In pieno centro storico, tra Piazza Farnese e le sponde del Tevere un nuovo grande albergo con parcheggio e altre utilities, naturalmente con il passepartout del project financing all’italiana. La Repubblica, ed. Roma, 17 febbraio 2013
PER qualcuno erano solo voci che si rincorrevano tra i vicoli di via Giulia. «Ne avevamo sentito parlare. Non credevano fosse vero. Siamo senza parole: avevamo sostenuto l’idea di realizzare dei parcheggi interrati anche per ridare lustro alla strada e farla tornare vivibile. Non vogliamo creare difficoltà a chi dà lavoro in un momento storico come questo, ci mancherebbe, ma non possiamo neanche accettare l’idea che la zona venga stravolta da un progetto simile. Piani del genere vanno indetti attraverso concorsi internazionali perché si tratta di una zona dove è stato fatto un importante ritrovamento grande archeologico», commenta Viviana Di Capua, presidente dell’associazione Abitanti del centro storico. L’idea che sul lungotevere dei Tebaldi, tra via Giulia, largo Perosi e via Bravaria, nel cuore di Roma, potrebbero esser realizzati un albergo di lusso con annesso ristorante, parcheggio, appartamenti e posti auto, scatena polemiche non solo degli abitanti della zona ma anche di urbanisti, Legambiente e politici. Una rivoluzione nel cuore della città, così come prevede il nuovo project financing dalla società Cam, sbarcato venerdì in conferenza dei servizi: un piano di recupero, in sostituzione di quello per i parcheggi interrati ormai archiviato dopo il ritrovamento di alcuni importanti reperti storici, ovvero le scuderie dell’antica Roma.
Ma a smorzare le polemiche non ci riesce neppure la prevista musealizzazione dei reperti venuti alla luce durante i sondaggi archeologici. «Gli unici lavori ammissibili per me restano quelli di restauro. Del resto il centro è unaporzione minima del territorio urbanistico della città: solo il 5 per cento. Credo fermamente che ci sia bisogno di innovazione e creazione, di qualità architettonica, ma ci sono talmente tanti spazi disponibili fuori dal perimetro storico che non capisco che senso abbia questo progetto», fa notare l’urbanista Vezio De Lucia.
E un “no” «al palazzone di Via Giulia», arriva anche da Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio. «La procedura va fermata subito — aggiunge — è impensabile proporre uno scambio tra la musealizzazione degli importanti reperti rinvenuti e una mega costruzione con funzioni commerciali in un’area così pregiata della città. E poi siamo alle solite: il Comune non impara mai, nonostante le proteste dei cittadini anche stavolta comitati e associazioni si ritrovano il progetto bello e fatto», conclude. Anche per Umberto Croppi, candidato alla poltrona di primo cittadino, «l’idea di realizzare una struttura alberghiera nel varco di via Giulia, senza peraltro aver coinvolto la città e gli addetti ai lavori nel processo di valutazione, è l’ennesimo segnale di decadimento in cui versano le istituzioni. Peraltro di tratta di luogo caratterizzato da due elementi straordinari: la più elegante strada della Roma papale e un ritrovamento archeologico di eccezionale interesse. L’attuale configurazione dell’area non può subire interventi che ne stravolgano le caratteristiche architettoniche. Speriamo ci siano margini per un radicale ravvedimento da parte del Comune e delle soprintendenze».
E un appello al sindaco di «bloccare ‘l'opera monster’ che si vuole realizzare a via Giulia. Il centro va tutelato», arriva anche da Massimiliano Valeriani, consigliere comunale del Pd. Così come fa il suo collega Paolo Masini che aggiunge: «Speriamo che Alemanno intervenga immediatamente per fermare questo scandaloso scempio lottizzatorio».