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Simona Poli
Rossi e l’impotenza della Regione "Stanno smantellando lo Stato"
28 Settembre 2010
Beni culturali
La Biblioteca Nazionale è sulle soglie del disastro: le insignificanti soluzioni del Ministro e l’appello del Presidente della Toscana. Su la Repubblica, ed. Firenze, 28 settembre 2010 (m.p.g.)

Prima l’allarme per l’Accademia della Crusca, ora quello per la Nazionale. Beni dello Stato, patrimonio culturale dell’Italia, che non hanno più neppure i soldi per pagare gli stipendi o saldare le bollette. Che ne pensa presidente Rossi?

«Che non possiamo permetterci di assistere a questo sfascio. Quello che sta accadendo sotto i nostri occhi non saprei definirlo in altro modo che un progressivo e inarrestabile svuotamento dello Stato. Vado al ministero dell’Industria e non trovo un ministro, vado all’Anas e mi dicono che non ci sono i soldi per fare le strade, vado ai Beni culturali per farmi tramite di appelli disperati e anche lì allargano le braccia impotenti».

A Ida Fontana, direttrice della Nazionale, il ministero avrebbe garantito i fondi per l’apertura pomeridiana delle sale almeno fino a marzo. E Bondi propone un piano d’emergenza per integrare lo scarso personale utilizzando come bibliotecari ex dipendenti dell’Eti, l’Ente teatrale chiuso da luglio.

«Ma non è in questo modo che uno Stato provvede a una delle sue istituzioni più importanti. La Nazionale è un bene fondamentale, servono fondi veri per tenerla in vita e permetterle di funzionare a pieno ritmo. Come si può pensare che il pomeriggio sia chiusa? Sarebbe normale che stesse sempre aperta piuttosto, quale altro luogo sennò andrebbe reso accessibile a tutti a qualsiasi ora? Mi chiedo perché di fronte a questo nessuno s’indigni. Secondo me le coscienze dovrebbero ribellarsi».

Il governo taglia su tutto, dove trovare i soldi?

«Perché l’Italia non mette a gara le frequenze del digitale come hanno fatto gli altri paesi? Forse perché quelle frequenze fanno comodo al signore che ci governa e che invece di preoccuparsi di finanziare la Nazionale sta smantellando lo Stato?».

Ida Fontana è venuta a parlare anche con lei, però.

«E io l’ho ricevuta e le ho detto che faremo tutto il possibile per aiutarla, anche se la Regione sta scontando le enormi difficoltà imposte dai tagli del governo. Abbiamo anche parlato di un paio di proposte che, mi rendo conto solo a parlarne, sono del tutto inadeguate ai bisogni. La prima è quella di supportare associazioni di volontariato che formino giovani in biblioteconomia, potrebbero imparare sul campo e dare una mano al personale, una sorta di servizio civile insomma. L’altra idea è di chiedere a qualche nostro custode, su base volontaria, di spostarsi alla Nazionale, senza sguarnire la Regione naturalmente. Si tratterebbe di qualche unità, vedremo».

Crusca e Nazionale fanno parte del patrimonio dello Stato. Secondo Schiavone e Primicerio la loro gestione non si può "delegare" e neppure pensare che concedere l’autonomia sia sufficiente.

«Anche questo è paradossale. Lo Stato dà l’autonomia a Nazionale, Riccardiana, Marucelliana, Medicea Laurenziana, Governativa di Lucca, Universitaria di Pisa. Per cosa? Per poi abbandonarle a se stesse. Autonomia non vuol dire abbandono».

Il sistema Italia può reggere ancora in queste condizioni?

«Non credo proprio. Questo smantellamento dello Stato sta modificando nel profondo la struttura materiale del paese. Non importa fare colpi di Stato per ottenere effetti devastanti sulla tenuta democratica e civile, per cambiare le cose è sufficiente che lo Stato perda le sue funzioni primarie. E tutto questo a fronte di capitali che vengono importati dall’estero pagando appena il 5 per cento di tasse e di liquidazioni milionarie che, certamente, vanno ad importanti personalità ma che evidenziano sempre di più la gigantesca sperequazione sociale».

Cosa risponde a Bondi?

«A lui bisogna rivolgere la famosa battuta usata nella contestazione studentesca: "Una risata vi seppellirà"».

«Apprezzo la buona volontà del ministro Sandro Bondi di trovare una soluzione in calcio d’angolo, ma finchè il ministro non tratterà le questioni di Firenze in modo unitario e organico, il governo sarà esposto, giorno dopo giorno, a figuracce sulla stampa». Il sindaco Matteo Renzi reagisce così le iniziative prese dal ministro per «salvare» la Nazionale. Come dire, quello che serve alla città è ben altro.

«Una volta il David, una volta il Maggio, una volta è la Nazionale, una volta sono le scritte sui muri dell’Accademia e degli Uffizi. Noi siamo pronti a collaborare, ma loro devono smetterla di inseguire i problemi senza trovare soluzioni definitive», dice il sindaco. Uno scontro Firenze-Roma? Lo vedremo l’8 ottobre, quando Renzi incontrerà proprio il ministro Bondi. Un incontro già fissato da qualche giorno per discutere di tutte le questioni aperte: dalla legge speciale al teatro della musica. Adesso anche della biblioteca.

Renzi ricorda di aver già fatto presente al sottosegretario Bonaiuti il caso della biblioteca: «Riproporrò l’argomento a Bondi: purtroppo il Comune non è proprietario dell’immobile né della biblioteca: possiamo solo fare una pressione politica». Del resto, «la biblioteca rientra nel pacchetto della specialità di Firenze, di quelle cose cioè che rendono Firenze una realtà eccezionale. Lo hanno capito tutti, speriamo lo abbiano capito anche i ministri del governo che avevano promesso a Firenze una legge speciale».

Sulla vicenda v. anche l’ articolo di ieri su eddyburg

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