato sindaco della Margherita, rompe il silenzio e lancia la sua proposta politica. Alle ultime elezioni è stato il più votato del suo partito, con oltre 600 preferenze, e ora si prepara a svolgere un ruolo politico di primo piano nella nuova amministrazione guidata da Cacciari.

Alessio Vianello farà l’assessore?

«Sarò in prima linea al fianco di Massimo Cacciari, ma non credo che assumerò ruoli gestionali, mi sentirei in profondo imbarazzo. Sono un professionista con uno studio di avvocato che dà lavoro a 30 persone, ci occupiamo anche di temi molto delicati e vicini all’amministrazione, tra i nostri clienti ci sono industrie chimiche, dei telefonini, aziende del Comune. Il problema esiste, sarei un facile bersaglio e non voglio assumere incarichi che mettano in imbarazzo Cacciari».

Se avesse fatto il sindaco c’era lo stesso problema.

«In quel caso, lo aveva detto chiaro, avrei dovuto rinunciare per cinque anni alla mia attività. Come si fa nei Paesi anglosassoni. Dal 3 marzo qualcosa è cambiato. Ma non c’è assolutamente nulla di politico, come qualcuno vuol far credere».

Un’altra ipotesi era quella di fare il vicesindaco. Non sarà che rinuncia perché il vicesindaco lo potrebbe fare Michele Vianello?

«A parte che nulla è deciso, e si tratta ancora di ipotesi, avrei detto di no anche se mi chiedevano di fare il vicesindaco. Ma è un rifiuto dettato da ragioni personali. C’è il rischio di un conflitto di interessi».

Altri suoi colleghi avvocati, ma anche architetti e commercialisti sono stati al governo pur continuando a lavorare nei loro studi.

«Quello che fanno gli altri non mi interessa, io credo che non sia giusto».

Che ruolo avrà nella prossima amministrazione?

«Lo ripeto, io metto a disposizione tutte le mie forze per aiutare il sindaco Cacciari, per aiutarlo soprattutto nei temi che conosco bene».

Si parla di Lei come capogruppo della Margherita. C’è da lavorare con 26 consiglieri, il gruppo più numeroso mai visto in Consiglio.

«E’ probabile che vada così».

«Non c’è lo stesso problema del conflitto di interessi?

«No, perché non si gestisce nulla. Se ci sono delibere che mi riguardano, posso sempre astenermi».

Otto anni fa lo studio lo aveva tenuto, quando da assessore lavorava per risolvere il problema degli sgravi a Bruxelles.

«Allora eravamo in due una piccola realtà. Oggi è diverso».

Niente giunta, allora.

«Credo di no, ma non è che il mondo finisce in giunta. Ci sono tanti modi per lavorare per la città.

Cosa succederà nelle prossime ore?

«Voglio dire a Massimo che è ora di rompere gli indugi. Deve scegliere gli uomini migliori e fare la squadra. I veneziani si aspettano grandi cose da lui. Ha i numeri per governare e deve farlo, distinguendo il mandato degli elettori veneziani dalle dinamiche politiche nazionali. Ed evitando pasticci con i rossoverdi. I veneziani non capirebbero».

Postilla

Qualcuno (compreso Michele Serra, su la Repubblica del 20 aprile 2005) sosteneva che Casson non poteva essere candidato perché, come magistrato che conosceva i segreti della città, c’era una incompatibilità sostanziale. Il candidato tenacemente proposto da Cacciari aveava e ha uno studio legale che lavora per le aziende chimiche (a Venezia, Porto Marghera).

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